Commento al Vangelo
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Gesù segna l’inizio di un tempo nuovo

La parola chiave di questa domenica è regno

Gesù segna l’inizio  di un tempo nuovo

La parola chiave di questa XI domenica del tempo ordinario è regno. Il significato è del tutto evidente, tuttavia non sempre si riesce a cogliere a cosa ci si riferisca quando si parla di Regno dei cieli. La liturgia della Parola ci offre il vangelo di Marco, il quale riporta una parabola con la quale Gesù presenta due caratteristiche del Regno dei Cieli. La prima è la sua autonomia rispetto alle logiche umane. Indipendentemente dal nostro concorso, il Regno cresce e matura come un seme di grano gettato nella terra. La seconda è l’apparente insignificanza nella scena del mondo. Non occupa i primi posti della mondanità, non fa clamore né accumula social like. Il Regno dei cieli parte in sordina per poi manifestare tutto la sua grandezza proprio come il granello di senape. Ma cos’è esattamente questo Regno di Dio? Se leggiamo nella globalità tutti i vangeli, specialmente quelli di Marco e Matteo, scopriamo subito che il Regno dei cieli è l’oggetto stesso della predicazione di Gesù. Questo annuncio, tuttavia, non è separabile da colui che lo annuncia. Gesù è allo stesso tempo il soggetto e l’oggetto della sua predicazione. Egli è colui che annuncia il Regno dei Cieli, ma al contempo è il Regno dei Cieli. Gesù segna in gesti e parole l’inizio di un tempo nuovo, in cui tutti siamo chiamati ad aderire a questo nuovo Regno, di cui egli è Re e la cui legge è l’amore. Per noi che non viviamo la contemporaneità storica con Gesù, ma solo quella della grazia, l’adesione al Regno dei Cieli inizia con l’accoglienza di Cristo mediante il battesimo, che ci affranca dalla signoria del peccato per associarci alla signoria di Dio. Il Regno dei Cieli è Cristo che ci rende partecipe della paternità di Dio, per mezzo della quale siamo tutti fratelli. Ciò significa che vivere da sudditi di questo Regno richiede la capacità di fidarsi del proprio Re, anche quando non ci accorgiamo che egli stia lavorando per noi, proprio come avviene per il seme di grano che cresce nella terra. Poi, siamo chiamati ad acquisire lo stile della semplicità e della sobrietà, convinti che per fare cose grandi non è necessario occupare spazi e ragionare con la mentalità del marketing. Potremmo cadere tutti in questa tentazione: sforzarci di vendere un prodotto (il Vangelo) affinché sia più accattivante. Il granello di senape ci ricorda che il Regno è questione di processi da avviare e non di “spazi pubblicitari” da occupare. Cari amici, questa domenica ci esorta a non preoccuparci inutilmente delle sorti del Regno dei Cieli, non c’è bisogno di alcuna crociata o sterile apologia. Accogliamo la signoria di Dio nella nostra vita e il resto verrà da sé. Dio sa di cosa abbiamo bisogno. Affidiamoci a lui e gusteremo la bellezza del suo Regno.

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