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Gesù a tavola, il menù dell'Ultima Cena

Cosa mangiò Gesù durante l’Ultima Cena? Dove si svolse? Quando? In che modo? A questi interrogativi hanno cercato di fornire una risposta due archeologi torinesi e specialisti in cibo antico attraverso un "diario giornaliero realizzato su uno scavo archeologico". I risultati della ricerca sono stati raccolti dagli autori in un libro dal titolo "Gerusalemme: l'Ultima Cena", edito da Ananke.

Parole chiave: Gerusalemme (6), cenacolo (1), Urciuoli (1), Terra Santa (14), Berogno (1), cibo (4), Gesù (17)
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L’indagine sull'Ultima Cena parte da una ricerca più ampia che è Archeoricette, un progetto divulgativo redatto dall’autore Generoso Urciuoli, per indagare sul cibo delle antiche civiltà. Dopo aver creato una pagina facebook e un blog dove poter parlare delle antiche civiltà, è seguita un’intervista radiofonica. Ad Urciuoli  è stato chiesto di parlare degli egizi ma in maniera non noiosa, e lui ha pensato di parlare di cibo. Questo ha stimolato gli ascoltatori a chiedersi: perché mangiavano?  Questo interrogativo ha spinto due archeologi torinesi, Marta Berogno e lo stesso Generoso Urciuoli, ad indagare  sull’alimentazione delle antiche civiltà. Naturalmente, studiando il cibo delle antiche civiltà era  inevitabile non imbattersi nella cena  più famosa del mondo che ha cambiato la storia dell’umanità: l’Ultima Cena.

L'indagine condotta dai due autori, se pur archeologica, storica, antropologica, religiosa e sociale, utilizza il filtro del cibo, elemento che fornirà una sensazione di realtà e di tangibilità. L'obiettivo del libro è quello di fornire delle risposte al qui, dove, quando, perché, ma soprattutto al cosa è stato servito su quella "tavola".

A Marta Berogno abbiamo chiesto come hanno cercato di rispondere agli interrogativi: cosa si mangiò durante l’Ultima Cena? Dove si svolse? Quando? In che modo?

"La nostra indagine - spiega - è stata innanzitutto una ricerca archeologica, non abbiamo voluto toccare l’ambito fede. Nel libro parliamo sempre di Gesù, ma non abbiamo mai usato la parola Cristo, proprio per mantenerci su un filone archeologico. Ecco perché il libro si chiama "Gerusalemme: l’Ultima Cena", perché abbiamo voluto identificare il luogo, anche perchè nei Vangeli non c'è alcun riferimento ad alimenti, anche se troviamo Gesù a tavola".

Di grande rilievo per ricostruire la tavolozza alimentare della Palestina dell’epoca è stato lo studio di alcuni dei banchetti più significativi citati nel Nuovo Testamento. "Il popolo di Israele – dice l'esperta – ha un legame molto forte con il cibo, che assume una valenza spirituale e culturale fondamentale; con il banchetto delle nozze di Cana abbiamo fatto luce sulle tradizioni alimentari e sulle numerose regole (kasherut), che rappresentano il fondamento della pratica religiosa, mentre con il banchetto di Erode abbiamo analizzato quali potevano essere le influenze, soprattutto romane, di una cucina internazionale presente a Gerusalemme".

L'articolo integrale si può leggere sul numero di Parola di Vita in uscita il 1 ottobre 2015. 

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