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Il battello riproduce l’originale trovato in Galilea e risalente a duemila anni fa

La Barca di Pietro nei Musei Vaticani

Il manufatto ad opera della maestria degli artigiani d’ascia Aprea originari di Sorrento è stato benedetto da Papa Francesco

La Barca di Pietro nei Musei Vaticani

Nei Musei Vaticani è stata depositata la “Barca di Pietro” o “Veliero di Pietro”, un prezioso manufatto donato lo scorso 15 marzo dalla famiglia di imprenditori e armatori Aponte, proprietari della “Mediterranean Shipping Company S.A.” (MSC), la compagnia di gestione di linee cargo presente in tutto il mondo, direttamente a Papa Francesco che l’ha benedetto. L’oggetto è frutto della maestria degli Aprea, artigiani d’ascia di Sorrento, che hanno collaborato con l’Istituto Diplomatico Internazionale, un ente privato che sostiene il dialogo tra aziende, Stati e popoli diversi allo scopo di consentire lo sviluppo culturale ed economico. La Barca di Pietro riproduce fedelmente l’imbarcazione scoperta nel 1986 tra le rive del lago di Tiberiade, e che oggi rappresenta la principale attrazione del museo Yigal Allon situato nel Kibbutz Ginosar in Galilea. Il fango, che ricopriva le strutture lignee dello scafo originale, ha permesso la conservazione del reperto impiegato per il trasporto e la pesca e che, secondo gli studiosi, risale almeno a duemila anni fa. Molto probabilmente la famosa “Barca della Galilea” venne usata dagli Ebrei in una battaglia contro i Romani, ma per i cristiani è simbolo degli eventi storici della vita di Gesù e dei suoi discepoli. Il nuovo esemplare realizzato dagli Aprea è una navicella a vela con 12 posti e quattro rematori, ed è lunga quasi 9 metri x 2.  È stata posizionata alla base della rampa elicoidale chiamata “Via del Mare” all’ingresso dei Musei Vaticani, dove si trovano altri modelli di imbarcazione. Da ora in poi i turisti potranno iniziare il loro tour, all’interno dei magnifici Musei del Papa, facendo tappa davanti a questo veliero, quasi come se volessero simbolicamente salirvi, per intraprendere un percorso sensazionale e unico tra le bellezze dei tesori vaticani. Le dimensioni del cimelio hanno richiesto non solo delicate operazioni di installazione in loco, tramite un intervento di edilizia acrobatica, ma anche l’aiuto del personale della Direzione dei Musei e dei Beni Culturali e della Direzione delle Infrastrutture e Servizi (Governatorato dello Stato della Città del Vaticano). “Papa Francesco ha fortemente voluto che questa Barca fosse visibile a tutte le persone che arrivano ai Musei Vaticani per mandare un segno di speranza” ha detto Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, in occasione dell’inaugurazione che si è tenuta il 10 ottobre e a cui hanno partecipato Maurizio Aponte, direttore generale di Navigazione Libera del Golfo, Paolo Giordani, presidente dell’Istituto Diplomatico Internazionale, e Silvio Screpanti, vicedirettore tecnico Direzione delle Infrastrutture e Servizi Governatorato Scv. “Ci siamo subito adoperati per installare l’opera all’ingresso dei Musei, all’inizio del “viaggio” nelle collezioni pontificie, posizionandola alla base della Via del Mare, un curioso e affascinante percorso espositivo permanente con modelli di imbarcazioni provenienti da tutto il mondo” ha proseguito Jatta. Il veliero di San Pietro richiama una ricca e consolidata tradizione cristiana in base alla quale i fedeli, nella notte tra il 28 e il 29 giugno, riempiono d’acqua una caraffa o un vaso di vetro e vi versano dentro un albume, riponendo il tutto fuori dalla finestra al chiaro di luna. I credenti pensano che San Pietro vada a soffiare all’interno del contenitore, facendo apparire una barca e dimostrando la sua vicinanza ai cattolici. La fisica ha dimostrato che il fenomeno è legato alle variazioni termiche tra giorno e notte e al freddo-umido delle ore buie, che dovrebbero far aumentare la densità dell’albume che si ripone lentamente sul fondo del contenitore di vetro. 

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