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Nuove vie di impegno per custodire i più fragili

Due sessioni di lavoro per oltre 450 partecipanti dalle parrocchie. Primo incontro nel meridione con Zollner

Nuove vie di impegno per custodire i più fragili

A che punto siamo? Quanta consapevolezza abbiamo della necessità della prevenzione alle vittime di abuso? Le domande sono echeggiate all’auditorium Giovanni Paolo II di Rende nel corso dell’incontro “Educare ed accogliere in ambienti sicuri”, un momento di formazione e aggiornamento sulla tutela dei minori e delle persone fragili indirizzato a sacerdoti, diaconi, educatori, religiosi, operatori pastorali, insegnanti di religione e catechisti. A trattare il delicato tema sono stati padre Hans Zollner, preside dell’Istituto di antropologia della Pontificia università Gregoriana, già membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, e suor Grazia Vittigni, docente di antropologia allo stesso Ateneo pontificio. 450 i partecipanti all’incontro formativo (tra sacerdoti, catechisti, insegnanti di religione, religiosi e operatori pastorali), che ha visto una approfondita comunicazione da parte di padre Zollner e suor Vittigni, accolti dall’arcivescovo metropolita, mons. Giovanni Checchinato. A Cosenza, per l’incontro (il primo nel Mezzogiorno d’Italia da parte degli esperti), sono arrivati anche sacerdoti, religiosi e laici di altre diocesi calabresi. Quello degli abusi nei riguardi dei più vulnerabili, minorenni o meno, è un tema attuale e urgente, che investe ciascun membro del corpo ecclesiale, “perché nessuno deve fare tutto, ma tutti possono fare qualcosa”. L’esortazione di padre Zollner rileva dalla “complessità del tema, che investe tutti gli aspetti dell’umano”. E ciascuno di noi quanto si sente coinvolto? La domanda di suor Grazia Vittigni si è esemplificata con l’immagine della piscina. Quanti di noi ci siamo già tuffati sull’argomento e quanti siamo ancora a guardare quello che accade dalla tribuna o dal bordo piscina? “L’aggressione contro i minori è una cosa spaventosa, per la quale dobbiamo sentire una scomodità interiore - ricorda risolutamente padre Zollner. Purtroppo incontriamo in tutto il mondo grosse difficoltà; l’argomento è onnipresente, ma non onnipresente la disponibilità ad affrontarlo, spesso per una resistenza passiva. Tuttavia, la consapevolezza di dover denunciare sta crescendo” nella Chiesa. Suor Grazia Vittigni gli fa eco. “Sentire che ci sono queste ferite ci fa male. Se anche tutti noi siamo colpiti da questo tema, in mezzo a noi potrebbero esserci persone ferite in modo più diretto dall’esperienza degli abusi”. Quella degli abusi è una questione pastorale urgente. “Dobbiamo affermare l’impegno per una Chiesa più sicura, per una maggiore sequela del Cristo crocifisso, perché questo è profondamente un impegno di evangelizzazione, nostra personalmente e istituzionalmente come Chiesa”. Per questo - prosegue Zollner - occorre “trasmettere le esperienze” e “crescere nella coerenza tra la fede e la vita”, perché la Chiesa rimane una “istituzione morale”. Gli abusi, infatti, “hanno minato la credibilità della Chiesa e dell’annuncio del Vangelo”. Per questo padre Zollner ha richiamato anche l’impegno recente dei pontefici, da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI a Francesco, cuminato con il Motu proprio “Vos estis lux mundi”.

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