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Una mostra sul circolo di Bloomsbury a Palazzo Altemps

Virginia Woolf e gli altri intellettuali reinventano la vita in piena libertà e autonomia

Una mostra sul circolo di Bloomsbury a Palazzo Altemps

Palazzo Altemps, una delle sedi del Museo nazionale di Roma, ospita fino al 12 febbraio la mostra “Virginia Woolf e Bloomsbury. Inventing Life”, curata da Nadia Fusini e Luca Scarlini, con il contributo della casa editrice Electa e della National Portraits Gallery di Londra. L’esposizione intende ripercorrere le tappe fondamentali della carriera della nota scrittrice britannica e del “circolo di Bloomsbury”, un centro di aggregazione culturale molto influente nell’Inghilterra degli inizi del Novecento. Sorto nella casa londinese di Virginia Woolf, questo circolo annoverava, tra gli altri, intellettuali quali Vanessa Bell, Duncan Grant, Clive Bell, Roger Fry, Leonard Woolf e la stessa autrice inglese. Questi giovani acculturati trascorrevano le serate discutendo di arte ed erudizione, bellezza e verità, bene e male, opponendosi strenuamente al rigido moralismo vittoriano, all’egoismo borghese e ad un opprimente conformismo sociale. Crearono nuove forme di conoscenza e di vita, abbandonandosi al quel processo creativo indotto dal vivere in una comunità culturalmente attiva. Questi “spiriti liberi” reinventarono la loro esistenza difendendo l’onestà intellettuale, la libertà sessuale, i rapporti sentimentali e personali, appropriandosi, attraverso il confronto reciproco, di una nuova consapevolezza del mondo lontana dai codici morali bigotti e antiquati. La stessa Virginia Woolf, che avrebbe festeggiato il suo 141esimo compleanno lo scorso 25 gennaio, rivendicò il bisogno di essere economicamente autonomi e la necessità di possedere uno spazio, in cui sentirsi liberi di scrivere esattamente ciò che si pensa. Un atto rivoluzionario, in linea con il fermento culturale del gruppo di Bloomsbury, da parte della scrittrice, saggista e attivista londinese, che superò i  preconcetti e il duro schematismo mentale dell’epoca affidandosi alla sua immaginazione e al libero pensiero. Autrice di capolavori letterari quali “La signora Dalloway”, “Gita al faro”, “Orlando”, “Una stanza tutta per sé”, sperimentò le tecniche narrative contemporanee, privilegiando una narrazione non lineare in grado di dar voce al mondo interiore, a quel flusso di coscienza fatto di emozioni e impressioni spesso sfuggenti e volitive. La mostra romana racconta la vita dei protagonisti di questo circolo letterario attraverso libri, parole, dipinti, foto e oggetti vari, divisi in cinque sezioni situate in cinque stanze del palazzo.

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