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Il Sinodo dei giovani, una rivoluzione copernicana

Primo briefing del Sinodo dei giovani in Sala Stampa per fare il punto sui primi due incontri dell’Assemblea ordinaria dei Vescovi. Diverse le tematiche affrontate, tra le più emergenti l’ascolto, la sfera sessuale, la passione.

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Il Sinodo dei giovani, una rivoluzione copernicana

All’indomani dell’apertura dei lavori della XV Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi il primo Briefing nella Sala stampa della Santa Sede, alla presenza del Prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini; Chiara Giaccardi, collaboratrice del Segretario Speciale, docente di sociologia e processi culturali e comunicativi presso l’università Cattolica di Milano; Monsignor Carlos José Tissera, Padre sinodale eletto dalla Conferenza Episcopale dell’Argentina, Vescovo di Quilmes e Joseph Cao Huu Minh, giovane uditore vietnamita.
Per il tanto atteso evento ecclesiale “è stata istituita una commissione per l’informazione - ha spiegato il Prefetto - per far sì che la macchina informativa funzioni nella maniera migliore per aiutare i giornalisti nelle modalità di svolgimento del sinodo che verte su un tema così importante quali i giovani e il discernimento vocazionale”.
25 i padri sinodali intervenuti, “ogni cinque interventi è prevista una pausa di riflessione di tre minuti, per riflettere su quanto viene detto. Tutti vertono su queste parole: ascolto inteso come questione teologica e riconoscimento dell’altro; scarto in quanto i giovani sono scartati, credibilità perché bisogna ascoltarli senza etichettarli; affettività e sfera sessuale; nostalgia della spiritualità non come semplice vocazione al sacerdozio e alla vita religiosa ma come qualcosa di più grande, la vocazione più bella è il rapporto con Dio, anche se a volte può apparire interrotto il canale di comunicazione tra la chiesa e i giovani. Il fiume dei giovani oggi - ha affermato Ruffini - non attraversa la parrocchia, pertanto è necessario recuperare il tema della paternità della chiesa. Anche sulla famiglia si è ragionato molto come luogo di trasmissione della fede. La chiesa deve lavorare con le famiglie per recuperare la trasmissione della fede”. In un clima di grande partecipazione ed entusiasmo si è discusso anche sul perdono che la Chiesa chiede soprattutto per quei casi tanto discussi come gli abusi” ha aggiunto. Ma una cosa è palese “si è persa la consapevolezza che Cristo era giovane” conclude il Prefetto.
Per Mons. Tissera quest’Assemblea “è un momento molto privilegiato. I giovani oggi richiedono una testimonianza del Vangelo. Sono molto critici riguardo alle nostre incoerenze, e con questo sinodo dobbiamo ringiovanire noi tutti. Soprattutto se perdiamo il vigore e la forza del Vangelo, dobbiamo rinfrescarci sull’esempio dei giovani che sono una benedizione di Dio”. Prendendo le parola di San Paolo “la creazione geme con dolore”ha commentato il prelato argentino “noi siamo qui per ascoltare il clamore, il grido della gioventù del mondo. Un vescovo argentino Angilelle si esprimeva sempre con questa frase “con un orecchio nel popolo e un orecchio al Vangelo”. Anche noi dobbiamo ascoltare i giovani e anche il Vangelo. È uno sguardo non solo sociologico ma anche di fede. Dobbiamo provocare questo incontro affinché il Gesù sia il giovane di oggi. Noi siamo degli intermediari, vogliamo coinvolgere i giovani cosi come nella vocazione anche in altri percorsi, oggi i ragazzi vogliano ascoltare qualcuno che gli dica cosa fare. Ancora una volta la chiesa rappresenta la presenza di Gesù, dobbiamo interpretare il loro grido a prima vista. A volte però ci sono dei lunghi silenzi anche dolorosi di giovani che non vedono all’orizzonte nessuna strada. A loro dobbiamo avvicinarci per dirgli che Dio li ama, li ascolta, Gesù è venuto sulla terra a cercare chi si era perso”.
Per Chiara Giaccardi si tratta di una rivoluzione copernicana, in quanto L a chiesa si mette nella posizione non dell’emittente ma dell’ascoltatore. Mettersi in ascolto delle questioni morali, reali, come quello della migrazione., spiega la docente dell’Unicatt - sentire il dramma delle storie di chi parte e si accontenta di posizioni è realtà è non ideologia. È un richiamo all’idealismo”. Il tema della sessualità e della corporeità in questo Sinodo “è stato affrontato in maniera esplicita, è una parte essenziale, perché la persona intera è fatta di tutte le dimensioni e non da derive e perversioni, aggiunge. C’è stata una sorta di riconoscimento di questa mancanza, e si spera di aiutarla a fiorire in maniera bella nella Chiesa. Perché uno degli aspetti che hanno fatto male alla chiesa è il dualismo tra corpo e spirito, e a volte si rimane vittima da questa separazione, nell’idea di concretezza c’è lo sforzo reale di metterle insieme, un accompagnamento che riguarda la formazione dei sacerdoti così come quella dei giovani”. L’ultimo tema svelato dalla Giaccardi della rivoluzione è l’autorità, “l’unica autorità che può esercitare una funzione positiva è l’autorevolezza, che si ha nella concretezzza dei limiti e delle contraddizioni; riesce a trasmettere qualcosa non verbale ma riesce ad aprire con la vita, bisogna mostrare di essere innamorati di quello che si dice, facendo ciò si può contagiare i giovani. Infine ha aggiunto “la bellezza va ricercata con i lori modi e non con i nostri, bisogna consegnare ai giovani di prendersi cura della loro vita come autori, per essere attivi nella partecipazione, senza la loro creatività il cambiamento non si può ottenere”.
A parlare anche l’uditore più giovane del Sinodo, un vietnamita che si è soffermato su tre parole chiave: entusiasmo, ispirazione e passione. Ma su quest’ultima si è soffermato dicendo che la passione è il vero problema del mondo giovanile. “Si tratta di riconoscere, interpretare e scegliere. Si parla sempre di come alimentare la propria passione per i giovani soprattutto in Vietnam; questo è difficile per noi, ci sono molte fonti di riferimento che dicono che ci sono molti che faticano ad individuarle, c’è che non la trova e non riesce ad essere felice e chi va dietro ad una passione sbagliata senza felicità”.

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