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Formazione&Informazione

L’intesa fra ministero dell'Istruzione e Federazione della stampa.

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Per la “buona scuola”, la “buona informazione”. Sembra essere questo il significato dell’Intesa su “Scuola e informazione: culture, cittadinanza, diritti e legalità”, firmata nei giorni scorsi dal ministero dell’Istruzione e dalla Federazione nazionale della stampa italiana. Scuola e giornalismo insieme, formazione e informazione: un binomio che promette di fare cose importanti e due realtà che hanno diversi aspetti in comune.
L’obiettivo dell’Intesa, ha spiegato il ministro Stefania Giannini, è “mettere insieme due elementi della società che svolgono un ruolo complementare nel far crescere le nuove generazioni”. E in effetti, nella società di oggi, segnata più che mai dai meccanismi dell’informazione – pervasiva e multimediale – il rapporto tra questi e la capacità di “dominarli”, l’educazione a padroneggiare stimoli e opportunità, diventa una questione centrale nel processo di crescita delle giovani generazioni (e non solo, in verità).
È sotto gli occhi di tutti la trasformazione del mondo dell’informazione, la fruibilità ormai totale di notizie a livello globale, soprattutto grazie alle piattaforme digitali, al web che permette di navigare il mondo. Allo stesso tempo, è sotto gli occhi di tutti la difficoltà/necessità di potersi orientare consapevolmente all’interno del flusso immenso di dati che ci circonda. Di sviluppare, insieme alla ricettività quantitativa, quella qualitativa: consapevolezza, padronanza di mezzi e tecniche, capacità critica. La posta in gioco non è la “promozione” o semplicemente l’aumento delle proprie competenze (importante), ma, in fondo, la possibilità di coltivare la libertà, che è in stretto rapporto con la conoscenza e ha a che fare non solo con le persone singole, ma ancora di più, con le condizioni generali della società.
Ben venga allora una partnership che permetta alle scuole – come promette – di affrontare temi come la libertà di informazione, i diritti e i doveri di cittadinanza. Sono questi, per l’Intesa, i primi progetti e percorsi di approfondimento che scaturiranno dalla collaborazione Miur-Fnsi. Saranno dedicati – spiega il ministero – alla legalità, attraverso il ruolo dell’informazione nella lotta alle mafie (con attenzione all’arricchimento della criminalità attraverso contraffazione e commercio di prodotti illegali) e ai social media, per aiutare i giovani a districarsi fra i mutamenti che hanno portato nei processi comunicativi e informativi. Saranno i giornalisti, a partire dal prossimo anno scolastico, ad entrare nelle scuole per incontrare docenti e studenti e costruire insieme cammini originali.
Si tratta di una responsabilità particolare che si assume il mondo dell’informazione. Sia in rapporto, direttamente, alle attività che dovrà/potrà proporre, sia in generale rispetto a se stesso, promuovendo una riflessione profonda e quanto mai attuale sull’importanza di essere all’altezza delle attese. Le trasformazioni già accennate, infatti, non lo lasciano esente da criticità, coinvolgono profondamente professionalità ed etica dei suoi protagonisti. Fare informazione libera, corretta e disinteressata (nel senso nobile del termine) è sempre un fine cui tendere, messo a rischio da mille condizioni di necessità, oggi più che mai. È l’impegno primo del buon giornalismo. ”Libertà, correttezza e professionalità sono i tre ingredienti che fanno di un informatore un vero giornalista”, ha detto ancora Giannini.
I giornalisti aiuteranno le scuole, ma l’impegno preso è un aiuto, uno stimolo, anche per loro. Per noi tutti.

Fonte: Sir
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