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Cresce la solidarietà sociale delle aziende italiane

L’80 per cento delle imprese del nostro Paese con oltre 80 dipendenti ha dichiarato di impegnarsi in iniziative di responsabilità sociale, per un investimento totale di un miliardo e 122 milioni di euro. È quanto emerge dal settimo Rapporto di indagine curato dall’Osservatorio Socialis in collaborazione con Baxter, FS Italiane, Prioritalia e Terna. Il dato, che è il più alto degli ultimi 15 anni, ha preso in considerazione diversi elementi quali il coinvolgimento dei dipendenti, l'attenzione all’ambiente, la lotta agli sprechi, l'ottimizzazione dei consumi energetici, tutti fronti su cui le aziende si sono impegnate attivamente. Ma secondo il rapporto, la spinta virtuosa arriva soprattutto dai cittadini, che sempre di più tendono a premiare con i loro consumi le aziende più etiche.

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Cresce la solidarietà sociale delle aziende italiane

Arrivano notizie incoraggianti dal mondo delle aziende italiane, soprattutto sul fronte della responsabilità sociale. Nel 2015, l’80 per cento delle imprese del nostro Paese con oltre 80 dipendenti ha dichiarato di impegnarsi in iniziative di responsabilità sociale, per un investimento totale di un miliardo e 122 milioni di euro. È quanto emerge dal settimo Rapporto di indagine sull’impegno sociale delle aziende in Italia, curato dall’Osservatorio Socialis in collaborazione con Baxter, FS Italiane, Prioritalia e Terna. Il dato, che è il più alto degli ultimi 15 anni, ha preso in considerazione diversi elementi quali il coinvolgimento dei dipendenti, l’attenzione all’ambiente, la lotta agli sprechi, l’ottimizzazione dei consumi energetici, tutti fronti su cui le aziende si sono impegnate attivamente. Ma secondo il rapporto, la spinta virtuosa arriva soprattutto dai cittadini, che sempre di più tendono a premiare con i loro consumi le aziende più etiche. Lo testimonia appieno una recente indagine di Gfk Eurisko per la Fondazione Sodalitas, che rivela come il 76 per cento degli italiani ritiene molto importante che l’impresa garantisca la sostenibilità della propria filiera, mantenendo standard socio-ambientali rigorosi da parte dei propri fornitori. “Ci troviamo di fronte a una vera e propria inversione di tendenza – ha affermato Roberto Orsi, direttore dell’Osservatorio Socialis – i cui effetti saranno ancor più visibili tra pochi mesi, quando l’Italia recepirà la nuova Direttiva UE 95/2014 che impegna le imprese che costituiscono enti di interesse pubblico a rendicontare anche le informazioni di carattere non finanziario”.

Star bene conviene. Tra gli esempi di buone pratiche da parte di imprese italiane c’è sicuramente quello della Technogym, l’azienda nata nel 1983 e diventata in questi anni leader mondiale nella produzione di tecnologie e servizi per il fitness e la riabilitazione. Attraverso le sue attività e relazioni con gli stakeholder, l’azienda di Cesena cerca di diffondere il messaggio che star bene conviene a tutti: alla collettività, allo Stato e anche alle imprese. Un esempio di questo impegno è il progetto Wellness Foundation, avviato nel 2003, che sostiene la ricerca scientifica e l’educazione alla salute, con attività concrete che si traducono in sostegno alle categorie sociali più deboli, creazione di ideazione di campagne mirate ai giovani e interventi a sostegno del patrimonio artistico. “Da più di vent’anni – spiega Enrico Manaresi, responsabile della comunicazione di Technogym – la nostra azienda ha come obiettivo l’educazione alla salute e la promozione di uno stile di vita sano, e questo tipo di filosofia si riflette naturalmente nelle nostre attività di responsabilità sociale. La nostra mission aziendale, infatti, è mirata al diffondersi di un comportamento socialmente responsabile nei confronti non solo dei propri collaboratori e dei clienti, ma di tutta la collettività”. A testimonianza dell’impegno sociale del gruppo, pochi anni fa è nata anche la Wellness Valley, l’iniziativa che punta a fare dell’Emilia Romagna il primo distretto internazionale di competenze nel benessere e nella qualità della vita delle persone partendo dalla valorizzazione del patrimonio sociale, storico, artistico e naturale del territorio.

Standard etici. Ma tra le imprese italiane più note per il loro impegno sociale figura senza dubbio la Illycaffè, azienda fondata nel 1933 e specializzata nella produzione di caffè. Per il quarto anno consecutivo, l’impresa con sede a Trieste è entrata nel 2016 nella prestigiosa lista delle “World’s most ethical company” stilata dall’Istituto Ethisphere, ovvero il riconoscimento che premia le compagnie che si sono distinte per il proprio approccio etico al business. “Si tratta di un premio che testimonia il nostro impegno quotidiano nel perseguire i più alti standard etici – ha dichiarato Andrea Illy, presidente di Illycaffè – e voglio precisare che questo obiettivo è stato il fondamento dell’azienda sin dalla sua creazione, più di 80 anni fa, da parte di mio nonno”.

Fonte: Sir
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