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Ancora non è entrata a regime la nuova legge sul pluralismo e già si parla di riformarla. Le associazioni di categoria chiedono tempo e maggior riflessione al governo

Aspettare qualche mese per valutare gli effetti della nuova legge

Nota di Alleanza delle Cooperative Comunicazione (Il Presidente, Roberto Calari) File (Il Presidente, Roberto Paolo), Fisc (Il Presidente, Don Adriano Bianchi), Uspi (il segretario generale, Vetere Francesco Saverio) al senatore Vito Crimi Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all'Informazione e all'Editoria che chiede di aspettare qualche mese per lavorare alla riforma

Aspettare qualche mese per valutare gli effetti della nuova legge

Alla c.a. del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all'Informazione e all'Editoria, Senatore Vito Claudio Crimi

Egregio Senatore, anzitutto riteniamo necessario ringraziare Lei e i suoi collaboratori per l’attenzione che ci avete riservato. Proprio alla luce di quanto emerso nel più recente incontro abbiamo ritenuto importante condividere alcune riflessioni ed alcune proposte insieme alle associazioni di categoria del settore con le quali abbiamo, in questi anni, cercato di contribuire a diffondere, tutelare e promuovere il valore del pluralismo nel Paese. Nel quadro di un confronto costruttivo che via via è emerso e che auspichiamo di proseguire nelle prossime settimane,riteniamo opportuno sottoporre alla Sua attenzione queste considerazioni. Contribuzione diretta Nel corso dei vari incontri con Lei è emersa la sua intenzione di introdurre nell’ambito della legge di bilancio una norma che limiti i massimali dei contributi. Egregio senatore,come Le abbiamo manifestato con grande preoccupazione ancora una volta, si prevederebbe di poter modificare il sostegno pubblico previsto dalla Costituzione con un emendamento nella legge di bilancio. Inoltre l’introduzione di uno zoccolo al contributo inciderebbe sia sui giornali nazionali, sia su molti giornali locali. L’introduzione di un limite, nonostante l’ipotesi prospettata di una riduzione graduale (20%, 40%, 60%), determinerebbe la chiusura di molte imprese editrici con evidenti ripercussioni in termini di posti di lavoro e con forte riduzione delle voci plurali e indipendenti nel Paese. La nostra proposta è, allora, quella che Governo e Parlamento possano attendere il 2020 per ripensare più organicamente le integrazioni e le modifiche da apportare complessivamente alla attuale normativa, utilizzando il 2019 per aprire celermente un tavolo di confrontoche, anche sulla scorta dei dati del 2018, porti all’individuazione del percorso più opportuno da affrontare in un comune sforzo di individuare le soluzioni più opportune e condivise. Tutto questo tenendo conto che già le aziende si apprestano a lavorare l’anno 2019 seguendo la legge vigente. Vorremmo a tal proposito ricordare che il 2018 è il primo anno di entrata in vigore della nuova legge. A partire dal 2019, quindi, si potrà sapere quante imprese saranno in condizioni di accedere ai contributi con le nuove norme (informazione disponibile da febbraio) e quale sarà il contributo per ogni impresa (informazione disponibile da settembre). Aspettare qualche mese significa creare i presupposti per scrivereuna buona riforma. Gentile Sottosegretario, confidiamo di poter ulteriormente approfondire con Lei quanto riportato in questa Nota, e di poter ragionare su altri approfondimenti e su possibili soluzioni tecniche che stiamo cercando di elaborare nello spirito di un confronto serio e costruttivo con il Governo da Lei rappresentato e con il Parlamento. In attesa di sentirla o di avere indicazioni di come auspicabilmente proseguire il confronto avviato Le inviamo cordiali saluti Per Alleanza delle Cooperative Comunicazione, Il Presidente, Roberto Calari Per File, Il Presidente, Roberto Paolo Per Fisc, Il Presidente, Don Adriano Bianchi Per Uspi, il segretario generale, Vetere Francesco Saverio

Fonte: Comunicato stampa
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