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L’iniziativa è stata curata dalla Saint Pio Foundation con il patrocinio del Dicastero per la Comunicazione

10 scatti inediti di Padre Pio

Il fotografo personale del frate di Pietralcina ha divulgato alcune istantanee autentiche per accrescere la devozione verso il santo

10 scatti inediti di Padre Pio

A venticinque anni dalla beatificazione di Padre Pio e a ventidue dalla sua canonizzazione, sono state divulgate gratuitamente dieci foto autentiche e inedite del santo di Pietralcina realizzate da Elia Stelluto, fotografo ufficiale del santo. L’iniziativa dal titolo “Fotografie di San Pio – Memorie di un Santo” è a cura della Saint Pio Foundation, un’organizzazione caritatevole no-profit che, da dieci anni, promuove la conoscenza e la devozione verso San Pio. Vissuto tra il 1887 e il 1968, il cappuccino non gradiva essere ritratto in qualche scatto né tollerava il flash delle macchine fotografiche. Elia Stelluto, nato nel 1935, lo conobbe all’età di 7 anni, precisamente nel 1942, quando infuriava la seconda guerra mondiale. All’epoca era per lo più un ragazzino che vagabondava per strada in cerca di cibo, di svago e di divertimento. Venne introdotto nel convento di San Giovanni Rotondo che, per lui, divenne un luogo di rifugio. “Ero di casa. Avevo le chiavi del convento, entravo ed uscivo quando volevo” riferisce Stelluto a Vatican News – “Padre Pio è stato per me un papà. Il papà che non ho avuto” ha aggiunto. Divenuto un chierichetto, l’adolescente introdusse nell’edificio religioso la sua macchina fotografica per scattare delle foto e per guadagnarsi qualche soldo. Nonostante la regola francescana lo vietasse, il frate di Pietralcina gli permise di produrre le sue tanto desiderate istantanee lasciandolo libero di muoversi tra le mura del convento, a condizione però di non arrecare alcun fastidio ai confratelli. Elia è stato artefice di migliaia di immagini, nelle quali rivivono la preghiera, gli incontri, gli sguardi e i gesti quotidiani di Padre Pio. L’ha immortalato, senza flash, anche durante le celebrazioni liturgiche e nei momenti di raccoglimento e di riflessione. Un dato veramente stupefacente è che tutti questi scatti hanno una luce singolare. “Io non riesco a capire il mistero di queste foto” ha riferito il “ragazzo fotografo”, come veniva chiamato dallo stesso religioso. Da oggi i fedeli cattolici devoti del frate potranno ammirare le dieci foto scelte dal suo creatore, collegandosi al sito web www.therealsaintpio.org. Stelluto ha presentato questi scatti durante la conferenza stampa che si è tenuta lo scorso 29 aprile presso la Filmoteca Vaticana, con il patrocinio del Dicastero per la Comunicazione e del Dicastero per l’Educazione e la Cultura, alla presenza del fondatore della Saint Pio Foundation, Luciano Lamonarca, e di mons. Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento. Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione, ha rammentato le origini popolari del santo frate, sottolineando come il suo ricordo sia ancora vivo e attuale nella memoria collettiva. Il cappuccino aveva la capacità di comunicare non solo a parole ma con i gesti, con gli sguardi, con il suo portamento, nonostante il suo fosse un cattolicesimo esigente. Le fotografie di Stelluto lo mostrano in tutta la sua semplicità e naturalezza, pienamente amalgamato nella vita conventuale e sempre pronto a fare la volontà di Dio. Lo scopo dell’iniziativa è quello di far vedere il volto laico, umile e umano del frate, e non solo quello del santo stigmatizzato che tutti conoscono. Le istantanee offrono uno spaccato dell’epoca in cui è vissuto Padre Pio e dell’ambiente in cui è cresciuto, due elementi imprescindibili per comprendere bene la sua personalità. Esse sono un dono che Stelluto ha voluto fare alla comunità cattolica, perché “possa beneficiare di questo atto di amore”. Ha inquadrato, con la sua fotocamera, il volto di una “persona dolce e affettuosa” dal sorriso contagioso che gli ha lasciato tre insegnamenti: l’importanza di pregare, di andare a messa la domenica e di recitare il Rosario. “La sua arma era il Rosario” - ha spiegato l’uomo a Vatican News – ricordando che, a chi gli chiedeva dei miracoli, raccomandava di affidarsi alla preghiera. L’enorme archivio fotografico di Elia Stelluto è ora gestito dal nipote, Ruben Lobos. Consta di circa tremila foto, molte delle quali inedite, e di vari filmati. Le pellicole ad alta risoluzione sono state accuratamente digitalizzate per preservarle dal possibile rischio di deterioramento. Tra le altre risorse messe a disposizione dalla Saint Pio Foundation vi è anche “La canzone di Padre Pio”, composta dal musicista foggiano Rico Garofalo e dal paroliere Gino Scauzzillo. In più l’ente ha scelto circa 365 lettere, tradotte in cinque lingue, scritte da Padre Pio e rivolte ai sui direttori e figli spirituali. “Vogliamo dare un messaggio di speranza. Dobbiamo essere più in comunione con noi stessi e con gli altri e credo e spero che Padre Pio inciti le persone a essere più pacifiche” ha detto Lamonarca. È uno dei santi più venerati al mondo e, quando era in vita, rappresentò un caso più unico che raro per la cristianità moderna e per l’attenzione che rivolgeva a chi si recava da lui, per essere accolto, curato o guarito. Un vero testimone di Cristo!

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