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Il monaco che vinse l'apocalisse

Presentato a Cinecittà in anteprima privata per studiosi, istituzioni e vescovi il film sull'abate di Fiore

Il monaco che vinse l'apocalisse

Finalmente un film su Gioacchino da fiore, fondato e ragionato sui documenti e la storia dell’abate florense. È stata presentato A Roma, in un’anteprima riservata alle autorità ecclesiastiche, alle istituzioni e agli studiosi, la pellicola “il Monaco che vinse l’Apocalisse” di Jordan River. Un’opera cinematografica alla quale la squadra della Delta Star Pictures ha lavorato quasi 5 anni. Il film è ispirato alla vita e al pensiero di Gioacchino da fiore, uomo che ha segnato indelebilmente il medioevo europeo, e che ha varcato i confini nazionali le internazionali.
Il regista lo definisce un film meditativo e potente, che è qualcosa di mistico, e che effettivamente si coglie non solo nella fotografia ma nell’immersione delle scene che prendono lo spettatore per mano e lo portano all’interno di abbazie medievali e di panorami silani incantevoli.
Un’opera di spessore visivo dov’è i luoghi, quelli abitati e vissuti dall’abate di fiore, si caricano di una grande simbologia. La fotografia ad altissima risoluzione (dovrebbe essere il primo film italiano girato nel formato 12 K) tocca antichi borghi calabresi e laziali, montagne impervie e boschi dei giganti della Sila, coperti da foglie autunnali o dal manto nevoso. La realtà delle scene ha richiesto alla squadra di recarsi più volte negli stessi paesaggi per ambientare momenti diversi della vita del monaco calabrese. Costumi e scenografie sono state ricostruite secondo le caratteristiche del tempo e grazie agli studi accurati sul medioevo; le musiche originali accompagnano con grande equilibrio armonico i passaggi della vita di Gioacchino da fiore aiutandone la narrazione. Il regista si è ritagliato alcuni spazi di libertà che sostengono la narrazione filmica ma va anche detto che essi sono collegati strettamente al senso di profezia che nel film stesso è ben descritto.
Per chi conosce la vita e il pensiero dell’abate River ha fatto parlare le sue opere accompagnate dalla Sacra Scrittura che centellinata qua e là nei dialoghi così come facevano i padri della Chiesa dai quali Gioacchino da Fiore ne ha assunto lo stile predicativo e dottrinale.
Il film, che sarà disponibile in vista del Giubileo e dal prossimo autunno, narra la vicenda umana, anche il travaglio della conversione e la perfetta adesione dell’uomo di Dio alla Chiesa dalla quale non si discosta né si allontana nel pur giustificato desiderio di purificazione e costante rinnovamento.
Anche la trama si distacca dallo stile tradizionale della narrazione biografica facendo raccontare all’abate, ormai vicino alla morte, i momenti salienti della sua vita che hanno un suggestivo inizio con la rinuncia alle armi durante la crociata e l’adesione ad un progetto di vita spirituale ed eremitico che passerà attraverso le grandi abbazie calabresi e giungerà a Casamari, luogo nel quale il Monaco potrà attingere alla grande biblioteca e avviare il suo grande percorso di scrittura ehm e di commento della parola di Dio annunciando una terza epoca, com’è il tempo dello Spirito Santo e della grazia maggiore. Tutti i reali riferimenti e i personaggi storici interpretati nel film che fanno cogliere la dimensione di una battaglia tra il bene e il male, tra il divino e il malefico rappresentato dal drago apocalittico, che alla fine sarà sconfitto dalla potenza divina della Trinità chi abita la storia e la vita degli uomini.
Novantacinque minuti intensi con un cast di eccezione e la grande interpretazione di Gioacchino che ne fa Francesco turbanti. Caratteristica del film è che i nomi dei personaggi vengono citati latino nel soggetto e nella sceneggiatura di Michela albanese e Jordan River. Ovviamente le musiche e la colonna sonora sono originali.
Presentato a Cinecittà, nella storica sala Fellini, hanno partecipato i Vescovi calabresi a Roma per la Visita ad Limina, il presidente della Path monsignor Antonio Staglianò, personalità ecclesiastiche e delle istituzioni che hanno anche dato il patrocinio all’opera fra le quali la presidente della Provincia Rosaria Succurro e il presidente della film Commission Anton Giulio Grande.

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