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Il biologo inglese aveva svariati interessi che spaziavano dalla natura alla psicologia e alla religione

La biblioteca digitale di Darwin

Un gruppo di ricercatori britannici è riuscito a ricostruire virtualmente la biblioteca di Charles Darwin. 

La biblioteca digitale di Darwin

Nato a Shrewsbury nel 1809 e morto a Londra nel 1882, lo scienziato fu appassionato di scienze naturali, studiò geologia e curò varie collezioni entomologiche. È universalmente noto per le sue teorie sull’evoluzionismo e sulla selezione naturale, che hanno esercitato un notevole influsso sul pensiero moderno, riformando la storia della conoscenza umana. L’ipotesi secondo cui l’uomo è il risultato di una lunga evoluzione, che comporta una lotta continua con gli altri per l’uso delle risorse, e una capacità di adattarsi all’ambiente per assicurarsi la sopravvivenza, fu elaborata in seguito ad un viaggio in mare di cinque anni a bordo del brigantino Beagle. Il naturalista amante dell’ignoto e del mondo fu ingaggiato per partecipare a questa spedizione diretta verso le coste dell’America Meridionale, con il compito di occuparsi della descrizione delle specie animali e vegetali che venivano trovate. Le sue intuizioni hanno avuto ricadute positive sulla conoscenza della natura, sullo studio della vita e delle interazioni delle varie specie con gli ecosistemi in cui si trovano e, per ultimo, sull’intelligenza artificiale. Darwin possedeva una ricca biblioteca costituita da riviste, opuscoli, articoli e libri su argomenti afferenti a settori diversi: dalla filosofia alla psicologia, dalla biologia alla geologia, dall’agricoltura all’allevamento, dal comportamento animale alla distribuzione geografica delle specie, dalla religione all’arte, dalla storia ai viaggi e alle lingue. Questo è indice di una mente flessibile, eclettica, aperta alle novità e interessata agli studi condotti da altri intellettuali nei rispettivi settori di ricerca. In questa biblioteca ricorrono anche titoli bizzarri, tra cui “L’odiosa cavalletta del Colorado”, “L’anatomia di un pollo a quattro zampe” e “cavie epilettiche”. Una parte di questo sterminato patrimonio culturale cartaceo è conservato presso l’Università di Cambridge e l’Università di Down House, mentre tanti altri documenti, che erano andati persi, sono stati rinvenuti e catalogati. Gli esperti inglesi coinvolti nell’operazione “The Complete Work of Charles Darwin Online” hanno svolto, a partire dal 2006, un lavoro abbastanza meticoloso, dettagliato e paziente, sotto la direzione di John van Wyhe, storico inglese presso il Dipartimento di Scienze Biologiche dell’Università Nazionale di Singapore. Stando alle parole del ricercatore, gli elenchi precedenti contenevano al massimo il 15% delle opere possedute da Darwin, e le maggiori collezioni sopravvissute non superavano i 2000 volumi (incluse le doppie copie). Ora, invece, dopo un lavoro quasi ventennale, è stato possibile creare un ingente catalogo virtuale di 300 pagine, con 7.400 titoli distribuiti su 13.000 volumi, articoli, libri e altre opere. Sono disponibili anche 9.300 link che rimandano a copie di opere disponibili su “Charles Darwin online” e fruibili in inglese, tedesco, francese, italiano, danese, olandese, svedese, spagnolo e latino. Il grande biologo ebbe un rapporto molto stretto con l’Italia, testimoniato dalla scoperta di articoli di medicina, geologia, botanica e scienze scritti in italiano. Darwin riconosceva un notevole spessore agli scienziati italiani, il cui nome è spesso citato nei testi presenti sui suoi scaffali. Un esempio è il botanico autodidatta Federico Delpino, che è noto per essere passato da un approccio meramente descrittivo e classificatorio ad una vera e propria biologia ed ecologia delle piante. Delpino sostenne la teoria di Darwin e fu considerato un suo fervente seguace. Sono stati identificati perfino oscuri riferimenti, che hanno richiesto uno sforzo notevole per risalire all’identità delle pubblicazioni che Darwin aveva registrato. A ciò bisogna aggiungere il recupero di opere vagamente citate e menzionate su vari ritagli e annotazioni sparse, che servivano al genio come promemoria per la composizione dei suoi testi. Volumi di filosofi come John Staurt Mill e Auguste Compte appartengono a questa meravigliosa collezione, insieme ad un atlante stradale dell’Inghilterra e a capolavori sull’arte. L’indagine è stata condotta partendo da numerose fonti, tra cui i registri di aste tenutesi nel corso dei secoli passati. “Darwin non era un figura isolata che lavorava da sola, ma un esperto del suo tempo che attingeva alla scienza sofisticata, agli studi e alle altre conoscenze di migliaia di persone” ha sostenuto il dottor van Wyhe. L’annuncio del contenuto online dell’intera biblioteca darwiniana è avvenuto il 12 febbraio, in occasione del 215° anniversario della nascita del grande scienziato. Quest’ultima è una data fondamentale in cui la comunità scientifica celebra il “Darwin Day”, un evento internazionale che intende ribadire l’obbligo di difendere l’impresa scientifica attraverso i valori del razionalismo e della laicità.

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