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Ecco le relazioni italiane dei Circoli Minori del Sinodo

Pubblichiamo integralmente i documenti dei Circoli di lingua italiana, pubblicate pochi minuti fa.

Parole chiave: sinodo (53)
Ecco le relazioni italiane dei Circoli Minori del Sinodo

Relatio – Circulus Italicus “A”

Moderator: Card. MONTENEGRO Francesco

Relator: Rev.do P. ARROBA CONDE, C.M.F. Manuel Jesús

Il circolo Italicus A è formato da padri provenienti da diversi paesi dell’Europa (Est e Ovest), due dall’America latina e uno dell’Africa. Insieme al delegato fraterno, hanno arricchito il dialogo due coppie di sposi intervenute, l’una in qualità di esperti, l’altra di uditori. L’unità tematica tra questa e la precedente assemblea sinodale è soprattutto la novità metodologica relativa alla procedura, con l’accresciuta valorizzazione della discussione nei circoli minori. Questo ha provocato una comprensibile difficoltà di partenza, progressivamente superata, quando la riflessione si addentrava nei contenuti dei testi.

Anche rispetto alla metodologia sostanziale che sembra aver guidato la stesura dell’Instrumentum laboris, non sono mancate iniziali obiezioni, espressione di diverse e legittime sensibilità tra i padri. L’ostacolo che una tale situazione poteva rappresentare è stato ugualmente superato dalla volontà, ben presto resa esplicita, di sforzarsi per offrire il più possibile una testimonianza di unità sui contenuti di questa parte, atteso che le proposte che emergevano dall’una e dall’altra sensibilità sono apparse più complementari che contrapposte.

A tale desiderio di testimoniare l’unità nel discernimento dei membri del circolo si aggiunge, in questo caso, la testimonianza di unità con il cammino sinodale percorso nell’assemblea straordinaria dello scorso anno, e alla quale ci ha sollecitati in modo esplicito il Santo Padre. Poiché tale cammino é espresso nei numeri dell’Instrumentum laboris che riprendono la precedente Relatio Synodi, le proposte formulate in relazione ad essi sono state caratterizzate dal desiderio di arricchirle o completarle, ma anche di evitare per quanto possibile di introdurre modifiche con contenuti di segno opposto.

Importante giovamento alla riflessione unitaria è derivato dal desiderio di manifestare la volontà di compierla nel solco dell’unità cum Petro et sub Petro, che ha indotto ad avvalersi per una buona parte dei contributi al testo, delle omelie di Papa Francesco, delle sue catechesi sulla famiglia nelle udienze generali, e di altri testi del suo magistero. Scelta che si pone in continuità con la perenne dottrina della Chiesa, di cui è sembrato importante far menzione anche in questa parte, soprattutto dei testi di Gadium et Spes, valorizzando la ricorrenza del 50° anniversario del Concilio.

Vale la pena sottolineare che, l’unità sostanziale tra le preoccupazioni proprie di ciascuna delle due sensibilità metodologiche, rispetto al discernimento che si doveva compiere sui numeri di questa prima parte, è stata facilitata dalla percezione, presto condivisa, di tre tipi di esigenze di portata generale:

La necessità di mantenere lo stile di approccio alle sfide che rappresenta la realtà familiare nel contesto attuale, partendo sempre dai dati positivi, affermando la speranza che ci muove, nonché la presenza del Signore, rassicurante anche in questa ora, senza con ciò ignorare o addolcire la gravità degli elementi negativi.

L’esigenza di far espressa menzione della portata radicale che possiedono alcuni di tali fattori negativi rispetto all’essenza stessa della realtà familiare.

Lo sforzo per formulare il Vangelo della famiglia, che feconda le varie culture, in termini di proposta anche culturale, che si offre a tutti. Tale sforzo appare indispensabile in un momento in cui è in atto (sulla tematica) un cambiamento epocale.

I padri del circolo si sono sforzati molto seriamente per compiere un discernimento in grado di produrre formulazioni il più condivise possibile. Di ciò è prova il fatto che la maggior parte dei modi, dopo lunghe discussioni in certi casi, è stata votata all’unanimità.

Vengono ora indicati sinteticamente gli aspetti più specifici che sono stati oggetto di speciale discernimento nel circolo, sull’introduzione e su ciascuno dei quattro capitoli della prima parte.

Introduzione

Una buona parte dei padri, nell’analizzare il testo dell’introduzione al documento, ha segnalato l’esigenza di utilizzare formule che lascino fuori dubbio sin dall’inizio che l’unico modello di famiglia che corrisponde alla dottrina della Chiesa è quello fondato sul matrimonio tra uomo e donna. L’indicazione è stata accolta prontamente avvalendosi dell’omelia di Papa Francesco nella Messa di apertura di questa assemblea.

L’introduzione è sembrata il luogo adatto nel quale riferirsi alla portata epocale del cambiamento in atto rispetto alla famiglia, e alla risposta con valenza anche culturale cui ci sentiamo chiamati come Chiesa.

Capitolo I

Sul contesto antropologico e culturale è parso necessario riferirsi con maggiore abbondanza ai rischi dell’ideologia del gender, nonché alla sua incidenza negativa nei programmi educativi di molti paesi.

Anche rispetto alla sfida del secolarismo è sembrato necessario che ci sia un maggior sviluppo.

Capitolo II

I testi sul contesto socio-economico sono stati ritenuti sostanzialmente adeguati e completi, essendosi ridotti i contributi alla menzione espressa della sfida che rappresentano i figli dei genitori separati, e alla cultura dello scarto vincolata alla sfida ecologica.

Capitolo III

Oltre al completamento di alcune situazioni meritevoli di menzione nel capitolo III (come la tratta di persone, la cura pastorale delle famiglie che hanno vissuto le migrazioni, …) è sembrato importante dividere alcune tematiche disomogenee nel n. 28, separando i temi dei bambini e delle donne, nonché includendo il tema della presenza-assenza dei padri.

Capitolo IV

Nella formazione all’affettività si è ritenuto d’obbligo far menzione espressa dell’ideale della castità e del valore dell’oblatività.

[01670-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Relatio – Circulus Italicus “B”

Moderator: Card. MENICHELLI Edoardo

Relator: Card. PIACENZA Mauro

I Padri facenti parte del Circolo Italico B hanno proceduto alla lettura dei singoli numeri della I parte dell’IL e alla loro considerazione con ampia e articolata discussione, addivenendo sempre a conclusioni ampiamente condivise.

Con una visione fondamentalmente positiva del testo si sono redatti i singoli “MODI” sempre avendo a mente quel realismo pastorale che intendiamo perseguire. In generale si è rilevata la convinzione di asciugare un poco il testo, di evitare il più possibile frasi subordinate e rivederlo sotto l’aspetto stilistico.

Si parla ai primi numeri di cambiamento antropologico – culturale, ma ci si pone la domanda: cambiamento di chi? Certamente non dell’insegnamento di Cristo: il cambiamento è del mondo e si dovrebbe chiarire. Si preferirebbe parlare di “cambiamento culturale nell’attuale società” (nn. 6-7). Sembrerebbe inoltre conveniente dare un contenuto all’espressione “Vangelo della Famiglia” e, nel n. 6, spendere qualche parola circa il valore della persona.

I Padri hanno rilevato l’importanza del fatto che il testo possa riportare maggiori citazioni bibliche (per incontrare la prima si deve arrivare al n. 39, p. 32) e qualche citazione patristica. In questo senso al n. 7 (p. 13), dove si parla della bontà del progetto creativo di Dio si potrebbe citare la Sacra Scrittura e il testo di Clemente Alessandrino, laddove insegna che l’uomo diventa immagine di Dio cooperando alla creazione. Nel contesto della fragilità e forza della famiglia (n. 10) i Padri hanno espresso l’auspicio di un cenno alla “vocazione” della famiglia.

È opportuno ricordare che la pari dignità fra uomo e donna ha radici evangeliche. Si ricorda e si rilancia la realtà della donna e del suo ruolo all’insegna della reciprocità valorizzando l’uguaglianza e la differenza, evitando eccessi e unilateralità.

D’altro canto si sottolineano i limiti di un femminismo all’insegna della sola uguaglianza che schiaccia la figura della donna su quella dell’uomo e i limiti di quello all’insegna della sola differenza che tenta di allontanare le identità uomo-donna.

I Padri hanno suggerito di considerare il rapporto tra welfare ed azione compensativa della famiglia. Tuttavia si domandano efficaci interventi legislativi finalizzati al sostegno della famiglia e delle sue necessità.

Si è auspicato un cambiamento della prassi delle Organizzazioni Internazionali che condizionano i loro aiuti per lo sviluppo dei paesi più poveri alle politiche demografiche.

Anche grazie all’impulso della dottrina sociale della Chiesa e ultimamente dell’Enciclica Laudato si’ si auspica una conversione della mentalità contemporanea attraverso la cultura di una «ecologia integrale», verso un nuovo modo di pensare e di vivere (n. 16).

In riferimento all’ultima stagione della vita, i Padri ritengono si debba esprimere un incoraggiamento a sostenere quelle realtà ecclesiali che si adoperano per stare accanto alle famiglie provate, affinché possano vivere tale momento di dolore alla luce della speranza cristiana (n. 20).

Il fenomeno migratorio odierno, che riguarda non poche popolazioni in varie parti del mondo, causato dalla guerra, dalla povertà o dal desiderio di una vita migliore, coinvolge sempre più profondamente le famiglie e interpella in modo particolare anche le Chiese. Pertanto l’accompagnamento dei migranti e dei rifugiati esige una pastorale specifica e collaborativa - tra Chiesa di provenienza e Chiesa di accoglienza - rivolta ai membri delle famiglie che emigrano, e a quelli che rimangono nei luoghi di origine. Il rispetto delle diverse culture e delle diverse fedi, da parte di chi emigra e di chi accoglie, costituisce una delle condizioni indispensabili per una integrazione che porti ad una pacifica convivenza. È pure importante sottolineare non solo i diritti dei migranti, ma anche i loro doveri.

La famiglia, intesa come comunità educante, conduce a sostenere l’espressione poliforme dell’affettività preferendo la testimonianza all’insegnamento, camminando insieme, armonizzando i sentimenti secondo il proprio stato di vita nella prospettiva del pieno dono di sé.

La famiglia della Chiesa esprime pienamente l’espressione di comunità educante curando in particolar modo la preparazione dei diversi – per ministeri, carismi, competenze – operatori pastorali. Si segnala la delicatezza dell’educazione all’affettività nella formazione presbiterale.

È da sottolineare che, così come per Dio non esistono “lontani”, analogamente per la Chiesa. A fronte della condizione sofferta dalle coppie impossibilitate a generare figli si deve esprimere particolare cura pastorale di consolazione e di sostegno reindirizzando anche alla realizzazione di una generatività che non coincide necessariamente con la fecondità biologica, come per esempio l’adozione e l’affidamento.

I Padri segnalano la necessità di denunciare lo sfruttamento:

- del lavoro minorile

- dei bambini-soldato

- del corpo della donna (prostituzione, utero in affitto, violenza fino al femminicidio e lo stupro come “arma di guerra”).

I nn. 31-33 esprimono una realtà che interpella corpo e spirito, progetto e sentimenti. Si avverte la necessità di ribadire che la Chiesa ha uno sguardo positivo sulla sessualità, espressione di tensione sinfonica tra eros e agape.

Si ritiene necessario, al riguardo della sfida bioetica (n. 34) di tenere conto del patrimonio filosofico – teologico cristiano che può indirizzare una comprensione più serena di una materia così delicata, favorendo la collaborazione di esperti.

Relatio – Circulus Italicus “C”

Moderator: Card. BAGNASCO Angelo

Relator: S.E. Mons. BRAMBILLA Franco Giulio

Le sessioni del Circulus Italicus (C) hanno discusso con grande attenzione il testo della prima parte, nei suoi aspetti generali, nella sua architettura e nello sviluppo linguistico e contenutistico del documento. Il frutto dell’ampia analisi ha messo in luce tre aspetti di carattere generale:

1. La tessitura del testo è apparsa a molti fortemente connotata da una prospettiva occidentale (europea e nordamericana), soprattutto nella descrizione degli aspetti e delle sfide aperte dalla secolarizzazione e dall’individualismo che connota le società dei consumi. La presenza nel circolo di membri sinodali dell’Europa orientale, dell’America latina e di altri Paesi africani o del vicino Oriente ci ha ricordato anche altre prospettive, che devono essere integrate nel testo e che abbiamo tentato di esprimere in qualche emendamento. Soprattutto è emersa la raccomandazione che nella revisione del documento si proceda con grande attenzione a facilitare il testo, a ripulirlo da un linguaggio troppo tecnico e ad arricchirlo con punti di vista diversi. Abbiamo favorito l’accoglienza dei modi che illustrano un ventaglio di situazioni che rendono la diagnosi, offerta nel testo, più rispondente alla varietà cattolica della Chiesa e alla ricchezza delle esperienze umane raccontate nel testo. Si è anche sottolineato che la diagnosi offerta nel documento privilegia le ombre e fatica ad evidenziare i punti di forza positivi che emergono dal panorama tracciato. L’ampia fenomenologia di questa prima parte diventa veramente utile se riesce a indicare strade nuove per la famiglia.

2. Si è discusso molto, già a partire dal titolo del Documento, sul “punto focale” dell’intenzione pastorale che muove questo Sinodo su La vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo e sulla sua traduzione nella architettura del documento. Iniziando la lettura dalla prima parte, molti hanno fatto osservare che nel testo dovrebbe apparire chiaramente che le tre parti devono essere lette in una profonda circolarità. Il metodo del “vedere, giudicare agire”, che sembra il filo rosso del testo, non va inteso e praticato intendendo le tre tappe come crono­logicamente successive, ma in modo fortemente intrecciato, così che non si può “vedere” se non lasciandosi educare dallo sguardo di Gesù e dall’amore per le famiglie e per i popoli. L’annuncio evangelico sulla famiglia e che considera la famiglia come soggetto di evangelizzazione si colloca così al centro della cura della Chiesa (“giudicare”), e dovrà stimolare una prassi pastorale nuova e creativa (“agire”) per l’iniziazione delle giovani famiglie, per l’accompagnamento delle famiglie con figli adolescenti e giovani e per l’integrazione della famiglie dal cuore ferito. È emersa un’indi­cazione pressante per la stesura finale a raccordare con richiami e rimandi signi­ficativi la circolarità fra le tre parti. A questo proposito il nostro “circolo” propone un emendamento che anticipa il numero 10 (sulla “Forza e debolezza della famiglia oggi”) e lo riscrive totalmente come numero introduttivo alla prima parte (n. 6).

3. La terza osservazione generale riguarda la lunga sezione intitolata “Famiglia e Inclusione” che colpisce talvolta per la sua eterogeneità di prospettive e di analisi e che ci ha occupati per quasi un giorno intero di dibattito. Il tema dell’inclusione è qui introdotto come un complesso di sfide che sono legate alla famiglia dove alcune situazioni (la terza età, la vedovanza, il fine vita, la disabilità, i migranti, i bambini, le donne, ecc.) possono diventare motivo di esclusione, di marginalità, di separazione e di nuove povertà, altrettanto gravose come le povertà materiali. Il nostro circolo suggerisce di mutare il titolo: “La famiglia: le sfide dell’inclusione”, togliendo dai successivi titoli la ripetizione delle molte “sfide” che sono attribuite alla trattazione dei diversi soggetti. Molti modi che il nostro circolo ha proposto intendono anche leggere in positivo queste sfide non solo per la famiglia perché diventi luogo di inclusione, superando il suo regime di vita appartata (vive in un “appartamento”), ma anche per la missione evangelizzatrice della Chiesa. E solo dal concorso virtuoso della famiglia, della comunità cristiana e delle altre realtà sociali che la sfida dell’inclusione può camminare, coinvolgendo tutte le facce di questo poliedro dai molti volti. L’obiettivo è di mostrare che la famiglia è il crocevia di molteplici integrazioni che cambiano la vita fraterna della chiesa e danno forza al tessuto sociale.

4. Il Circolo Italicus C propone infine una serie di emendamenti. Alcuni ritiene che siano importanti per arricchire il testo e mette a disposizione gli altri per il lavoro della Commissione centrale. Cito i temi degli emendamenti di cui si è fornita la stesura di un testo nuovo o di parti di testo.

- Forza e fragilità della famiglia oggi. Questo numero è stato riscritto, anticipando il n. 10 che risultava la conclusione un po’ debole del primo capitolo. È stato trasformato in un Incipit che introduce tutta la prima parte e la apre alle due successive. Il numero indica nella famiglia, realtà terrena e mistero di salvezza, la capacità che essa ha di incarnarsi nelle culture umane e di trasformarle. In ciò sta esattamente la forza della famiglia e insieme la sua debolezza. Accompagnare la famiglia nei grandi momenti di trasformazione della società è il modo con cui la Chiesa mette la famiglia al centro della sua azione evangelizzatrice. Tutta la prima parte del documento descrive il “grande campo” in cui seminare il seme buono perché fruttifichi.

- Il cambiamento antropologico: il testo propone una integrazione del numero 7 e cerca di descrivere il cambiamento antropologico non solo nelle sue ombre, ma anche per le opportunità che esso tiene aperte per la vita della coppia e della famiglia, valorizzando le possibilità contenute in alcuni filoni dell’antropologia contemporanea.

- Teoria del genere: il Circolo precisa le implicazioni del numero 8 sulle teorie del genere, mettendo più chiaramente in luce il loro carattere ideologico e offrendo alle famiglie un aiuto per riprendersi il loro originario diritto all’educazione dei figli nel dialogo responsabile con gli altri soggetti educativi.

- Le nuove forme di povertà: l’emendamento arricchisce la lettura del quadro delle nuove povertà segnalando fenomeni di sfruttamento della prostituzione, selezione delle bambine prima della nascita, lavoro minorile e diffusione delle diverse forme di dipendenza.

- I disabili e la comunità cristiana: il modo mette maggiormente a fuoco la cura della chiesa per le famiglie con disabili, promuovendo i cammini ecclesiali nella catechesi e nella liturgia per i portatori di handicap e un’accoglienza cordiale da parte delle comunità cristiane.

- Nuovo ordine dei n. 31-33 del capitolo IV sul tema della rilevanza della vita affettiva: si propone di riordinare i numeri citati in questo modo: n. 31-33-32. Sono proposti anche tre emendamenti sostitutivi che riguardano il sostegno della chiesa ai processi di maturazione affettiva (n. 31), l’educazione degli affetti nello sviluppo evolutivo (n. 33), e, infine, l’intervento dei diversi soggetti educativi nel cammino formativo (n.32).

Questi sono alcuni emendamenti che hanno cercato di dare consistenza alle tre osservazioni introduttive. Auguriamo buon lavoro alla Commissione.

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