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Tanti i geni che hanno realizzato quadri raffiguranti l’episodio della venuta al mondo del Messia

La Natività nella storia dell’arte

A pochi giorni dal Natale vogliamo intraprendere un breve ma intenso viaggio nel mondo della storia dell’arte, proponendo la descrizione di alcuni tra i più noti dipinti sulla Natività. 

La Natività nella storia dell’arte

Le tele raffiguranti Giuseppe, Maria e Gesù nella mangiatoia sono un favoloso omaggio artistico a quella che – secondo la tradizione cristiana – è la più bella storia d’amore mai conosciuta prima. Tanti sono i geni italiani e stranieri che hanno tentato, con le loro pennellate e la loro indiscussa tecnica pittorica, di rappresentare la venuta del Messia, spinti da un forte interesse nei confronti dell’evento che ha dato inizio alla storia della salvezza. Matteo e Luca descrivono, nei loro vangeli, l’umile nascita del Redentore che da divinità si fa Verbo Incarnato e viene accolto dai pastori, la cui presenza simbolica ha una forte connotazione religiosa in quanto prefigura la missione di Cristo quale pastore degli uomini. I pittori, soprattutto a partire dal Rinascimento, hanno dato varie interpretazioni del senso teologico di quest’episodio nei loro capolavori. Datato al 1501 è il celebre dipinto a tempera su tela Natività mistica di Sandro Botticelli, conservato nella National Gallery di Londra. Forse in origine fu pensata come opera destinata alla devozione privata di qualche nobile famiglia fiorentina. Al centro del quadro spicca la grotta con Maria, Giuseppe, i pastori e i Magi che adorano il nuovo nato. Intorno ad essa sono visibili gli angeli e gli uomini che si stringono in forti abbracci, quasi a voler significare la pacifica unione tra umano e divino sancita dalla venuta del Salvatore, mentre alcuni demoni, alla vista del Redentore, fuggono negli inferi spingendosi nelle crepe del suolo. Quest’opera è la più devozionale di tutta la produzione botticelliana, poiché è pervasa da un senso di inquietudine e sembra preannunciare l’Apocalisse. L’artista si era lasciato alle spalle il suo passato di creatore di quadri con soggetti pagani, abbandonandosi ad una forma di religiosità quasi fanatica all’epoca delle predicazioni di Savonarola, che attaccava i costumi corrotti della Firenze del tempo e si batteva per un rinnovamento della Chiesa attraverso la penitenza e l’espiazione dei peccati. Nel quadro troviamo linee spezzate e colori lividi e cupi, che esprimono quella violenta tensione spirituale che aveva lacerato l’animo del Botticelli. Nell’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera è custodita, invece, la grande pala nota come Altare Paumgartner, realizzata tra il 1496 e il 1504 dal tedesco Albrecht Dürer, conoscitore e ammiratore dell’arte italiana. È parte di un trittico autografo commissionato all’artista dalla famiglia patrizia Paumgartner, allo scopo di decorare l’altare della Chiesa domenicana di Santa Caterina a Norimberga. Il pannello centrale rappresenta l’Adorazione del Bambino ambientata in una stretta via cittadina, con Gesù adagiato su un lembo della veste della Vergine, Giuseppe in segno di adorazione, gli angeli che attorniano il Bambino, un altro angelo che, in secondo piano, annuncia la sua venuta e la presenza di alcuni membri della famiglia Paumgartner in basso. Le due tavole ai lati, raffiguranti San Giorgio e Sant’Eustachio quasi a grandezza naturale, creano una sproporzione rispetto alle dimensioni ridotte dei personaggi centrali, a testimonianza della scarsa conoscenza delle regole prospettiche da parte di Dürer all’epoca della realizzazione dell’opera. Conservato nella Gemäldegalerie di Dresda e databile intorno al 1522 è il dipinto l’Adorazione dei pastori o La Notte di Antonio Allegri chiamato il Correggio, destinato a ornare la cappella della famiglia di Alberto Pratoneri intitolata alla Natività, dentro la Chiesa di San Prospero a Reggio Emilia. L’opera suscitò una profonda ammirazione per la delicatezza della sua pittura e per il contenuto religioso. In un ambiente che richiama le rovine classiche, immersa in una luce crepuscolare, è presente la mangiatoia con Maria che guarda amorevolmente Gesù ed è inondata dalla sua luce. A sinistra vi sono i pastori colti da meraviglia e illuminati anche loro dalla luce divina, in alto vi sono gli angeli in festa in mezzo alle nuvole, mentre in secondo piano a destra e in penombra vi sono Giuseppe, l’asinello e il bue. Correggio ritrae la scena della Natività nell’oscurità (da qui il nome del quadro), giocando molto sul contrasto tra la luce divina di Gesù, che illumina tutti e porta speranza, e le tenebre che vengono sconfitte. La Notte del Correggio ebbe un notevole successo e venne ammirata da molti altri geni, tra cui il noto pittore, scultore e architetto greco cattolico El Greco, vissuto tra Italia e Spagna. È di quest’ultimo, infatti, la tela lAdorazione dei pastori databile al 1612-1614 e conservato nel Museo del Prado di Madrid. Dipinta dall’artista per la sua tomba nella cripta della Chiesa di Santo Domingo di Toledo, presenta una composizione pittorica che si avvolge in spirale creando un movimento ascensionale. Lo stile drammatico ed espressionistico dell’opera è accentuato dai colori brillanti e dissonanti e dalla presenza di figure strane, inquietanti e sinuosamente allungate, ritratte secondo le tecniche dell’arte bizantina e occidentale apprese dall’artista durante il suo soggiorno a Venezia. Il tutto provoca una sensazione di meraviglia e di estasi per l’evento della nascita di Gesù. Concludiamo quest’excursus storico-artistico con l’Adorazione dei Pastori di Caravaggio del 1609, custodita nel Museo Regionale di Messina. Realizzato dal Merisi in Sicilia in seguito alla fuga da Malta, il capolavoro inaugura il genere della “Natività Povera” che avrà fortuna tra Seicento e Settecento. Nella scena ambientata in un’umile stalla si vede Maria sdraiata a terra, dopo la stanchezza del viaggio e del parto, e il bambino che dorme sul suo grembo. Le vesti semplici della Vergine e l’avvicinarsi dei pastori, che cercano di portare calore al nascituro e alla mamma, sono segni dell’umiltà di una famiglia povera. La mamma e il figlio, tuttavia, emettono quella luce divina che irradia le altre figure, estremamente stupite nello scoprire che si tratta del Re dei Re. Ciò che si percepisce osservando questi dipinti è quell’immensa ricchezza spirituale capace di suscitare gioia in chi crede in Colui che, nascendo, ha portato nel mondo la salvezza.

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