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Udienza generale, lo sguardo di Francesco sulle famiglie povere

Inizia il ciclo di catechesi sulle vulnerabilità delle nostre famiglie. La povertà, opzione preferenziale per il Papa che chiede una Chiesa povera e un'economia che non sfrutti la famiglia, pilastro della società il cui valore umano non è iscritto nei bilanci.

Udienza generale, lo sguardo di Francesco sulle famiglie povere

“La famiglia ha tanti problemi che la mettono alla prova”. Lo ha detto Papa Francesco ai circa 17mila fedeli presenti in piazza San Pietro per l’udienza generale: “Le nostre catechesi si aprono, con la riflessione di oggi, alla considerazione della vulnerabilità della famiglia, nelle condizioni della vita che la mettono alla prova”. “Una di queste prove è la povertà”, ha aggiunto Francesco: “Pensiamo a tante famiglie che popolano le periferie delle megalopoli, ma anche alle zone rurali… Quanta miseria, quanto degrado! E poi, ad aggravare la situazione, in alcuni luoghi arriva anche la guerra”. “La guerra è sempre una cosa terribile”, ha detto il Papa: “Colpisce specialmente le popolazioni civili, le famiglie”. “La guerra impoverisce la famiglia”, ha esclamato Francesco: “La guerra è la ‘madre di tutte le povertà’, una grande predatrice di vite, di anime, e degli affetti più sacri e più cari”. 

“Quei pianificatori del benessere che considerano gli affetti, la generazione, i legami famigliari, come una variabile secondaria della qualità della vita non capiscono niente”. Parole nette, quelle pronunciate dal Papa nella catechesi dell’udienza di oggi: per Francesco, invece, “noi dovremmo inginocchiarci” davanti alle “tante famiglie povere che con dignità cercano di condurre la loro vita quotidiana, spesso confidando apertamente nella benedizione di Dio”. Queste famiglie, ha assicurato infatti il Papa, “sono una vera scuola di umanità che salva le società dalla barbarie”. “È quasi un miracolo che, anche nella povertà, la famiglia continui a formarsi, e persino a conservare come può la speciale umanità dei suoi legami”, ha esclamato Francesco. “Che cosa ci rimane”, infatti, “se cediamo al ricatto di Cesare e Mammona, della violenza e del denaro, e rinunciamo anche agli affetti famigliari?”. “Una nuova etica civile - la risposta del Papa - arriverà soltanto quando i responsabili della vita pubblica riorganizzeranno il legame sociale a partire dalla lotta alla spirale perversa tra famiglia e povertà, che ci porta nel baratro”. 

“L’economia odierna si è spesso specializzata nel godimento del benessere individuale, ma pratica largamente lo sfruttamento dei legami famigliari”. A denunciarlo è stato il Papa, che ha definito questo atteggiamento “una contraddizione grave”. “L’immenso lavoro della famiglia non è quotato nei bilanci”, ha ammonito, deplorando che “l’economia e la politica sono avare di riconoscimenti a tale riguardo”. “Eppure, la formazione interiore della persona e la circolazione sociale degli affetti hanno proprio lì il loro pilastro”, ha ammonito il Papa: “Se lo togli, viene giù tutto”. “Non è solo questione di pane”, ha spiegato Francesco: “Parliamo di lavoro, istruzione, sanità. È importante capire bene questo”. “Rimaniamo sempre molto commossi - ha osservato il Papa - quando vediamo le immagini di bambini denutriti e malati che ci vengono mostrate in tante parti del mondo. Nello stesso tempo, ci commuove anche molto lo sguardo sfavillante di molti bambini, privi di tutto, che stanno in scuole fatte di niente, quando mostrano con orgoglio la loro matita e il loro quaderno. E come guardano con amore il loro maestro o la loro maestra!”. “I bambini lo sanno che l’uomo non vive di solo pane, c’è anche l’affetto familiare”, ha assicurato Francesco: “Quando c’è la miseria, soffrono i bambini, perché loro vogliono l’amore, i legami familiari”.  “Noi cristiani dovremmo essere sempre più vicini alle famiglie che la povertà mette alla prova”. È l’invito del Papa, che rivolgendosi a braccio ai fedeli ha aggiunto: “Tutti noi conosciamo qualcuno, papà senza lavoro, mamma senza lavoro, e la famiglia soffre, i legami si indeboliscono: è brutto questo!”. “La miseria sociale colpisce la famiglia e a volte la distrugge”, la denuncia di Francesco, secondo il quale “la mancanza o la perdita del lavoro, o la sua forte precarietà, incidono pesantemente sulla vita familiare, mettendo a dura prova le relazioni”. “Le condizioni di vita nei quartieri più disagiati, con i problemi abitativi e dei trasporti, come pure la riduzione dei servizi sociali, sanitari e scolastici, causano ulteriori difficoltà”, ha aggiunto riferendosi alla vita quotidiana delle famiglie. “A questi fattori materiali - ha proseguito - si aggiunge il danno causato alla famiglia da pseudo-modelli, diffusi dai mass-media basati sul consumismo e il culto dell’apparire, che influenzano i ceti sociali più poveri e incrementano la disgregazione dei legami familiari”. Di qui l’invito a “curare le famiglie, curare l’affetto”, perché “la miseria mette la famiglia alla prova”.  “La Chiesa è madre, e non deve dimenticare questo dramma dei suoi figli. Anch’essa dev’essere povera, per diventare feconda e rispondere a tanta miseria”. È l’appello del Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi ha ricordato che “una Chiesa povera è una Chiesa che pratica una volontaria semplicità nella propria vita - nelle sue stesse istituzioni, nello stile di vita dei suoi membri - per abbattere ogni muro di separazione, soprattutto dai poveri”. “Ci vogliono la preghiera e l’azione”, ha detto Francesco: “Preghiamo intensamente il Signore, che ci scuota, per rendere le nostre famiglie cristiane protagoniste di questa rivoluzione della prossimità famigliare, che ora ci è così necessaria! Di essa, fin dall’inizio, è fatta la Chiesa”. “E non dimentichiamo che il giudizio dei bisognosi, dei piccoli e dei poveri anticipa il giudizio di Dio”, ha aggiunto. “Facciamo tutto quello che possiamo per aiutare le famiglie ad andare avanti nella prova della povertà e della miseria, che colpisce gli affetti, i legami familiari”. Il Papa ha concluso la catechesi dell’udienza di oggi esortando i fedeli: “ognuno di noi pensi alle famiglie che sono provate dalla miseria e dalla povertà”. Poi il Papa ha riletto con i fedeli la pagina biblica che ha aperto l’udienza: “Non rifiutare al povero il necessario per la vita, non essere insensibili allo sguardo dei bisognosi, non rattristare chi ha fame, non esasperare chi è in difficoltà, non turbare un cuore già esasperato, non negare un dono al bisognoso, non respingere la supplica del povero, non distogliere lo sguardo dall’indigente, da chi ti chiede non distogliere lo sguardo e non dare a lui l’occasione di maledirti, perché questo sarà quello che farà il Signore con te”. 

Fonte: Sir
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