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Il popolo della famiglia si unisce agli appelli dei Pastori di Calabria

Il segretario regionale Rizzuti:  l' Appello dei vescovi della Calabria dà cittadinanza a tutti cattolici ponendoli al centro della vita buona della comunità.

Il popolo della famiglia si unisce agli appelli dei Pastori di Calabria

Dal 1992, con la fine del partito unico dei cattolici e l'inizio della diaspora nei partiti contro i valori e la morale cristiana, i cattolici hanno assistito passivamente e anche colpevolmente a questo degrado morale, sociale e politico.
Sono stati singolarmente accontentati, ma di fatto sono stati emarginati ed esclusi dalla vita buona del nostro Paese, perché il cristianesimo è stato considerato da questo neoliberismo imperante un puro fatto di coscienza.
"I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare. Infatti non abitano in città particolari, non usano qualche strano linguaggio, e non adottano uno speciale modo di vivere.
Abitano ognuno nella propria patria, ma come fossero stranieri; rispettano e adempiono tutti i doveri dei cittadini, e si sobbarcano tutti gli oneri come fossero stranieri; ogni regione straniera è la loro patria, eppure ogni patria per essi è terra straniera.
Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo. Osservano le leggi stabilite ma, con il loro modo di vivere, sono al di sopra delle leggi. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. Anche se non sono conosciuti, vengono condannati; sono condannati a morte, e da essa vengono vivificati. Sono poveri e rendono ricchi molti; sono sprovvisti di tutto, e trovano abbondanza in tutto. Vengono disprezzati e nei disprezzi trovano la loro gloria; sono colpiti nella fama e intanto viene resa testimonianza alla loro giustizia. Sono ingiuriati, e benedicono; sono trattati in modo oltraggioso, e ricambiano con l’onore. Quando fanno del bene vengono puniti come fossero malfattori; mentre sono puniti gioiscono come se si donasse loro la vita. Il mondo muove a loro guerra come a gente straniera, e i pagani li perseguitano; ma coloro che li odiano non sanno dire la causa del loro odio. 
Insomma, per parlar chiaro, i cristiani rappresentano nel mondo ciò che l’anima è nel corpo. L’anima si trova in ogni membro del corpo; ed anche i cristiani sono sparpagliati nelle città del mondo. L’anima poi dimora nel corpo, ma non proviene da esso; ed anche i cristiani abitano in questo mondo, ma non sono del mondo. L’anima invisibile è racchiusa in un corpo che si vede; anche i cristiani li vediamo abitare nel mondo, ma la loro pietà è invisibile. La carne, anche se non ha ricevuto alcuna ingiuria, si accanisce con odio e fa’ la guerra all’anima, perché questa non le permette di godere dei piaceri sensuali; allo stesso modo anche il mondo odia i cristiani pur non avendo ricevuto nessuna ingiuria, per il solo motivo che questi sono contrari ai piaceri. 
L’anima ama la carne, che però la odia, e le membra; e così pure i cristiani amano chi li odia. L’anima è rinchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono detenuti nel mondo come in una prigione, ma sono loro a sostenere il mondo. L’anima immortale risiede in un corpo mortale; anche i cristiani sono come dei pellegrini che viaggiano tra cose corruttibili, ma attendono l’incorruttibilità celeste. Dio li ha posti in un luogo tanto elevato, che non e loro permesso di abbandonarlo." 
Dall'Epistola a Diogneto (Cap. 5-6)
  L' Appello dei vescovi della Calabria dà cittadinanza a tutti cattolici ponendoli al centro della vita buona della comunità.
Ai cattolici spetta il compito della costruzione delle due città: la città terrena e quella celeste, perché solo i credenti trascendono la ragione e la conoscenza razionale che è parziale e frammentata.
Molti hanno tratto delle conclusioni di comodo da questo appello che ha un forte richiamo morale.
Diciamo che l'etica è la scienza della morale e come tale studia i comportamenti dell'uomo, ma noi non saremo giudicati da quello che diciamo e pensiamo, ma da quello che facciamo.
Saremo giudicati dll'agire che afferisce la morale.
Questo è un appello a vivere la dottrina sociale della chiesa, all'unità dei cattolici e alla vita buona.
Questo messaggio condanna la cattiva politica, le organizzazioni massoniche, criminali, la corruzione e gli individualismi.
I vescovi hanno affermato che i valori e i diritti comunitari vengono prima della politica e degli esasperati diritti individuali.
I nostri Pastori hanno bussato con amore, nel cuore di ognuno di noi per un richiamo forte alla vita e alla solidarietà per abbandonare questo mondo di morte. Questo appello è un ritorno al passato, un ritorno alla difesa dei beni comuni, Dio ha voluto salvare un popolo non una persona la chiamata alla vita buona è per tutti, perchè il ventre non può essere il dio dell'uomo.
Il Popolo della Famiglia della Calabria accoglie, condivide e sostiene l'appello dei Pastori, convinto che " la Calabria deve riguadagnare fiducia in se stessa, eliminando promesse illudenti, elemosine e provvidenze assistenzialistiche, prime vere minacce alla democrazia e alla dignità degli onesti e in particolare dei più giovani che aborriscono qualsiasi forma di inefficienza, incompetenza, assistenzialismo, corruzione, servilismo e favori".

Il popolo della famiglia si unisce agli appelli dei Pastori di Calabria
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