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La celebrazione a Potenza nell'anniversario della morte di mons. Nolè

La diocesi bruzia, guidata dall'Arcivescovo Checchinato, in pellegrinaggio alla tomba del compianto mons. Nolè

La celebrazione a Potenza nell'anniversario della morte di mons. Nolè

Una croce bianca nel cielo di Potenza ha dato il benvenuto a una rappresentanza di laici e sacerdoti cosentini giunti nella Cattedrale potentina, dove sono custodite le spoglie dell’amato vescovo, mons. Francesco Nolè, per celebrare a un anno dalla sua nascita al cielo, la santa messa di suffragio, presieduta da mons. Giovanni Checchinato e concelebrata dai vescovi mons. Pasquale Cascio (Sant’Angelo dei Lombardi), mons. Francesco Sirufo (Acerenza), mons. Salvatore Ligorio (Potenza) e da numerosi altri sacerdoti cosentini e potentini.

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Il Coro della Cattedrale di Cosenza, diretto da don Serafino Bianco, ha animato la celebrazione eucaristica con l’accompagnamento organistico di don Pasquale Panaro: voci e musica hanno cantato con passione e gratitudine l’affetto indelebile di chi ha amato fino alla fine.

Nel giorno della Santa Vergine Addolorata mons. Checchinato ha sottolineato come “nel cuore di Maria non si è mai spenta una luce, una speranza che sa di paradosso” e invita a fidarsi sempre di Dio nella consapevolezza che i suoi pensieri non sono i nostri pensieri, le sue vie non sono le nostre vie.

Una risposta che sa d’infinito a chi ancora si domanda il perché della morte prematura e dolorosa di mons. Nolè e con ragioni umane cerca di comprendere i disegni imperscrutabili di Dio.

Al termine della celebrazione, lo svelamento della lapide realizzata da padre Tarcisio Manta con i tratti tipici del vescovo Nolè: povertà, semplicità, aderenza alla vocazione francescana. “Il sorriso di Francesco” potrebbe essere questo il titolo dell’opera su cui risaltano la scultura di san Francesco e la foto di mons. Francesco Nolè: i due sembrano guardarsi e sorridersi con quella dolcezza ed essenzialità che ha contraddistinto la missione del presule cosentino. Quel sorriso accogliente e contagioso, povero ed elegante che faceva sentire ognuno profondamente amato, continuerà a illuminare il cuore e a scintillare negli occhi dei suoi familiari e di chi ha avuto la grazia di conoscerlo.

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