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Riapre l’oratorio del Rosario, gioiello della Cosenza barocca

I lavori di restauro hanno dato nuova luce all’edificio, che si inserisce come uno scrigno barocco all’interno del complesso monumentale di san Domenico, retto attualmente dagli Oblati di Maria Immacolata e che da circa sei secoli domina il punto di congiunzione tra la città antica e la città nuova

Riapre l’oratorio del Rosario, gioiello della Cosenza barocca

Lo splendore degli intagli dorati del soffitto e degli stucchi settecenteschi che ornano le pareti dell’oratorio dell’Arciconfraternita del Rosario di Cosenza, sono stati una riscoperta per molti cosentini. L’oratorio, infatti, è stato chiuso per circa nove anni per l’esecuzione di diversi lavori, e la sua riapertura al pubblico e al culto è stata l’occasione per riappropriarsi di questo pezzo di storia della città.

I lavori di restauro hanno dato nuova luce all’edificio, che si inserisce come uno scrigno barocco all’interno del complesso monumentale di san Domenico, retto attualmente dagli Oblati di Maria Immacolata e che da circa sei secoli domina il punto di congiunzione tra la città antica e la città nuova, nell’antico quartiere dei Rivocati.

La presenza di questa cappella nel complesso conventuale è dovuta all’attività della congregazione laicale dedicata al santissimo Rosario, una associazione di fedeli che si dedicavano ad opere di pietà e di solidarietà presente già nel XVI secolo. Come consuetudine di molti conventi domenicani, accanto alla chiesa principale sorgeva la cappella che i confrati gestivano autonomamente, concorrendo all’abbellimento della struttura fino ad assumere l’aspetto che ha ancora oggi. L’origine dell’edificio viene fatta risalire al 1630, quando i membri della già presente confraternita acquisirono dai frati il terreno per completare il proprio oratorio.

Quello che oggi è possibile ammirare è quindi il risultato di più fasi, partendo da quella più antica testimoniata dagli archi del presbiterio e delle due cappelle laterali fino a giungere alla risistemazione e ai restauri di metà ‘900. Il periodo tra ‘600 e ‘700 fu certamente uno dei più floridi per la cappella, che assunse da questa fase l’aspetto barocco che la caratterizza. Tema delle decorazioni non poteva che essere il Rosario. I Misteri sono raffigurati negli affreschi che ornano la parte superiore delle pareti e nelle tele incastonate nel soffitto. La Vergine che porge le corone del Rosario a S. Domenico e S. Caterina da Siena è poi raffigurata nella tela del Granata che sormonta l’altare maggiore. Altre opere significative arricchiscono l’oratorio, su tutte il dipinto su tavola dell’Eterno Padre posto nella cappella laterale destra, e diverse altre statue in legno e cartapesta segno delle devozioni praticate dalla confraternita e del legame con l’ordine domenicano.

La riapertura è avvenuta in occasione dell’inizio del mese mariano con la ripresa della recita del Rosario all’interno della chiesa. Molti hanno approfittato per visitare l’edificio, già familiare a molti perché scelto in passato per la celebrazione di numerosi matrimoni, e grazie alle guide presenti è stato possibile per molti avvicinarsi anche alla storia dell’edificio e apprezzarne le opere con maggiore consapevolezza.

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