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In Germania il no all'eutanasia è ecumenico

Le Chiese tedesche si oppongono ai progetti di legge presentati al Bundestag. Un no al suicidio assistito inteso come opzione di trattamento. L'intervento del presidente dei Vescovi tedeschi cardinale Marx per un dibattito che si fa sempre più fitto.

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In Germania il no all'eutanasia è ecumenico

Un "no" fermo e convinto a ogni ipotesi relativa a forme legali di suicidio assistito è giunto dalle Chiese cattolica ed evangelica di Germania. In una dichiarazione congiunta, le Chiese hanno preso posizione nei giorni scorsi rispetto alla discussione avvenuta il 2 luglio al Bundestag, il Parlamento federale tedesco, su quattro proposte di legge a vario titolo inerenti il fine vita e l'eventuale regolamentazione del suicidio assistito. Le chiese protestanti e cattoliche in Germania sono a favore del divieto di forme organizzate di suicidio assistito.
L'opposizione delle chiese. "Dobbiamo evitare che il suicidio nel nostro Paese divenga una questione quotidiana", è scritto nella dichiarazione a firma del presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), il cardinale Reinhard Marx, e del vescovo Heinrich Bedford-Strohm, presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania (Ekd). Allo stesso tempo viene sottolineata la necessità di un ampliamento delle cure palliative e hospice. "La società e in particolare i politici del nostro Paese sono chiamati a proteggere la vita in tutta la sua fragilità e vulnerabilità, agendo per creare le condizioni per un'adeguata assistenza medica all'uomo e alla fine della vita", hanno detto il cardinale Marx e il vescovo Bedford-Strohm. "In una società umana ci deve essere la primaria preoccupazione che le persone alla fine della vita siano ben assistite e accompagnate per poter morire con dignità".
Discussione accesa. La discussione presso il Bundestag ha comunque evidenziato come i temi sensibili legati al fine vita siano molto sentiti nella società tedesca. Il dibattito è stato seguito con interesse dalle Chiese e dalle associazioni di categoria dei medici, anche esse divise su quali debbano essere le condizioni e le eventuali concessioni o divieti da considerare relativamente al suicidio assistito: ma in generale, contrarie a colpevolizzare da un lato e dall'altro a dare una responsabilità di "vita o morte" ai medici ospedalieri e che operano nel servizio di assistenza familiare. Le cronache parlamentari riportano di un dibattito molto acceso su posizioni opposte e discordanti. Un aspetto che si deve considerare è la completa trasversalità dei proponenti i diversi progetti di legge: i progetti hanno la caratteristica di essere presentati da parlamentari di diversi schieramenti e di avere in comune la sollecitazione al governo federale per giungere a una legge di rafforzamento delle cure palliative e del potenziamento del sistema di hospice. Nei progetti si passa da un divieto totale del cosiddetto suicidio assistito ed eutanasia a una libertà del diritto dell'autodeterminazione del fine vita esente da colpa e pena, senza responsabilità per chi persegua l'accompagnamento e la facilitazione del compimento del suicidio.
Progetti diversi. Uno dei progetti, presentato dal vicepresidente del Bundestag, il cristiano democratico (Cdu) Peter Hinze, con due deputati socialdemocratici (Spd), permette il suicidio assistito davanti a una malattia terminale con sofferenza estrema certificata con almeno un anno di trattamenti medico ospedalieri. Il progetto di legge presentato dai Verdi rende impunibile il suicidio assistito e sdogana la non colpevolezza di medici e associazioni eutanasiche come strumento di regolamentazione del procedimento di scelta e realizzazione della morte, non consentendo però la creazione di modelli di sfruttamento economico della pratica. Articolato il dettato del progetto misto Cdu, Spd, Verdi e Sinistra, che ha avuto il maggior numero di firme di appoggio, 210, che alla depenalizzazione del suicidio assistito lega l'illiceità dell'assistenza a scopo di lucro e ogni forma di suicidio organizzata. Categorica infine, la posizione del progetto presentato dai cristiano democratici Patrick Sensburg e Thomas Doerflinger che ribadiscono il divieto al suicidio assistito e la punibilità con la reclusione sino a cinque anni per chi fornisca aiuto o inciti al suicidio.
Valutazioni cattoliche. La Chiesa cattolica ha preso più volte la parola sul problema, dicendo no a ogni forma di suicidio assistito. In particolare viene rifiutato il progetto misto Cdu/Spd "in quanto il suicidio assistito è definito come un presidio medico e fornito, quindi, come opzione di trattamento, al pari delle possibilità di cure palliative e hospice", come detto da mons. Karl Jüsten, responsabile dell'Ufficio di Berlino dei vescovi tedeschi, il quale ha sottolineato che persone in difficoltà e situazioni di vita complesse potrebbero ritenere di adoperare l'opzione legalizzata di suicidio. Mons. Peter Neher, presidente della Caritas tedesca, ha ribadito che serve una severa normativa che impedisca lo sviluppo di "uomini d'affari del suicidio assistito" perché "i malati, nell'ultima fase della vita, hanno bisogno di cura umana e buona assistenza medica". E l'arcivescovo di Bamberg, mons. Ludwig Schick, ha affermato: "Abbiamo bisogno che la vita delle persone malate, disabili e anziani venga sempre considerata preziosa, vivibile e intoccabile da parte di tutti".

Fonte: Sir
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