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Giovani, lavoro, donne, immigrazione e Giubileo nel messaggio di Sergio Mattarella

Messaggio di fine anno del Capo dello Stato dedicato alle esperienze positive e negative dell'Italia e degli italiani. Un ringraziamento forte a papa Francesco per il suo impegno e il suo magistero.

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Giovani, lavoro, donne, immigrazione e Giubileo nel messaggio di Sergio Mattarella

Giovani e lavoro, donne e diritti, immigrazione. Sono stati questi alcuni dei temi affrontati dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel suo primo discorso di fine anno agli italiani. Soprattutto, un ringraziamento a papa Francesco, all'inizio del Giubileo straordinario della misericordia, "per il suo impegno" e il suo magistero. Discorso che viene pronunciato da Mattarella in una delle sale dei suoi appartamenti, senza una scrivania dinanzi ma su una sedia. CLima più colloquiale e meno austero rispetto al passato, in pieno stile Mattarella.

"Il lavoro anzitutto". E' il primo segno più che il presidente della Repubblica dà al 2015. "L’occupazione è tornata a crescere. Ma questo dato positivo, che pure dà fiducia, l’uscita dalla recessione economica e la ripresa non pongono ancora termine alle difficoltà quotidiane di tante persone e di tante famiglie. Il lavoro manca ancora a troppi dei nostri giovani". Il Capo dello Stato ha evidenziato come "sono giovani che si sono preparati, hanno studiato, posseggono talenti e capacità e vorrebbero contribuire alla crescita del nostro Paese. Ma non possono programmare il proprio futuro con la serenità necessaria". Mail pensiero è andato anche a quei "quarantenni e cinquantenni, che il lavoro lo hanno perduto, che faticano a trovarne un altro e che vivono con la preoccupazione dell’avvenire della propria famiglia".

Mezzogiorno questione nazionale. "Il lavoro manca soprattutto nel Mezzogiorno. Si tratta di una questione nazionale. Senza una crescita del Meridione, l’intero Paese resterà indietro". Brevi frasi, quelle di Sergio Mattarella, ma pronunciate con grande incisività. No a divisioni, difesa della Repubblica, che nel 2016 compirà i suoi primi 70 anni, soprattutto unità d'intenti rispetto alla questione meridionale. "Le diseguaglianze rendono più fragile l’economia e le discriminazioni aumentano le sofferenze di chi è in difficoltà". Per superare tali problemi, il presidente auspica che il Paese sia "meno ingessato e con maggiore mobilità sociale", con l' "impresa privata" e il "settore pubblico, in particolare scuola, università e ricerca", chiamati a "operare d’intesa".

Economia. Se le previsioni per il 2016 non sono negative, "un elemento che ostacola le prospettive di crescita è rappresentato dall’evasione fiscale". Mattarella richiama uno studio di Confindustria, per il quale nel 2015 l’evasione fiscale e contributiva in Italia ammonta a 122 miliardi di euro, equivalente a 7 punti e mezzo di PIL. "Lo stesso studio calcola che anche soltanto dimezzando l’evasione si potrebbero creare oltre trecentomila posti di lavoro: gli evasori danneggiano la comunità nazionale e danneggiano i cittadini onesti. Le tasse e le imposte sarebbero decisamente più basse se tutti le pagassero.

Ambiente. Ampio spazio nel discorso di fine anno il presidente della Repubblica ha voluto dedicarlo alla questione ambientale. "Il problema dell’ambiente, che a molti e a lungo è apparso soltanto teorico, oggi si rivela concreto e centrale" - ha detto il Capo dello Stato, che si è augurato "un comune impegno da parte di tutti", perché, "in presenza di una sfida così grande, che coinvolge la salute, è necessario che prevalga lo spirito di collaborazione". Un messaggio per tutti, perché ciascuno di noi, almeno in minima parte, è responsabile dell'ambiente del proprio territorio. "Dobbiamo avere maggior cura dei nostri territori. Da quelli montani a quelli delle piccole isole, dove nostri concittadini affrontano maggiori disagi". "Occorre combattere contro speculazioni e sfruttamento incontrollato delle risorse naturali" - ha detto il Capo dello Stato, che ha comunque evidenziato come "confortante" il "vedere la formazione di molti movimenti spontanei, l’impegno di tanti che si mobilitano per riparare danni provocati dall’incuria e dal vandalismo, e difendono il proprio ambiente di vita, i parchi, i siti archeologici". Mattarella ha invitato a non "rassegnarci alla società dello spreco e del consumo distruttivo di cibo, di acqua, di energia".

Terrorismo. Il presidente della Repubblica ha voluto dedicare una parte del suo messaggio di fine anno alla questione del fondamentalismo, a partire dalle criticità dell'Asia e dell'Africa. "Realizzare condizioni di pace e stabilità per i popoli di quei Paesi è la prima risposta necessaria, anche per difendere l’Europa e noi stessi. La prosperità, il progresso, la sicurezza di ciascuno di noi sono strettamente legati a quelli degli altri" - ha proseguito Mattarella, evidenziando che "non esistono barriere, naturali o artificiali, che possano isolarci da quel che avviene oltre i nostri confini e oltre le frontiere dei nostri vicini". Forte il monito e la certezza di Mattarella. "Il terrorismo ci vuole impaurire e condizionare. Non glielo permetteremo. Difenderemo le conquiste della nostra civiltà e la libertà delle nostre scelte di vita".

Immigrazione. "Il fenomeno migratorio nasce da cause mondiali e durerà a lungo. Non ci si può illudere di rimuoverlo, ma si può governare. E si deve governare". Richiamando l'immagine del piccolo Aylan, Mattarella ha dedicato al tema immigrazione, uno dei più spinosi del 2015, espressioni molto forti, soprattutto in termini di integrazione. "Occorrono regole comuni per distinguere chi fugge da guerre o persecuzioni e ha, quindi, diritto all’asilo, e altri migranti che vanno invece rimpatriati, sempre assicurando loro un trattamento dignitoso. "Molte comunità straniere si sono insediate regolarmente nel nostro territorio, generalmente bene accolte dagli italiani. Tanto che affidiamo spesso a lavoratrici e a lavoratori stranieri quel che abbiamo di più caro: i nostri bambini, i nostri anziani, le nostre case. Sperimentiamo, giorno per giorno, sui banchi di scuola, al mercato, sui luoghi di lavoro, esperienze positive di integrazione con cittadini di altri Paesi, di altre culture e di altre fedi religiose. Il 70 per cento dei bambini stranieri in Italia, lo dice l’Istat, ha come migliore amico un coetaneo italiano". Mattarella ha invitato a "lavorare per abbattere, da una parte e dall’altra, pregiudizi e diffidenze, prima che divengano recinti o muri, dietro i quali potrebbero nascere emarginazione e risentimenti". Per il presidente della Repubblica "serve accoglienza, serve anche rigore" e "chi è in Italia deve rispettare le leggi e la cultura del nostro Paese. Deve essere aiutato ad apprendere la nostra lingua, che è un veicolo decisivo di integrazione". L'inquilino del Quirinale riconosce che "larghissima parte degli immigrati rispetta le nostre leggi, lavora onestamente e con impegno, contribuisce al nostro benessere e contribuisce anche al nostro sistema previdenziale, versando alle casse dello Stato più di quanto ne riceva. Quegli immigrati che, invece, commettono reati devono essere fermati e puniti, come del resto avviene per gli italiani che delinquono. Quelli che sono pericolosi vanno espulsi".  Il Capo dello Stato ha poi chiesto la collaborazione delle "comunità straniere in Italia", che "sono chiamate a collaborare con le istituzioni contro i predicatori di odio e contro quelli che praticano violenza".

Illegalità. "Contro le mafie stiamo conducendo una lotta senza esitazioni, e va espressa riconoscenza ai magistrati e alle forze dell’ordine che ottengono risultati molto importanti". Il siciliano Mattarella evidenzia come lo Stato sia fortemente impegnato per estirpare l'illegalità nel Paese. Vi è l'illegalità di "chi ruba, di chi inquina, di chi sfrutta, di chi in nome del profitto calpesta i diritti più elementari, come accade purtroppo spesso dove si trascura la sicurezza e la salute dei lavoratori". Il Presidente è certo che "la quasi totalità dei nostri concittadini crede nell’onestà. Pretende correttezza. La esige da chi governa, ad ogni livello; e chiede trasparenza e sobrietà. Chiede rispetto dei diritti e dei doveri. Sono numerosi gli esempi di chi reagisce contro la corruzione, di chi si ribella di fronte alla prepotenza e all’arbitrio".

Giubileo.  "Nell’anno che sta per aprirsi si svolgerà il maggior percorso del Giubileo della Misericordia, voluto da Francesco, al quale rivolgo i miei auguri ed esprimo riconoscenza per l’alto valore del suo magistero". Chiaro e netto il richiamo di Sergio Mattarella all'operato del pontefice, all'inizio di quello che il Capo dello Stato ha definito "il maggior percorso". "E’ un messaggio forte che invita alla convivenza pacifica e alla difesa della dignità di ogni persona. Con una espressione laica potremmo tradurre quel messaggio in comprensione reciproca, un atteggiamento che spero si diffonda molto nel nostro vivere insieme".

Genio italico. Fabiola Gianotti, che domani assumerà la direzione del Cern di Ginevra, Samantha Cristoforetti, "che abbiamo seguito con affetto nello spazio", Nicole Orlando, l’atleta paralimpica che ha vinto quattro medaglie d’oro. Sono le tre donne, insieme a Valeria Solesin, che il Capo dello Stato ha voluto richiamare e ringraziare nel suo messaggio di fine anno. "Sappiamo tutti che quando si parla di noi italiani le prime parole che vengono in mente sono genio, bellezza, buon gusto, inventiva, creatività. Sappiamo anche che spesso vengono seguite da altre, non altrettanto positive: scarso senso civico, particolarismo, individualismo accentuato. Ricevo ogni giorno molte lettere e, in questo mio primo anno di presidenza, in giro per l’Italia e al Quirinale, ho incontrato tante persone e conosciuto le loro storie. Parlano di coraggio, di impegno, di spirito d’impresa, di dedizione agli altri, di senso del dovere e del bene comune, di capacità professionali, di eccellenza nella ricerca" - ha evidenziato Mattarella. "L’Italia è ricca di persone e di esperienze positive. A tutte loro deve andare il nostro grazie". Anzitutto a quelle tre donne, "figure emblematiche" di tante donne italiane, per le quali il Capo dello Stato ha chiesto una reale e non solo enunciata parità di diritti.

"Un pensiero particolare alle persone con disabilità, agli anziani che sono o si sentono soli, ai malati. Un augurio speciale, infine, a tutti i bambini nati nel 2015: hanno portato gioia nelle loro famiglie e recano speranza per il futuro della nostra Italia. Vi ringrazio, e a tutti buon 2016!

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