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Dopo il concerto oltre cinquantamila bruzi hanno abbracciato il 2019 a ritmo di danza

Il focus sulla notte di Capodanno in Piazza Bilotti

La cantautrice siciliana, Carmen Consoli, ha commosso Cosenza ricordando il terrermoto etneo

In foto: Carmen Consoli (Piazza Bilotti 2019)

Oltre cinquantamila cosentini che ballano e cantano sotto il palco di Palazzo dei Bruzi. Non è bastata una pioggia sottile ma costante e fastidiosa a far desistere i cittadini che, con euforia e buoni auspici, hanno accolto il 2019 cantando assieme a Carmen Consoli, Rachele Bastreghi, e ballando sul rap di Fabri Fibra. Scattata la mezzanotte, tanti giovani e non hanno lasciato le loro abitazioni per recarsi a Piazza dei Bruzi, meta del concerto, dove ad attenderli c’era lo Studio54 Network, che ha intrattenuto la folla finché gli artisti non hanno raggiunto il palco.

Si spengono le luci, il pubblico inizia a urlare, ed ecco che appare Carmen Consoli che subito, roteando la chioma nera e a colpi di chitarra dà inizio al Capodanno 2019. “Amore di plastica”; “Parole di burro”; “L’ultimo bacio”, sono solo alcune delle canzoni cantate dalla Consoli, e Cosenza, a dispetto del freddo e della pioggia, si è divertita. Dopo un’ora abbondante di fluttuo sulle note dolci e ogni tanto forti della Consoli, un breve momento di pausa per dare tempo ai tecnici di togliere gli strumenti e fare spazio alla consolle; poi, di colpo, si accende la scenografia e un dirompente Fabri Fibra fa il suo ingresso con “Fenomeno”, e sul palco continua la festa.

Tra una sfilza di rime rap e bassi nelle casse, Cosenza ha saltellato altri settantacinque minuti buoni con il cantante marchigiano. Dalle note più cupe e riflessive di Carmen Consoli ai ritmi movimentati del “Rap futuristico” di Fabri; “Applausi per Fibra”, dunque, in tutti i sensi. “Questo è stato un capodanno bellissimo, non era facile eguagliare il successo dello scorso anno con gli Skunk Anansie; per cui le aspettative non sono state deluse” – racconta Maria Assunta, una delle tante giovani presenti – “Carmen Consoli è una bravissima cantautrice, però, forse non proprio adatta a un capodanno. Anche se ha fatto una performance più ‘rock’ rispetto ai suoi standard è sempre una cantante raffinata, più da teatro che da piazza. Fabri Fibra ha avuto un successone e ha fatto ballare tutta la piazza, probabilmente è stata lui la vera festa di fine anno. Lui in particolare è stata una sorpresa, e in molti lo hanno rivalutato leggendo i suoi testi nell’ottica giusta, ovvero utilizzare un linguaggio un po’ forte, però per raccontare i tanti fatti di violenza che ancora oggi accadono. La mia speranza per il futuro è proprio questa, che tali atti cessino, sia nei confronti delle donne, che di qualunque essere umano. Carmen Consoli” – continua Maria Assunta – “ha detto inoltre una cosa molto giusta, ovvero ha auspicato che in questo 2019 le catastrofi possano trasformarsi in opportunità, riferendosi in particolare al recente terremoto a Catania”.

Certamente un connubio particolare quest’anno, come afferma Sante:“È stato un capodanno un po’ insolito, vista la coppia e i generi differenti. Ma la combinazione è riuscita alla grande, lei straordinaria voce, grandi testi, lui molto più per giovani. Il coinvolgimento è stato forte. Il messaggio per i giovani io lo ritrovo, però, più nelle parole di Carmen Consoli” – continua Sante – “per la profondità dei suoi testi, mentre con Fibra c’è stata una ventata più di freschezza e fragranza: nel complesso è stata davvero un gran bella esperienza”. Parole, queste, che lasciano intendere che nei giovani, nonostante i tempi difficili, non è mai tramontata la speranza e la voglia di creare, di costruire; e gli artisti presenti, quella notte, ne sono stati in un certo senso portavoce.

“Ho visto un evento meglio organizzato rispetto lo scorso anno” – afferma Fabrizio – “Fabri Fibra, in particolare, è stato molto bravo a coinvolgere la folla, e nonostante il maltempo la gente ha continuato a divertirsi, compresi ragazzini adolescenti”. Ovviamente la notte non è finita lì, terminato il concerto, la folla si è diretta verso il capo opposto di Corso Mazzini, Piazza Bilotti, dove ad attenderli ancora lo Studio54 che, in una piazza gremita, ha continuato a intrattenere e far ballare la città, nonostante il freddo sempre più pungente: “A me il dj set è piaciuto” – racconta Michela - “anche se è una emittente locale, devo dire che tira molto! Sono stati bravi perché, più che altro, hanno recepito lo spirito della piazza, mettendo le canzoni giuste, essendoci molti ventenni. Hanno suonato fino alle 5 e, nonostante ciò, alle 4 c’erano ancora molti giovanissimi. Hanno messo canzoni moderne, del territorio, e senza tempo, creando una bella amalgama”.

Parallelamente, la festa si è svolta nel centro storico, in piazza XV Marzo, con il concerto di Rachele Bastreghi, cantautrice toscana membro del gruppo musicale Baustelle. Più dell’anno scorso, Cosenza ha osservato per la notte di San Silvestro rigide norme di sicurezza: le zone di accesso comprendevano da sotto il palco di Piazza dei Bruzi fino all’incrocio con Viale Trieste, questo transennato; e le vie di fuga in questa zona si trovavano una in Corso Umberto, a salire verso Piazza Riforma, e l’altra su Viale Trieste, a scendere ai Due Fiumi. Posti adiacenti alle vie di ingresso e di fuga, mezzi di pronto soccorso e forze dell’ordine. Per quanto riguarda Piazza Bilotti, la via d’accesso comprendeva tutto il corso, compresa via Quintieri e via Caloprese; le vie di fuga erano invece poste su via Greco, via Rodotà, via Simonetta e corso Luigi Fera. Andando infine nel centro storico, in Piazza XV Marzo, le zone d’accesso al pubblico comprendevano corso Telesio e via Paradiso; mentre quelle di fuga via Pezzullo e la villa comunale. ‘Scoccate’ da poco le 5 del mattino, il vocalist dello Studio54 Network ha chiuso l’evento raccomandando i tanti presenti a non avere nessuna fretta nel tornare a casa e, soprattutto, a non mettersi al volante, se non nelle giuste condizioni. Alla fine o a questo punto all’inizio, non sono rimasti che stanchezza e sorrisi, e un sole che si apprestava a sorgere dalle bianche montagne della Sila, nella prima alba del 2019.

Alcuni giovani raccontano a PdV le loro impressioni
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