La Confraternita di San Michele, un cammino che dura da secoli

Una presenza viva e operosa sul territorio locale almeno dal 1778, oggi conta 300 iscritti

Prosegue il nostro ‘viaggio’ nella realtà diocesana delle Confraternite, per la quinta puntata della nostra rubrica abbiamo incontrato Stanislao Giordano, priore della Confraternita di San Michele Arcangelo patrono e protettore di Donnici

“Le origini della Congrega risalgono ufficialmente al 1778, ma la tradizione e diverse altre fonti ne collocano la fondazione ancora prima nel tempo”, quanto specificato da Giordano.

La Confraternita conta attualmente circa 300 iscritti, ha la sua sede presso la chiesetta dedicata al Santo nel cuore del centro storico di Donnici ed ha il parroco don Santino Borrelli come guida spirituale.

I confratelli si dedicano a diverse attività di animazione, momenti di preghiera e partecipazione alla vita liturgica della parrocchia, l’adorazione eucaristica, incontri formativi ed iniziative solidali  e gesti concreti legati ai bisogni del territorio, negli anni sono state fatte dalla Congrega diverse donazioni, anche all’ospedale ‘Annunziata’ di Cosenza.

Gran parte delle attività si concentrano nelle feste dedicate a San Michele: il 12 febbraio, in cui la comunità rinnova la propria devozione e gratitudine all’ Arcangelo, nel giorno del tremendo terremoto del 1854 e l’ 8 maggio, appuntamento atteso da tutta la comunità per i festeggiamenti in onore del santo patrono. In questa occasione la statua viene traslata nella chiesa madre e dopo la celebrazione della santa messa viene recitata la supplica alla Madonna di Pompei. Nella seconda domenica del mese di maggio, al termine del novenario, si tiene la processione per le vie del paese, i ‘tummarinari’ con i loro tamburi suonano per le contrade e si procede anche con la festa civile.

“La devozione a San Michele qui da noi è molto forte e si tramanda di generazione in generazione, purtroppo ultimamente sembrerebbe meno sentita nei più giovani, il nostro obiettivo è mantenerla viva nel segno della tradizione, ma sempre con uno sguardo attento ai bisogni del territorio e con un particolare impegno nella partecipazione alla vita spirituale della comunità”.