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Personale ridotto e lunghe attese al Cup del “Santa Barbara”

A Rogliano l'attività ospedaliera è a rischio paralisi.

Personale ridotto e lunghe attese al Cup del “Santa Barbara”

L’allarme era scattato a metà maggio con le indiscrezioni circa il pensionamento di quindici figure professionalidestinate alla quiescenza per le quali non è stato previsto (almeno per il momento e tranne in un caso) il relativo turn over. Il risultato è la precarizzazione del servizio di assistenza ai degenti nonostante la competenza (e la buona volontà) del personale impegnato a conciliare i turni per garantire quella“buona sanità” che ha sempre contraddistinto l’attività del nosocomio. Se dovessero persistere queste condizioni, se l’Ao bruzia non provvederà alla ottimizzazione della dotazione organica, il “Santa Barbara” (nella foto) è destinato alla riconversione dei reparti (in hospice?) così come ipotizzato nel corso di una vertenza che ha segnato, tra improbabili annunci e polemiche, una parte di storia della struttura sanitaria roglianese. A distanza di anni, infatti, si tirano le somme del “fallimento” legato alla incapacità di implementare un programma di rilancio e di interazione con il resto degli ospedali cosentini anche alla luce degli investimenti legati all’ammodernamento strutturale (e strumentale) dello stabilimento. Attualmente, ricordiamo, il plesso di via Sturzo si caratterizza per la presenza di 8 posti di Medicina, 6 di Lungodegenza, 14 di Pneumologia, dei servizi di Chirurgia ambulatoriale, Cardiologia, Ecografia, Gastroscopia, Radiologia, di un Punto prelievi e di un reparto Dialisi che tra l’altro fa capo all’Asp. Quello del Savuto è però un ospedale a rischio collasso. Basta recarsi al Centro Unico Prenotazioni (Cup) per rendersi conto della gravità della situazione: fila ed attese estenuanti allo sportello dove, in questi giorni, è attiva una sola unità lavorativa. In più – si è saputo – che il management aziendale avrebbe deciso di sopprimere il servizio prelievi per le urgenze interne. L’impressione è che i segnali siano negativi in rapporto al programma di rilancio e che lo stesso ospedale “perda pezzi” col trascorrere dei giorni in un contesto sociale che appare, ormai, in uno stato di totale rassegnazione.

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