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L'Unical ha avviato l'iter per la nascita delle CER

Daniele Menniti: "Grazie alle Comunità di Energia Rinnovabile le famiglie potranno risparmiare sul caro energia"

L'Unical ha avviato l'iter per la nascita delle CER

Quello delle fonti rinnovabili è un tema al centro di numerosi dibattiti. È di 2,2 miliardi di euro la cifra messa a disposizione dal PNRR per la nascita delle Comunità di Energia Rinnovabile.

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“Il PNRR -spiega Daniele Menniti, responsabile del gruppo di ricerca di Sistemi Elettrici per l'Energia dell'Università della Calabria- costituisce un aiuto importante; sicuramente non è l'unico elemento che bisognerà mettere in campo, perché grazie alle Comunità di energia rinnovabile si potrà fare a meno di produrre ulteriori danni all'ambiente cercando anche di aiutare le famiglie nel risparmiare sul caro dell'energia elettrica”. Il DIMEG ha d’atto avvio all’Inter per la costruzione delle prime CER in Calabria, che producendo energia oltre il proprio fabbisogno producono reddito: “L'impegno del DIMEG è stato quello di scuotere le coscienze dei sindaci che erano già allarmati per il caro energia. Ci siamo resi conto della necessità di costruire un ponte con il territorio. I primi sedici Comuni che si sono presentati sono prevalentemente quelli che con noi avevano siglato un protocollo d'intesa a giugno; nell'arco di pochi giorni il numero dei comuni è triplicato. Ai comuni abbiamo proposto di entrare a far parte di un consorzio di piccoli comuni che già esiste, e a cui già partecipano l'Università Mediterranea di Reggio Calabria e l'Università della Calabria”. L'obiettivo immediato è “incontrare i cittadini per sensibilizzarli e fargli comprendere i potenziali vantaggi della costituzione di una CER. Dopo le prime, che servono da modello replicabile, lo scopo successivo sarà ampliare le comunità energetiche. L'obiettivo al quale aspiriamo come università è far sì che la comunità energetica sia il modus operandi per utilizzare e produrre l'energia localmente. La Calabria attualmente produce 17mila GWh con fonte fossile che, tolta una parte destinata al fabbisogno interno, destina all'esportazione fuori regione. Siamo una delle regioni col più grande quantitativo di gas consumato”. Perché possa crearsi una Comunità di energia rinnovabile è necessario che ci siano almeno due cittadini che dispongono di un impianto a fonte rinnovabile che consente l'immagazzinamento dell'energia prodotta che può essere poi condivisa per essere consumata tra i vari soci, “se io ad esempio non dovessi disporre della possibilità di realizzare un impianto, ma può farlo il mio vicino, l'eventuale energia che produce e non consuma posso consumarla io, ciò fa sì che riceviamo entrambi un incentivo di 110 euro a MWh; quell'eccedenza di energia può dunque diventare una risorsa importante per risolvere anche la povertà energetica. È necessario dunque che ci siano due cittadini e un impianto, il Comune potrebbe giocare un ruolo importante perché potrebbe mettere una risorsa che è di tutti i cittadini, e i sindaci, oltre ad ottenere un beneficio per l'intera collettività, offrirebbero la possibilità di produrre energia anche direttamente per i cittadini". In alcune regioni, come Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, le Comunità sono già realtà, mentre la Calabria è indietro: "La nostra regione aveva iniziato bene dotandosi di una legge qualche anno fa. Già il 2004 il Consorzio aveva come obiettivo la costruzione di pale eoliche per produrre energia da condividere. In quel periodo vi erano incentivi talmente elevati che in due anni ogni Comune restituiva i soldi alla Regione e per gli altri anni incassava circa 800mila euro l'anno, ma siamo stati fermi e gli impianti realizzati non hanno portato benefici reali ai calabresi, ma a chi ha avuto la capacità di progettare ed eseguire le opere. La Lombardia si è organizzata, è notizia recente, per realizzare una mega comunità coordinata da un unico sistema. Il PNRR ha messo a disposizione 2,2 miliardi di euro per le Comunità energetiche, se non ci muoviamo subito rischieremo di arrivare troppo tardi". Un' esperienza che parte "dal basso", i consumatori avranno un ruolo attivo nel decidere le strategie che incidono sui costi: "Loro gestiscono la Comunità, saranno loro i soci, quindi decideranno come farla funzionare". I benefici sono diversi, si va da quelli di ambientale con la riduzione della produzione da fonti fossili, a quelli di natura economica, perché le Comunità faranno diminuire il peso delle bollette dell'energia elettrica: “È sufficiente una firma di adesione, se uso con intelligenza gli elettrodomestici, facendo in modo di usare l'energia eccedente nell'istante in cui viene prodotta da un altro ottengo un incentivo di 110 euro per ogni MW. Compito dell'Università della Calabria è contribuire e sostenere insieme ai Comuni la rivoluzione energetica. Faremo i monitoraggi in modo da indicare ai consumatori quando utilizzare gli elettrodomestici per ottenere gli incentivi".

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