Territorio
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Il tratto calabrese del Cammino di Sant’Antonio

A piedi tra i territori di Altilia, Marzi, Rogliano, Donnici, Parterno Calabro e Cosenza

Il tratto calabrese  del Cammino di Sant’Antonio

L’area naturale della valle del Savuto è un cuore di emozioni antiche racchiuse da una vegetazione splendidamente insolente. La natura mediterranea, tra boschi e borghi antichi, disegna una valle incontaminata incurvandosi a nord tra le propaggini della città di Cosenza, ad est sfiorando i primi monti della Sila Piccola e ad ovest i Piani di Altilia.
A dare nome e identità a un territorio forte, aspro, tortuoso a tratti, ma anche dolce e piano con percorsi sempre diversi e di una bellezza rilassata e potente insieme, è il fiume Savuto, conosciuto anticamente dai greci con il nome di Ocinarus e chiamato poi dai romani Sabbatus.

Bruno e Aurelio

Incastonati in questo ambiente dal paesaggio estremamente vario e la promessa non tanto lontana di profumi marini provenienti dal Tirreno, una ventina di comuni dall’anima secolare. Qui il vagare, per un viaggiatore amante del cammino, sarà un dolce piacere e motivo di (ri)scoperta di percorsi storici, religiosi, enogastronomici dall’identità culturale forte e antica.
A Marzi incontriamo i vigneti di produzione delle uve del “Savuto DOC”. La località “Pietralata”, eremo dove Gioacchino da Fiore scrisse le sue prime opere.
A Rogliano si possono ammirare incredibili esempi di barocco architettonico e scultoreo. In particolare, questo comune della provincia di Cosenza vanta una tradizione pressoché unica nella lavorazione del legno, tanto che nel settecento era celebre come centro culturale e artistico grazie alle numerose botteghe di scalpellini che lavoravano il tufo o “marmo povero” e intagliatori del legno.
Qui nacquero meravigliose opere scultoree, stucchi decorativi, altari, arredi lignei, statue e facciate in pietra e portali, testimonianze di una tradizione unica. Esempi ammirevoli sono le chiese di San Giorgio (Monumento nazionale), Maria SS. dell’Assunta, Madonna delle Grazie e San Giuseppe. Nella Chiesa di San Domenico Cappella dedicata a Sant’Antonio. Da visitare i due centri storici di “Donnanni” e “Cuti” custodi di antichi palazzi gentilizi. Possibilità di sosta con ospitalità in Ostello o Case Vacanze.
Sul tratto tra Rogliano - Donnici (frazione di Cosenza) nel territorio del Comune di Santo Stefano di Rogliano in Località “Vallegiannò” la Chiesetta di Santa Maria del Soccorso già Convento del Frati Minori Conventuali, sicuramente in attività nel 1220 nel periodo in cui il Santo di Padova transitò per questi territori; a seguire in territorio del Comune di Paterno Calabro in località “Pugliano” la Chiesetta di Santa Maria di Pugliano già possedimento dei Monaci florensi ed eremo gioachimita.
A Donnici Superiore (frazione di Cosenza) possibilità di sosta e ospitalità al “Villaggio della Speranza” gestito dalla Parrocchia posto vicino alla chiesa di Santa Maria Assunta con altre dedicato a sant’Antonio.
Da Donnici si giunge a Cosenza “Centro Storico” per concludere la tappa alla Chiesetta di Sant’Antonio all’Orto.

Il Santo decise di attraversare tutta l’Italia a piedi per incontrare Francesco

di Gaspare Stumpo

Quello religioso è una forma di turismo il cui obiettivo è comprensibilmente legato alla visita di santuari, monasteri, chiese, eremi e percorsi sacri. Un’esperienza di fede in costante crescita che coinvolge oltre 300 milioni di persone nel mondo, cinque milioni in Italia. Spiritualità ma anche ambiente, arte e cultura seguendo itinerari in grado di garantire relax e nello stesso tempo conoscenza, sapere e contemplazione, espressione di un sistema “lento” e per questo meno evanescente ma certamente carico di significato e qualità. Una scelta alternativa, occasione di riflessione, riscoperta e arricchimento personale. Di tendenza oggi i cosiddetti ‘cammini’ verso luoghi simboli della religione. Percorsi affascinanti, più o meno lunghi, “disegnati” tra valli e pianure, mari e monti, borghi e città. Come il ‘Cammino di Sant’Antonio’, un progetto voluto dai frati della Basilica di Padova, sostenuto dall’associazione ‘Il Cammino di Sant’Antonio’ che riprende il percorso compiuto nel 1221 (da Capo Milazzo a Padova attraverso Assisi e da Padova a Gemona del Friuli dove è sorta la prima chiesa a Lui dedicata). Incluso nel tratto meridionale, l’itinerario calabrese è il più lungo da attraversare: dallo Stretto al Pollino, per un totale di alcune centinaia di chilometri. Sei tratte suddivise in più tappe alla cui stesura hanno contribuito il Masci (da Reggio a Palmi) e l’Agesci (da Palmi a seguire). L’itinerario è stato realizzato tenendo conto di due località in cui è risultato certo il passaggio del Santo all’estremo lembo della Penisola: Pizzo e San Marco Argentano. Oltre cinquanta, in totale, le Comunità interessate lungo un tracciato che in parte, verosimilmente, coincide con quello della Via Popilia, l’antica “Capua – Regium” costruita dai romani nel 132 a.C. . Nato a Lisbona (Portogallo) il 15 agosto 1195, al secolo Fernando Martins de Bulhões, Antonio da Padova, ricordiamo, dopo la scelta di entrare a far parte dei canonici dell’Abbazia di San Vincenzo, qualche anno più tardi, colpito dal martirio dei primi cinque frati francescani inviati in Africa, scelse di “abbracciare” la regola di Assisi imbarcandosi verso il Marocco dove si ammalò e da dove, purtroppo, fu costretto a ripartire. Durante il viaggio la nave che lo trasportava assieme al confratello Filippino fu spinta da una tempesta lungo le coste della Sicilia, nei pressi di Messina. Sbarcato sull’isola decise di risalire l’Italia (a piedi) per incontrare Francesco che in occasione della Pentecoste aveva deciso di aprire un nuovo Capitolo generale. Sarà la svolta per Antonio, chiamato a viaggiare e a predicare in un momento storico non certo facile per la Chiesa a causa dei movimenti eretici sorti a quel tempo in Europa, prima della morte avvenuta il 13 giugno 1231.

Il tratto calabrese del Cammino di Sant’Antonio
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