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Il giovane Domenico Bongiorno conquista il premio Caritas - Miur

Lo studente dell'Artistico ha vinto il concorso fotografico nazionale "Diritto di restare, migrare, vivere".

Il giovane Domenico Bongiorno conquista il premio Caritas - Miur

Bombe, urla, spari, è questa la "musica" che sente qualcuno...Nero, grigio, rosso, sono questi i "colori" che vede qualcuno...dolore, disperazione, emarginazione, sono queste le sensazioni che prova qualcuno. Quel qualcuno, è un uomo, un bambino, una donna...È un abitante del nostro stesso mondo. Guarda il nostro stesso cielo. Respira ossigeno, come noi. L'uomo è libero di abitare il mondo, una volta "sradicato", come un fiore, libero di far crescere nuove radici in acqua amorevole, viva, rispettosa, in attesa di trovare un altro terreno dove affondare le sue nuove radici. L'uomo è libero di vivere... “come un fiore in acqua”. Sono queste le parole che accompagnano lo scatto "Come un fiore in acqua" realizzato da Domenico Bongiorno, studente di 17 anni della classe IV A del Liceo Artistico di Cosenza, che ha vinto il Concorso fotografico nazionale "Diritto di restare, migrare, vivere". Tema centrale del contest, organizzato dalla Caritas Italiana in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e destinato agli studenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, è stato il diritto di garantire a tutti una vita dignitosa per consentire ad ognuno di scegliere se restare nella propria terra o migrare e trovare accoglienza in altri Paesi. Lo scatto realizzato dallo studente cosentino sarà premiato il prossimo 20 Giugno a Roma in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. "Sono appasionato di fotografia, ma non pensavo di poter vincere. Appena l'ho saputo - racconta Domenico Bongiorno - è stata una grande emozione che ho subito condiviso insieme ai compagni di classe e ai professori".

Com 'è nata l'idea di questo scatto?

Appena il professore di religione don Franco Iaconetti ci ha proposto di partecipare al concorso, mi è venuta subito in mente l’immagine di un fiore e di un bicchiere d’acqua nel quale far crescere delle nuove radici. L’acqua rappresenta il diritto di continuare a vivere anche se sradicato dalla terra. Un po’ come accade con chi è costretto a lasciare per la disperazione la sua terra d’origine e i suoi affetti più cari alla ricerca di un futuro migliore. L’acqua rappresenta per i migranti il simbolo della vita e della speranza, ma a volte anche la morte purtroppo.

Cosa rappresenta il fiore?

La vita. I petali staccati dal fiore adagiati a terra in basso vicino al bicchiere le tante vittime che purtroppo hanno perso la vita. L’accoglienza oggi è un tema molto discusso.

Per te cosa significa accogliere l’altro e cosa signifi a dare il "Diritto di restare, migrare, vivere"?

Garantire una vita dignitosa a questi fratelli che sono costretti a lasciare tutto a causa della fame, della guerra e della disperazione. Dare speranza.

Cosa ti colpisce delle immagini che vedi quotidianamente in TV?

Mi colpisce il coraggio che hanno ad affrontare quello che per loro è un viaggio della speranza. Guardare i loro volti, ascoltare le loro storie, mi fa riflettere su come a volte noi giovani anche dinnanzi ai piccoli problemi della vita quotidiana siamo incapaci di affrontarli. Mi sorprende nonostante le tante difficoltà che sono costretti a vivere il coraggio che hanno, il coraggio che dimostrano di avere nel lasciare la loro famiglia e i loro affetti più cari nella loro terra d'origine, nell'affrontare un viaggio che spesso si rivela pieno di pericoli e il coraggio che hanno nell'andare incontro alla stessa vita.

Secondo te i loro sogni sono diversi rispetto a quelli dei giovani italiani?

Per molti coetanei italiani i sogni si riducono all’ultimo modello di smartphone da farsi regalare, dal vacanza da fare. Questi ragazzi invece sognano di andare a scuola, di studiare, di poter vivere una vita dignitosa. Hanno sogni più grandi e più importanti.

E tu cosa sogni di fare?

Mi piacerebbe studiare fotografia e cinema. Fotografare per me significa catturare un’emozione e riuscire a trasmetterla agli altri con la forza e l'intensità di uno scatto.

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