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Autostazione terra di nessuno?

Commercianti, pendolari e autisti non si sentono al sicuro e chiedono più controlli 

Autostazione terra di nessuno?

Un quadro dalle tinte cupe. È questa l’immagine che meglio descrive l’autostazione di Cosenza. Quell’area di Piazza Scura, meta di pullman e pendolari, è un tappeto intriso di polvere in una città dai mille volti. Degrado, rifiuti ed episodi criminali si consumano sotto gli occhi di chi frequenta l’area. Tra le corsie gente intenta a chiacchierare o china con lo sguardo sullo smartphone. Storie di vita ordinaria che si incontrano in quella ‘terra di nessuno’ in cui tutti sembrano autorizzati a poter fare tutto. Le colonne imbrattate di inchiostro come fogli raccolgono i pensieri di giovani amori o di amicizie destinate a durare in eterno. Qua e là volantini informativi o di proposte di lavoro, venditori ambulanti e un porticato da cui si sprigionano odori nauseabondi. I pendolari non si sentono al sicuro e raccontano la paura che fa capolino soprattutto al calare della sera: “Utilizzando i mezzi di trasporto pubblico vengo spesso qui e ho notato la presenza di uomini che si avvicinano per adescare donne. Col pretesto di proposte di lavoro e di colloqui conoscitivi un uomo si era avvicinato a me ,ma io scaltramente l’ho ignorato; temo per le ragazze che, ingenuamente, possono cadere nella trappola. Non mi sento sicura, soprattutto la sera, ci vorrebbero maggiori controlli da parte delle autorità”, racconta una pendolare. Dichiarazioni simili vengono rilasciate da un’altra donna: “Mi è capitato di assistere ad una lite tra extracomunitari; diciamo che non è un bel posto da frequentare, soprattutto di sera, in giro ci sono persone ‘particolari’, una volta mi hanno inseguita ma per fortuna sono riuscita a depistarli”. Incrociamo un autista che ci racconta anche il disagio della viabilità: “Nelle ore di punta dovrebbero impedire il passaggio delle auto in quanto riscontriamo delle difficoltà nel transitare e nel rispettare gli orari; più volte gli automobilisti lasciano in sosta le auto intralciando il passaggio dei pullman.

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Qui non mi sento molto sicuro, ci vorrebbe una guardia, di sera la zona diventa pericolosa soprattutto per le donne”. Diamo voce ai commercianti che qui trascorrono intere giornate: “Lavoro qui da 60 anni. L’autostazione è mutata nel tempo, sono cambiate le persone che la frequentano. È sempre stato un luogo di passaggio, ed in quanto tale c’è sempre qualcuno di poco lecito, come avviene del resto un po’ in tutte le stazioni. Anni fa la zona era frequentata dai ragazzi di via Popilia che venivano a fare baldoria; oggi ci sono gli stranieri, c’è un eccesso di uso di alcool, ma lo stesso avviene in altre zone della città. La sera mi sento sicuro, lavoro qui da 60 anni”. Più amaro il racconto di un altro commerciante che ci confessa: “Lavoro qui da 42 anni, la situazione è cambiata in peggio. L’autostazione era il fulcro dall’economia cittadina, col tempo il sito è stato progressivamente abbandonato perché gli amministratori non hanno mai avuto la sensibilità di comprendere, purtroppo non c’è stata nessuna attenzione per far sì che il luogo migliorasse, o comunque rimanesse quello che era; al momento c’è il degrado più assoluto”. Quando chiediamo se ha mai assistito ad episodi particolari sorride e dice: “Potrei raccontarne talmente tanti da poter scrivere intere pagine, si tratta di episodi denunciati molte volte. Ci sono donne che si prostituiscono di fronte a tutti; fanno le contrattazioni e lasciano i figli al compagno, poi ritornano e danno i proventi al compagno che acquista alcolici, e a fine serata, essendo ubriachi, fanno di tutto, anche spaccio di stupefacenti. Diverse volte la polizia ha rinvenuto la droga che era stata occultata nelle piante; queste persone disturbano chi gravita in zona, ieri, ad esempio, una ragazza mi ha detto che finito di lavorare si era diretta verso l’auto e alcuni ragazzi, dopo averle rivolto complimenti piuttosto espliciti, hanno iniziato a seguirla. La sera, a fine lavoro, non mi sento sicuro, ma ormai mi sono abituato; il problema non è tanto il mio ma per i clienti e per chi frequenta la zona: loro hanno paura. Non è un bel biglietto da visita per la città. Abbiamo presentato degli esposti, però non è mai stato fatto nulla”.

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