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Stancati: ecco come sta lo sport cosentino

Intervista a tutto campo con la delegata Coni, che è stata nominata nuovamente lo scorso 20 marzo. Lunedì scorso l'intervista integrale andata in onda ne "Nel cuore dello sport".

Stancati: ecco come sta lo sport cosentino

Da dicembre del 2015 Francesca Stancati è la delegata provinciale del Coni Point di Cosenza. Pubblichiamo ampi stralci dell’intervista andata in onda lunedì scorso su Radio Jobel nel corso della trasmissione “Nel cuore dello sport”.

È un’attività di rappresentanza e di guida?

Un’attività di rappresentanza, di direzione e di guida rispetto a uno staff tecnico che ho qui a Cosenza e ai tanti fiduciari sparsi nella nostra provincia, che è composta da 155 e riguarda tutti gli sport. È un’attività intensa.

C’è un bel lavoro da fare insomma?

C’è un bel lavoro, noi al Coni abbiamo una grossa attività progettuale, tant’è che abbiamo sviluppato diversi progetti in tutta la provincia di Cosenza, ma la nostra attività non si ferma qua e spero che andrà anche oltre nel prossimo quadriennio olimpico 2017 – 2020 e prevedrà tantissime giornate di sport, cercando di coinvolgere tutti gli sport, in particolare quelli minori che hanno tanta tanta dignità e tanto seguito.

Qual è lo stato dello sport nella provincia di Cosenza?

Credo sia molto vivace. Ovviamente dipende dallo sport e dai luoghi in cui viene praticato, però in questo anno e tre mesi mi sono accorta che c’è una grande passione per ogni tipo di sport, dai minori o sconosciuti come il badminton, per il quale abbiamo una bella realtà a Paola al walking, al fitbike. Non parlo degli sport maggiori come il calcio, lapallavolo, il basket e il rugby, ma comunque ci sono ottime realtà.

C’è uno sport in particolare che sta emergendo?

Ce ne sono tanti, soprattutto quelli che si fanno all’aria aperta. C’è stata una bellissima manifestazione alla quale hanno partecipato tanti atleti, anche all’estero. Si è fatta in Sila quando ancora c’era una buona altezza della neve e sono stati percorsi 30 km chi a piedi, chi con fitbike. Anche questi sport più estremi hanno buon seguito e una buona audience nella nostra provincia.

Parli di seguito. Le presenze allo stadio per il Cosenza invece diminuiscono sempre più.

I cosentini hanno il palato fine, vorrebbero che la squadra vincesse sempre e vederla in palcoscenici diversi. Ma per arrivare a quei livelli bisogna fare un po’ di purgatorio. In realtà ne abbiamo fatto tanto, ora siamo a un passo dai palcoscenici che contano di più, per cui io darei sostegno e spero che i cosentini si avvicinino sempre di più allo stadio. Tante presenze provengono dallo Jonio e dal Tirreno, è proprio il cosentino che deve riavvicinarsi alla squadra. È bellissimo vedere in curva o in Tribuna gli striscioni di quei paesi lontani dalla città. Ora c’è una società che sta facendo dei sacrifici, il calore del pubblico deve essere il volano per arrivare a quella serie b che meritiamo.

Tocci e Porco stanno raggiungendo grossi risultati. Possiamo dire che il mondo del nuoto e della pallanuoto è la vetrina dello sport cosentino?

La Cosenza Nuoto e la Cosenza Tuffi stanno lavorando benissimo e con professionalità. Giovanni, Francesco, la Pomeri che nella squadra femminile è andata a fare le Olimpiadi, sono la testimonianza di come anche in una città di provincia lo sport fatto con professionalità possa portare grandi risultati e ci vuole ovviamente anche l’impegno da parte degli atleti.

La passione degli atleti affermati serve a far innamorare i giovanissimi?

A noi servono i modelli di riferimento. Così come vediamo il calcio in televisione dovremmo vedere altri sport che spingano poi i ragazzi a praticarli. Invece si dà troppo poco spazio agli sport minori, sacrificando magari l’attitudine di un ragazzo magari portato aduno di questi sport. Dico sempre alle società che praticano questi sport di intervenire sui social, nelle televisioni e nelle radio perché si conoscano queste realtà.

Una vicenda particolare in questi anni a Cosenza è stata quella del calcio a 5. Com’è adesso la situazione?

A Cosenza il calcio si pratica tanto, a tutti i livelli. Purtroppo Cosenza ha perso delle occasioni importanti e probabilmente qui non siamo usciti dalla nostra dimensione provinciale. Dobbiamo cominciare a pensare in grande, evitando le personalizzazioni e ritenendo che le squadre sono patrimonio della città.

La crescita deve riguardare anche il basket e la pallavolo?

Negli ultimi anni probabilmente hanno subito una flessione, però in maniera immotivata perché a livello nazionale sia il basket che la pallavolo ha realtà importanti. I Europa siamo sempre protagonisti. Basket e pallavolo sono un po’ passati di moda ma hanno comunque un fascino enorme e soprattutto, la cosa interessante, è che in sport di questo tipo si può emergere subito, essendo anche poche realtà presenti. Basta il lavoro e la professionalità, tutto gira intorno a questo.

Ci racconti un po’ della tua vita da atleta?

Ho praticato tutti gli sport sin dalle scuole dove i professori di educazione fisica mi facevano fare tutte le gare. Sono arrivata anche alle gare nazionali di lancio del peso. Ho fatto i giochi studenteschi, ma la mia passione è sempre stata quella del calcio. Sin da piccola, nel cortile di casa, ci scatenavamo a giocare. Ho fatto tennis, basket,, per poi ritornare al calcio e, subito dopo la squadra, ho iniziato a militare nel Cus Cosenza. Feci la serie B e arrivai fino alla serie A 2 con l’Olimpica Corigliano. A calcio a 5 sono arrivata fino alla serie A con l’Atletico Belvedere. Da qualche anno ho una scuola di calcio femminile e alleno al Centro tecnico federale di Catanzaro.

Quale il tuo ruolo in campo?

Era, è e continua a essere attaccante. Ho sempre visto il calcio come finalizzato al gol, anche se ora da allenatrice capisco chele realtà debbano essere ben diverse. La cosa interessante da segnalare è che il calcio femminile si sta di nuovo espandendo perché hanno dato a noi selezionatori la possibilità di selezionare le calciatrice per le under 15 nazionali. Una possibilità grandissima per le giocatrici.

Sono tante le ragazze che si avvicinano al calcio?

Sono tante, ce ne sarebbero ancora di più ma è una realtà che si conosce poco.

Qual è lo stato delle strutture sportive della nostra provincia?

Noi siamo una provincia tutto sommato fortunate fra quelle del Sud. Abbiamo tantissime strutture, alcune andrebbero adeguate, ma rispetto alle altre province calabresi abbiamo tanta possibilità di fare sport.

Lo stato delle palestre nelle scuole invece?

Da qualche anno sta migliorando la possibilità di fare sport nelle scuole. Sta migliorando anche il livello di preparazione degli insegnanti e si riesce a sviluppare il ragazzo proprio dal punto di vista fisico. Purtroppo le ore sono troppo poche, e anzi, con l’istituzione dei licei sportivi, come quello di Castrolibero e Cetraro, si sta muovendo qualcosa. Eppure, mens sana in corpore sano.

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