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Senz'anima si va dritti in C

Prestazione indecorosa e imbarazzante del Cosenza contro il Benevento. Squadra priva di grinta e motivazione, altro segno di una stagione partita male e gestita peggio. Le colpe sono di tutti, ma chi non ci sta a fare del bene del Cosenza si faccia da parte...

Parole chiave: anima (1), Cosenza calcio (108), serie B (80), sport (15)
foto ilcosenza.it

Il Cosenza cerca un'anima per non rendere un calvario la sua seconda stagione tra i cadetti. In fondo, è la ricerca più difficile, perché non si può neanche improvvisare. Quando manca il terreno solido sotto i piedi, puoi anche tenerti in equilibrio per qualche minuto (o qualche partita), puoi andare a tentoni per non scivolare, ma sarà facile cadere. Il Cosenza questo terreno consistente non ce l'ha, perché sono troppe le crepe. Abbattersi mai, ma darsi una scossa ora sì. La mancanza di grinta e motivazione è la cosa che più preoccupa del match contro il Benevento. D'accordo, di fronte c'era una delle corazzate più forti dell'ultimo decennio di B, ma il modo di affrontare la partita da parte dei lupi è stato imbarazzante. Nel primo tempo, addirittura, c'è stata l'impressione che il Benevento andasse volutamente piano per non infierire, limitandosi a produrre gioco a ritmi bassi nella propria trequarti. Questo fa paura, perché il Cosenza non riusciva né ad alzare il baricentro, né a fare pressing corale, né ad essere cattivo sulla palla. Pochi passaggi azzeccati e una confusione tattica pericolosa. Anzi, l'impressione è che, soprattutto nell'improvvisazione degli ultimi venti minuti della partita, ognuno volesse la palla per dimostrare di essere più bravo del compagno. 

Chi scrive sperava, ma era forse un'illusione natalizia, che dopo la doppia vittoria sotto l'albero Braglia avesse trovato la quadra. Così non è stato, perché le cinque sconfitte consecutive che sono venute successivamente dimostrano che il bandolo della matassa di questa balorda stagione non è stato mai trovato. Coerentemente, continuo ad affermare che la patente della colpa deve essere divisa tra tutti, ma è certo che il pesce, quando puzza dalla testa, puzza tutto. Le scelte sbagliate della società, gli errori mediatici ripetuti, sono sotto gli occhi di tutti. Un mercato estivo decollato (e male) ai piedi dell'autunno, una dialettica inopportuna, una compagine societaria ballerina e confusa, una sessione invernale almeno insufficiente.  Sono certo che Braglia sia consapevole di tutto ciò, sono sicuro che da troppi mesi storce il naso per quanto sta accadendo (e spero lo abbia pure detto alla società, se pur in privato). Certo ci ha messo del suo, con scelte di formazione sbagliate, ma quando tutto va male, allora tutto davvero non funziona. Il contegno di ieri sera in panchina ne è la dimostrazione, con il tecnico colto a esprimere continui gesti di stizza, mani sul volto in segno quasi di impotenza. 

E' lecito, allora, domandarsi perché. Forse non è il momento giusto, ma se finirà male, un giorno ci dicano quali sono i reali rapporti tra Braglia e la dirigenza; i reali rapporti in uno spogliatoio che sa tanto di primedonne e poco di "squadra".. Speriamo non ci sia bisogno di processi, ma se questo Cosenza vuole ancora giocarsela, ci vuole carattere e sudore. Se qualcuno non ci sta, allora si facesse da parte. Perché questa città non perdonerà...

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