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Presidente, noi non vogliamo retrocedere

Il credito è finito, quando stai raschiando il baratro.

foto Calabriadirettanews.com

Noi tifosi del Cosenza non vogliamo retrocedere. Stiamo cercando di ripeterlo in tutte le salse; per chi, come me, ha la possibilità di scrivere su una testata, è anche una ulteriore responsabilità: dare pubblica eco a quello che non va. Abbiamo gioito, esultato insieme, ci siamo abbracciati, siamo scesi in piazza con le nostre bandiere, con le sciarpe e il taccuino del mestiere per festeggiare la storica promozione.

Abbiamo ringraziato quando, lo scorso anno, abbiamo raggiunto il traguardo della salvezza.

Ma ciò non dà credito a nessuno. Perché quella che stiamo vivendo, in questa stagione totalmente sbagliata, è una lenta inesorabile inguaribile e inguardabile agonia. E se anche è inguardabile, noi continuiamo, per la passione e l'amore che ci lega a questi colori, a guardarla. Continuiamo ad alzarci in piedi quando partono le note musicali che in questi anni ci hanno riconciliato con il calcio nostrano. Ma proprio perché abbiamo sofferto per tanti, troppi anni, nelle paludi di un pallone davvero difficile da dare gusto al palato, anzi sporco del fango di campetti locali, non ci vogliamo ripiombare.

Per questo ci arrabbiamo, per questo - come cronisti e opinionisti - esercitiamo il nostro diritto di critica. Stiamo dilapidando di nuovo un patrimonio prestigioso senza godercelo davvero. Stiamo assistendo a una fiera di errori senza precedenti nella storia del calcio a Cosenza. Ci sentiamo traditi nella nostra dignità di seguaci di questo gioco e di questa squadra, perché ci viene detto che non dobbiamo guardare la classifica, che abbiamo giocatori da serie A, anzi che vogliamo andare in serie A.

La verità è che tutto dice che sarà retrocessione. Lo dicono le scelte di mercato, non fatte in estate, e fatte male, anzi malissimo a gennaio. Con un'aggravante, che a quattro mesi dall'inizio del torneo erano ben chiare le necessità, e anche gli sforzi economici da fare. Una confusione societaria - tecnica - tattica da fare paura. L'occhio del tifoso sbaglia raramente, checché ne dicano dai piani alti. Molti calciatori, oltre che inadatti alla categoria, appaiono indisponenti, insoddisfatti, disinteressati. Non c'é grinta, né motivazione, né atteggiamento buono. Anche Bepi Pillon ha illuso, sbandierando aggressività e intensità che ad oggi proprio non si vedono. Non era Braglia il problema. Ma retrocedere con Braglia. Mungo, Baclet, sarebbe stato molto meglio!

Spero vivamente di essere smentito! Di cuore!

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