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Piccole e grandi imprese

Un bilancio dopo le prime due giornate sella Serie A.

Parole chiave: serie a (7), parola di vita (104), agensir (678)
Piccole e grandi imprese

Come spesso accade, anche stavolta la Serie A versione agostana ci ha regalato grandi sorprese, come è logico per un torneo che fatica sempre a carburare. Davvero sorprendente è vedere ancora la Juventus a zero punti dopo due partite: non accadeva da quasi cent’anni, dicono le statistiche, ma soprattutto, al di là di qualche infortunio di troppo, questa doppia battuta d’arresto iniziale fa capire che persino un club capace di programmare le sue mosse come quello bianconero, può patire gli adii contemporanei di tre pilastri quali Pirlo, Tevez e Vidal. E se la sconfitta con l’Udinese è frutto di casualità, quella contro la Roma è molto più pesante perché patita contro la vera antagonista per il titolo.

Con l’arrivo di Dzeko e Salah, la compagine giallorossa adesso fa davvero paura e dovrebbe essere in grado di lottare fino all’ultima giornata. Come terzo incomodo, dopo una campagna acquisti faraonica, si pone l’Inter, partita bene e a punteggio pieno dopo un precampionato disastroso: la qualità dei nuovi innesti e l’abilità di Mancini nel gestire campioni navigati potrebbe fare il resto. Dietro questo terzetto, restano molte incognite, a cominciare dal Napoli, che scegliendo Sarri e il suo calcio spumeggiante, avrà però bisogno di parecchio tempo per assimilare gli schemi: De Laurentis sarà disposto a concederlo e non solo a parole? Poi c’è il Milan, reduce da una campagna acquisti dispendiosa, quanto incompiuta: mentre si attende il perfezionamento del passaggio di quote di Mr. Bee, attualmente l’unica certezza rossonera sta nel carattere e nella determinazione di mister Mihailovic. Completano il quadro una Fiorentina, la cui cura Sousa sembra aver portato subito buoni frutti, e una Lazio reduce da un avvio da incubo, con la sconfitta in Supercoppa e la dolorosa disfatta nel preliminare di Champions. Infine la solita sorpresa: quest’anno potrebbe essere il Torino, capace di rafforzarsi senza perdere alcun pezzo pregiato.

Fonte: Sir
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