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Guarascio, il silenzio e l'odore del default

Bocche cucite da oltre un mese da parte del contestatissimo patròn rossoblù. Cosenza fermo al palo e con un valore che diminuisce ogni giorno di più, le nubi sono dense e nere. 

Guarascio, il silenzio e l'odore del default

Alla fine della silenziosa giostra dell'estate certamente il Cosenza calcio avrà un direttore sportivo e un tecnico. Alla fine, però, perchè l'orribile mese post retrocessione è stato il peggiore (e forse era anche prevedibile) che il popolo rossoblù potesse aspettarsi. Vani i tentativi della classe giornalistica locale di avere un vis a vis con il presidente Guarascio per capire le intenzioni del patron; praticamente a zero le notizie per il prossimo campionato, e così, mentre tutte le altre sono già pienamente nell'ottica della programmazione, il Cosenza è ancora, tristemente, al palo.

Il refrain non è nuovo. Negli ultimi anni le decisioni importanti e la costruzione della squadra sono arrivati sempre in grande ritardo, e la logica conseguenza non poteva che essere una amara, e meritatissima, retrocessione in serie C. Chi si illudeva che le cose potessero cambiare, e che il presidente s'impegnasse sin da subito a costruire un Cosenza vincente, è rimasto fin qui deluso.

Come le speranze di un ripescaggio, forse agognato ma obiettivamente irrealizzabile. Ogni giorno che passa il valore del Cosenza diminuisce sempre più, insieme allo scarno parco giocatori, i soliti pochissimi noti con il cartellino in mano alla proprietà, che però non costituiscono alcun patrimonio. Quanto vale questo Cosenza a livello economico? La domanda corre veloce in una città che freme. Qual è il reale obiettivo del patròn? Quando il valore diminuisce così, quando c'è così tanto immobilismo, il rischio di default è altissimo e le streghe del calcio dei dilettanti iniziano a far capolino. Non vediamo l'ora - per salvare il salvabile - di essere iscritti a questa difficilissima serie C, sperando di saperla mantenere perché - la vulgata cittadine è certa - sarà un campionato di sofferenza.

Ma poi, con chi? Il minimo storico del feeling tra Guarascio e la tifoseria lascia supporre che al San Vito - Marulla coloro che pagheranno il biglietto saranno pochissimi. Il clima è pessimo, e forse nella bilancia delle decisioni da prendere il presidente dovrebbe tenere in conto anche questo, perché ad oggi ci sono tutte le condizioni per ricadere in un baratro già visto troppe volte in questa città. In questa maniera il calcio a Cosenza non ha futuro.

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