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Chiudere la stagione del calcio sarebbe stato un atto di maturità

Oggi in un San Vito deserto e triste il nuovo esordio del Cosenza, chiamato a compiere un'impresa per mantenere la categoria. Ma il mondo del calcio ha perso una grande occasione per tornare con i piedi per terra.

Chiudere la stagione del calcio sarebbe stato un atto di maturità

Forse sarebbe stato meglio finirla qui, per rispetto dell’emergenza che ha colpito il Paese. Ma il calcio ha deciso di ripartire. Così, sabato e domenica 20 e 21 giugno ritorna il campionato di serie B. Dichiarare chiuso il campionato avrebbe significato, per il mondo del pallone, dare un segno di maturità e far capire che il calcio è ancora un gioco. Di certo lo è, ma oggi è soprattutto un’azienda. Non c’è stata settimana in cui i vertici federali, anche nel pieno della pandemia, non abbiano gridato alla necessità di ripartire e portare a termine la stagione. Troppi interessi in gioco, quasi un muro di indifferenza rispetto alla cronaca quotidiana che declinava il numero dei colpiti dal virus e proponeva le immagini più tragiche dell’epidemia. Il calcio riparte, allora, con il Cosenza, penultimo in classifica con 24 punti, chiamato a compiere una vera e propria impresa. Al termine del torneo mancano dieci partite, ma la quota salvezza è lontana ben 8 punti. Dopo le dimissioni del tecnico Bepi Pillon, avvenute all’indomani dell’ultima surreale gara svoltasi nel silenzio di Verona, con l’Italia già pronta al lockdown, il presidente Guarascio ha affidato la squadra a Roberto Occhiuzzi, che ha vinto il ballottaggio con l’esonerato Piero Braglia. Occhiuzzi, così, sarà il terzo tecnico della stagione rossoblú. Obiettivo salvezza, direttamente o attraverso i play out. Dieci turni, di cui tre settimanali, con la stagione regolare che si concluderà nell’ultima domenica di luglio. Si ripartirà a porte chiuse, e questo, di per sé, è già una sconfitta per il calcio. Questo sport, senza i tifosi, non ha più proprio anima. Ecco perché, nella dificoltà di garantire un accesso in sicurezza, e in attesa di nuovi protocolli in tal senso, l’unica cosa saggia sarebbe stata davvero quella di un passo indietro. In ogni caso, dopo mesi di stop, anche sportivamente parlando il campionato è falsato.

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