Commento al Vangelo
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Domenica 9 agosto 2020
XIX DOMENICA T.O. – ANNO A

Non siamo mai lasciati soli nella tempesta

Le acque del mare rappresentano le avversità e le forze del male che si scagliano impetuosamente contro l’uomo

Non siamo mai lasciati soli nella tempesta

In questa diciannovesima domenica del tempo ordinario, l’evangelista Matteo continua la narrazione degli avvenimenti accaduti intorno al mare di Galilea. Dopo la moltiplicazione dei pani, Gesù si ritira in disparte a pregare e invita i propri discepoli a raggiungerlo sull’altra sponda del lago. Nel corso della traversata, i discepoli vengono colti da un’improvvisa tempesta che mette in pericolo la loro navigazione. Nell’immaginario biblico, le acque del mare rappresentano le avversità e le forze del male che si scagliano impetuosamente contro l’uomo. Quante volte anche noi facciamo esperienza di molteplici flutti che arrestano il nostro cammino. Un improvviso lutto, una malattia, dei problemi finanziari, le crisi del quotidiano costituiscono le nostre personali tempeste che ci paralizzano e non ci permettono di raggiungere quella meta che ci è stata indicata dal Maestro. Ma in mezzo alla tempesta non siamo lasciati soli. Gesù si fa presente e viene incontro a noi. È importante non solo riconoscere il Signore, ma anche fidarsi di lui, non permettere alla paura di affievolire la nostra fiducia in lui. L’atteggiamento di Pietro rappresenta un po’ tutti noi. L’Apostolo sa bene che ci si può fidare di Gesù. Anche lui come il maestro desidera camminare sulle acque, metafora del dominio sulle nostre tentazioni e avversità. Finché lo sguardo di Pietro è fisso sul volto di Cristo, egli può veramente dominare i flutti, ma appena si lascia prendere dal timore, ecco che i suoi piedi sprofondano nelle acque. Nel commentare questo brano, Origene scrive: “Gesù apparendo loro e agendo come sta scritto, mostrò che chi va verso l’altra riva, vi giunge solo se Gesù lo accompagna nella navigazione”. Senza Gesù è impossibile attraversare le proprie paure. Se non ci si aggrappa alla fede nel Signore non si possono ripetere i suoi stessi miracoli. Dinanzi alle avversità, che per l’evangelista Matteo erano legate alla persecuzione sperimentata dalla chiesa nascente, possiamo decidere di affrontarle da soli, oppure con Gesù, ma sappiamo bene che solo Gesù può aiutarci a camminare in mezzo alla tempesta. Cari amici, una vita priva di tempeste non esiste. Sempre soffieranno tempi contrari, che improvvisamente verrano a scompaginare i nostri progetti, però non dobbiamo lasciarci scoraggiare, Gesù è sempre con noi, pronto a tendere la sua mano. Sta a noi, come Pietro, ad avere l’umiltà di gridare nelle avversità: Signore salvaci, tenendo salde le nostre mani in quelle di Gesù.

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