Commento al Vangelo
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Gv 1,1-18
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Cristo illumina il nostro volto e ci fa scoprire figli di Dio

La parola chiave di questa seconda domenica di Natale è luce

Cristo illumina il nostro volto e ci fa scoprire figli di Dio

La parola chiave di questa seconda domenica di Natale è luce. L'esperienza della luce è legata a quella del vedere. Non a caso il significato di questa parola rimanda propriamente alla virtù emanata dal sole, dalle stelle e dal fuoco, grazie alla quale sono visibili gli oggetti e le persone. Gli uomini incominciano a vedere bene dopo nove settimane dalla nascita. Prima si percepiscono solo i volti ad una breve distanza. Più passa il tempo e più la luce è percepita al meglio per vedere la realtà circostante. Eppure, i nostri occhi spesse volte sono incapaci di vedere in profondità ciò che ci circonda. Nel Prologo di Giovanni, Gesù è presentato come la luce vera che illumina ogni uomo. Gesù stesso nel corso del vangelo si proclamerà luce; e all'inizio dell'era cristiana, anche i battezzati venivano chiamati i "photismos", ovvero gli illuminati. Gli effetti benefici della luce sono a tutti noti: oltre ad illuminare, la luce riscalda ma soprattutto è principio di vita. Dove c'è luce c'è sempre vita. Il Natale si presenta come la festa della luce. Non solo perché la durata del giorno inizia ad essere superiore a quella della notte, ma ancor di più perché Cristo incarnandosi libera l'uomo dalla schiavitù del peccato. La luce rende noti i volti di chi ci sta intorno. Il buio avvolge tutto nell'anonimato e nell'indifferenza. La luce rischiara i nostri volti e ci rende riconoscibili. Il buoi smarrisce l'animo dell'uomo e lo rilega nel proprio egoismo. Cristo illumina il volto dell'uomo e ci fa scoprire figli di Dio e fratelli. Il principe delle tenebre rabbuia l'uomo con il peccato e ci rende orfani. Ogni battezzato è autentico figlio della luce e la sua nuova identità lo rende cura per il fratello. Gesù illumina ogni realtà umana e la rende partecipe della sua redenzione. Per questo, il giovane beato Carlo Acutis diceva: "Di fronte al sole ci si abbronza, dinanzi a Gesù si diviene santi!". Cari amici, il vero sole è sorto. A noi la disponibilità a farci raggiungere dai suoi raggi d'amore per essere portatori di luce nella nostra quotidianità.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Parola del Signore.

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