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Sinodo sulla famiglia, le prime pagine dei giornali diocesani

I settimanali cattolici, in uscita in questi giorni, concentrano l'attenzione sull'Assemblea che si conclude domenica 25 con la celebrazione presieduta da Papa Francesco nella basilica vaticana. "Aumentano l'interesse e l'attesa per eventuali indicazioni - rilevano le testate della Fisc -, che troveranno comunque la sintesi nel pronunciamento autorevole di Francesco".

Sinodo sulla famiglia, le prime pagine dei giornali diocesani

“Riflettori puntati sul Sinodo”. I giornali aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), in uscita in questi giorni, concentrano l’attenzione sull’Assemblea che si conclude domenica 25 con la celebrazione presieduta dal Pontefice nella basilica vaticana. “Si avviano a conclusione i lavori del Sinodo sulla famiglia e - rilevano le testate della Fisc - aumentano l’interesse e l’attesa per eventuali indicazioni, che troveranno comunque la sintesi nel pronunciamento autorevole di Papa Francesco”. Tra gli altri argomenti affrontati dai settimanali: centralità della famiglia, situazione in Italia, mondo, cronaca e vita delle diocesi.

Il Sinodo. “Una risposta alle sfide che pone oggi la famiglia alla vita cristiana”. Questo ci si attende dal Sinodo, ricordano i giornali della Fisc. “Alla vigilia della conclusione di questa assemblea, dovrebbe risultarci spontaneo rinnovare l’atteggiamento di fiducia in Pietro, cioè nel Papa, che ha voluto fosse prima interpellato il Popolo di Dio con due questionari; e ha voluto poi queste due assemblee tanto rappresentative; e ha voluto un anno intermedio di riflessione e ora ascolterà le conclusioni e di sicuro le rispetterà e completerà. La crisi della famiglia è grande, l’unica via per affrontarla è quella della più ampia concertazione: e questo ha voluto Francesco”, osserva Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia). Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-San Severino Marche), spiega: “La parola sinodo significa ‘camminare insieme’ nella lingua greca usata normalmente nel bacino del Mediterraneo nei primi secoli del cristianesimo. È un termine tanto caro alla tradizione cristiana che derivò da quel camminare di Gesù risorto alla sera di Pasqua vicino a due discepoli avviliti sulla via che conduceva a Emmaus”. Riflette su una questione che “ha attratto maggiormente la stampa ma anche in genere l’opinione pubblica”, la “comunione ai divorziati”, Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia): “L’interrogativo è su come conciliare da una parte la fedeltà all’inderogabile principio dell’indissolubilità del vincolo matrimoniale e dall’altra la comprensione verso situazioni complesse della vita concreta di persone che sentono il bisogno di partecipare alla vita sacramentale della Chiesa”. “Non esiste la comunità dei ‘perfetti’, lo raccomanda la Parola di Dio, ma dei peccatori, in grado di ammettere e confessare le proprie debolezze, per poi riprendere il cammino alla sequela di Cristo. Questo è ciò che ci ha indicato il Sinodo sulla famiglia, luogo fondamentale e generativo dell’umano, dal quale fiorisce la vita. Nonostante la fragilità e i fallimenti, esso è luogo di relazioni, crescita e di talenti spirituali e umani”, afferma Luca Rolandi, direttore della Voce del Popolo (Torino). Riprendendo le parole di Papa Francesco per il 50° del Sinodo, sabato 17 ottobre, Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), scrive: “Conserviamo nei nostri archivi il discorso di Papa Francesco. Esso ci ricorderà sempre il peso della nostra dignità, solleciterà i nostri esami di coscienza, aggiungerà (perché no?) un peccato in più per le nostre confessioni. Il documento che consacra il diritto di parola, di libertà, di necessaria partecipazione. Un invito alla sincerità, alla ricerca della verità, al reciproco rispetto, alla fraternità. L’invito a essere veramente Chiesa”. L’Amico del Popolo (Agrigento) offre un’ampia sintesi dell’Udienza di Papa Francesco del 21 ottobre, con l’invito a “restituire onore sociale alla fedeltà dell’amore”.
(Cesena-Sarsina), “è una vicenda che deve interessare tutti”, come ha ricordato monsignor Nunzio Galantino. “Come può essere, allora, una questione che attiene solo ai credenti? Come la scorsa settimana, occorre ripetere: destiamoci dal sonno”, afferma Zanotti. “Promuovere (ancor più che difendere) la famiglia non è un problema cattolico, ma questione che attiene all’intera società e al proprio futuro. E qui si inserisce il secondo rilievo di fondo: il fatto che da decenni, fino ad oggi, di fatto la famiglia sia snobbata e progressivamente (come ha detto monsignor Galantino) ‘messa all’angolo’ apre interrogativi inquietanti rispetto al futuro del nostro Paese con riferimento ad aspetti fondamentali quali per esempio la natalità e l’assistenza agli anziani”, avverte Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza). Anche la Vita Casalese (Casale Monferrato) ricorda le parole di monsignor Galantino sulla famiglia: “La famiglia che assicura il futuro alla società non è problema della Chiesa, è una realtà, presente nella Costituzione, che riguarda tutta la società”. “La fretta, la ‘priorità’, è solo per le unioni civili, per le coppie omosessuali, con annessi e connessi. E per le famiglie? Per chi non sa come tirare avanti? No, qui la fretta e la priorità non ci sono. Vediamo, insomma un accanimento, non terapeutico, ma distruttivo: è questo che occorre al nostro Paese? Pensiamo proprio di no”, dice Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona). “La legge Cirinnà è sbagliata perché non rispetta la dignità della persona umana, la verità della famiglia e il diritto dei bambini, non perché non corrisponde alle opinioni di Tizio o Caio. Ammette delle cose inammissibili e crea disordine. Per questi stessi motivi è una questione altamente politica che non si può aggirare con il mezzuccio alla Renzi dell’obiezione di coscienza”, denuncia Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste).
“La povertà è un dato di fatto e non basta lanciare allarmi o dichiarare buone intenzioni. Il Paese sta lentamente riemergendo dalla crisi. Ci vorrà tempo perché vengano riassorbiti i ‘benefici’ del passato, tra questi anche l’occupazione, sperando che però, come sta capitando nel mondo dei giovani, non sia una occupazione di sopravvivenza pura e semplice. Si alleggerirebbe anche il peso che grava sulle spalle dei nonni”, denuncia Giovanni Barbieri, vice direttore del Corriere Apuano (Massa carrara-Pontremoli). Non manca chi riflette sulla legge di stabilità, come Luca Sogno, direttore del Corriere Eusebiano (Vercelli): “La pressione fiscale in Italia ha da tempo superato il limite della sopportabilità da parte delle famiglie e soprattutto delle imprese. Dunque ogni azione posta in essere per diminuire le tasse è meritoria”, ma “non sta scritto da nessuna parte che la diminuzione della pressione fiscale debba necessariamente tradursi in taglio di servizi e prestazioni di pubblica utilità”. Intanto, “incredibilmente il governo ha promulgato un bando per altre 22mila sale giochi nella nuova legge sulla stabilità. Con un effetto moltiplicatore. I 22mila nuovi ‘casinò’ diffusi nel territorio andranno ad aggiungersi ad almeno 90mila ‘corner’ (angoli-bisca) nei bar e nei più diversi locali pubblici, che già ospitano 380mila slot machine. Più oltre tremila sale giochi”, lamenta Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone). “Se ci estraniamo di proposito, dimenticando i valori fondanti del vivere sociale, contribuiamo alla disgregazione non all’aggregazione in armonia e in concordia di stile e di intenti per appetire gli altri valori, quelli della Dichiarazione universale dei diritti e dei doveri, della Costituzione, delle leggi dello Stato; e per i cristiani, i valori che contano, tratti dal Vangelo e vissuti nella fede e nella carità. È un problema non da poco, che ci riguarda come cittadini ed italiani, ed anche come europei”. Anche a livello locale “d’ora in poi s’impongono agli amministratori scelte sempre più oculate, che siano proporzionate tra loro, mai inconsapevoli”, osserva Diego Andreatta, direttore di Vita Trentina (Trento).

Mondo. Anche le questioni internazionali, come il caso della Libia o il dramma dei profughi, non sono tralasciati. La Libia al centro dell’editoriale di Giorgio Zucchelli, direttore del Nuovo Torrazzo (Crema): “Dopo un anno di trattative più volte interrotte, con lunghi periodi di stallo totale, l’accordo per un governo di unità nazionale è un primo passo importante, anche se non un traguardo. I ministri sono stati scelti con grande equilibrio, ma non tutte le fazioni si sentono rappresentate e permangono attori, a cominciare dall’Isis, che lotteranno contro qualunque tentativo di pacificazione”. “‘Aiutiamoli a casa nostra’. Non poteva esserci tema più chiaro per affrontare il problema dei profughi che giungono nelle nostre comunità. Lo ha fatto la parrocchia del Sacro Cuore di Valenza venerdì della scorsa settimana con una tavola rotonda, organizzata dal Circolo culturale parrocchiale presieduto da Graziella Buzio, alla quale ha partecipato il vescovo di Alessandria, monsignor Guido Gallese”, ricorda Marco Caramagna, direttore della Voce Alessandrina (Alessandria).
Diversi gli spunti dalla cronaca. “È giunta l’ora di un’ecologia integrale, che coinvolga l’uomo e la ‘casa’ in cui vive. Nel nostro territorio sta crescendo la sensibilità ambientale; ne diamo atto a molti amministratori e cittadini”, afferma Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro). Riflettendo sull’assoluzione di Erry De Luca dall’accusa d’istigazione, Kaire (Ischia) invita lo scrittore a smetterla “di parlare come un oracolo. Di rivendicare per sé una libertà di cui spesso si abusa nel paese degli arbìtri, più che dei diritti. Non smetta di dire ciò che pensa. Ma la smetta di incitare al sabotaggio”. “Piattaforma Europa, solo una falsa partenza?”, si chiede Nicola Sangiacomo, vicedirettore della Settimana (Livorno), il quale ricorda: “La stessa Autorità portuale ammette di aver chiesto la collaborazione all’Anac solo il 6 ottobre scorso a pochi giorni dalla scadenza del 10 ottobre, che era stata ufficialmente annunciata a Bruxelles in occasione della presentazione del progetto agli investitori. Non è un bel segnale per la realizzazione di un’opera che, per le sue caratteristiche di complessità, prevede tempi molto lunghi”. “In sostanza appare sempre più arduo per il nostro Paese riuscire a fare sistema, avere uno spirito di squadra che permetta di traguardare grandi risultati per tutti, più ampi degli interessi o dei veti di qualche componente particolare. Mantova non sfugge a questa regola anzi, a volte sembra un esempio eloquente di provincialismo corporativo, l’esatto opposto di un sistema coeso e collaborativo”, ammette Paolo Lomellini, direttore della Cittadella (Mantova). Si avvicinano le elezioni comunali e l’Eco del Chisone (Pinerolo) suggerisce: “Un sindaco, qualsiasi sindaco, ha bisogno di essere sorretto dall’anima del luogo, altrimenti diventa un solitario burocrate”. Di fronte a episodi di cronaca nera “a tutta la comunità va chiesto il coraggio di non cedere alla sfiducia, allo scoraggiamento. Essere comunità, in fondo, significa anche questo: trovare la forza di superare insieme il tempo della prova. È lì che ci si può scoprire più solidali, più vicini. Certe tragedie, che pure sembrano fatti privati, suscitano domande anche sul farsi e sul modo di vivere di una comunità. Domande che possono diventare sane, che stimolano a comprendere se e come possiamo essere persone e cittadini migliori”, sostiene Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia). Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano), sostiene: “Il ruolo del giornalista oggi più che mai ha un senso, che è quello di riportare alla notizia, con professionalità, serietà, onestà. E - cosa non secondaria - rispondendone. Poi c’è la mala-informazione, ma purtroppo il prefisso “mala” lo troviamo in ogni settore. Sempre va scovata, punita e sradicata.
(Acireale): “Il messaggio è sempre lo stesso: amare il prossimo come se stessi. Dopo l’ascolto, per dirla con le vie del prossimo Convegno della Chiesa a Firenze, si tratta di uscire e annunciare ‘quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi’”. Bruno Cappato, direttore della Settimana (Adria-Rovigo), osserva: “Occorre dunque una mentalità di pace, di non violenza, addirittura di amore se poi ci riferiamo a Gesù e al Vangelo. La vera forza - se ne siamo davvero convinti - è proprio quella dell’amore che tiene le porte aperte al perdono, alla disponibilità, al servizio, al coraggio della conversione e non vuol il male per nessuno. Un mondo di pace passa inevitabilmente per una strada d’amore. Un amore non solo a parole, non retorico, non finto, non interessato”. La Valsusa (Susa) sottolinea che “noi siamo Chiesa, e lo Spirito Santo chiama sempre, anche se tu da molti anni fai servizio, non sei esonerato. Quindi suore, preti, laici, diamo l’esempio a quelli che sono meno coinvolti di noi. Partecipiamo, sicuramente ne usciremo tutti più ricchi e con la voglia di contagiare”. Il Nuovo Diario Messaggero (Imola) ricorda che “la vita consacrata è una parte essenziale per la Chiesa particolare. Una Chiesa senza la figura di religiose/i manca di un elemento fondamentale. Noi dobbiamo ringraziare il Signore per la presenza numerosa di religiose/i e in particolare dalla nascita in diocesi di cinque istituti femminili fra l’Ottocento e il Novecento”. L’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri) ricorda le novità che lo riguardano: “Ormai i sistemi di misura convenzionali sembrano essere stati sostituiti dall’ordine evolutivo del web, proprio per questo motivo anche noi abbiamo dato vita a ‘L’araldo abruzzese 3.0’. Una nuova versione del sistema di informazione diocesana che, come promesso, non mette da parte il passato ma anzi vuole rinvigorirlo e dargli nuova energia. Nasce così, dopo aver attivato un profilo su facebook, twitter e instagram, il nuovo sito www.araldoabruzzese.net ispirato dalle ragioni di quanto detto da ‘qualcuno’ un po’ di tempo indietro, cioè che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”. Alessandro Repossi, direttore del Ticino (Pavia), parla dell’iniziativa del “Compralavoro”: “Si è creata un’alleanza per il lavoro, com’era nel desiderio del vescovo Giudici. Il Laboratorio di Nazareth, braccio operativo della pastorale sociale e del lavoro guidata da don Franco Tassone, è riuscito a restituire speranza a persone che l’avevano persa. È un primo piccolo passo, ma già significativo. Ed è importante che alcune comunità parrocchiali abbiano accettato di raccogliere questa sfida. L’auspicio è che anche altre parrocchie possano al più presto intraprendere la stessa strada”. Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi) pubblica il saluto dell’amministratore diocesano, monsignor Ignazio de Gioia: “In questi mesi di attesa del nuovo pastore dobbiamo essere orgogliosi di lavorare nella vigna del Signore, senza aspettare il termine della giornata per ricevere il denaro pattuito. Non dimentichiamo che siamo nel mese missionario, incentriamo pertanto la nostra vita in Cristo e offriamo la nostra vita per il bene della Chiesa”. Vittorio Croce, direttore della Gazzetta d’Asti (Asti), ricorda il libro su don Guglielmo Alessio, “il parroco, allora settantenne”, “ucciso con sei colpi di pistola calibro 347, nell’orto parrocchiale a due passi dal cimitero”.

 
 
Fonte: Sir
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