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Le famiglie battezzano il Festival della comunicazione

Interessante incontro al Palacultura Giovanni Paolo II di Rende. Gli spunti di riflessione dalla relazione di Giancarlo Cerrelli

Le famiglie battezzano il Festival della comunicazione

Viviamo nel tempo del "relativismo etico", laddove è in atto un'azione di "destrutturare e depotenziare la famiglia" a causa di cosiddette "dittature ideologiche". Nonostantew questo, non possiamo non affermare "la bellezza della famiglia", la sua "funzione naturale". Nei virgolettati, quasi parole chiave, si può sintetizzare il messaggio che quest'oggi l'avvocato Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani, ha lanciato a Cosenza. Primi passi del Festival della Comunicazione, l'iniziativa itinerante promossa dalla famiglia paolina e che quest'anno vede la diocesi di Cosenza al centro e protagonista.

Nell'auditorium Giovanni Paolo II del Seminario è andato in scena l'evento "Il capolavoro della società è la famiglia". Parola di papa Francesco, il titolo. Parola che, presentatori e relatori, hanno fatta propria. A menare le danze, Zaira Sorrenti e Gianluca Marino, coniugi, che della bellezza della vita familiare continuamente fanno esperienza. Continuamente e pubblicamente, grazie ai percorsi che hanno tirato su nell'ufficio famiglia diocesano, che guidano con passione e dedizione. Il tema è caldo, mentre alle spalle c'è un Sinodo straordinario sulla famiglia e davanti, all'orizzonte, un altro. Nel mezzo, le catechesi che il Santo Padre ha voluto dedicare a genitori, figli, nonni, nei primi mesi del 2015. E poi il messaggio per la Giornata mondiale della comunicazione: "La famiglia: ambiente privilegiato dell'incontro nella gratuità dell'amore". La locandina dell'evento declina i nomi di attori e protagonisti: ci sono gli uffici diocesani, quello familiare e quello catechistico, c'è il Movimento dei Focolari e quello di Comunione e Liberazione. Tutti insieme, perché "altrimenti è un controsenso, non saremmo famiglia". Declina con gioia lo spirito dell'incontro Zaira. Prima delle testimonianze, e dei spunti, preziosi, di riflessione, di Giancarlo Cerrelli, tocca a don Enzo Gabrieli introdurre a un buon pomeriggio. Il direttore di Parola di Vita diventa il Cicerone del Festival, ne presenta opere e appuntamenti, eventi e opportunità.

Le testimonianze delle stesse famiglie presenti sono un'opportunità. Tante piccole gocce per dire, con la vita, che essere famiglia è bello. Che quel sì all'altare è come un diamante che brilla. Per sempre. E che tuttavia ha bisogno, come una fiammella di essere alimentato ogni giorno. Essere moglie, mamma, è bello, anche quando qualcosa non va quando si desidera. Per grazia, poi, c'è la fede. Che aiuta. Eccome.

E mentre la testimonianza è segno, la relazione di Giancarlo Cerrelli apre ancor di più gli orizzonti. "La famiglia è la base della nostra società. Se essa sta bene, sta bene anche la famiglia". Lo aveva detto anche a Parola di Vita, a pagina 11, lo ha ripetuto agli astanti. La famiglia è la cellula fondamentale, ma oggi è minata, è avversata da quelle che "papa Francesco definisce colonizzazioni ideologiche". E le questioni si fanno serie, quando Cerrelli passa in rassegna le attualità: il gender, il matrimonio omosessuale, il matrimonio tra più specie. Senza mettere limiti alla fantasia. E se la Costituzione riconosce la famiglia, perché dato naturale, a volte è lo stesso diritto a essere pars destruens, perché "manipola la cultura, rieduca il popolo". Oggi, a volerlo rieducare, sono proprio le ideologie dittatoriali in corso. Finanziate, sostenute, hanno vita e spazio.

Ma non producono vita. Non producono diritto naturale. Si pongono contro di esso. E' opportuno, allora, continuare ad affermare la bellezza della famiglia.

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