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Lo studio dei segni grafici per capire la persona

La grafologia per leggere "oltre le righe"

Intervista alla grafologa cosentina Carmensita Furlano che ci racconta la sua professione

In foto, padre Girolamo Moretti

Molta curiosità suscita la figura professionale del grafologo. Ne abbiamo parlato con Carmensita Furlano, che formatasi alla scuola napoletana, ci ha offerto anche alcune letture su grafie di personaggi storici, raccontandoci in che cosa consista la sua professione. La Furlano è appassionata del suo lavoro, che vede come una mission a servizio dell’uomo e della ricerca. Ci racconta dei suoi studi non solo legati all’ambito giustiziario, ma anche per le ricerche e le cause di beatificazioni.

Che cos’è la grafologia?
Per definire la scrittura, mi piace ricordare un pensiero di padre Girolamo Moretti, francescano minore conventuale, fondatore della grafologia italiana e ‘astro’ nella scienza umana grafologica: “tra tutte le manifestazioni materiali dell’uomo, la scrittura è la più meravigliosa e adatta ad individualizzarlo…”. È una componente essenziale dell’essere umano, non è solo forma, ma anche dinamismo e movimento dettato dal cervello. Nella scrittura si nasconde la verità di ciò che siamo: essa è la rappresentazione grafica della lingua per mezzo di lettere o altri segni (grafemi). I segni della scrittura (glifi) denotano sovente di suoni o gruppi di suoni (fonemi). Dopo la tradizione orale, la scrittura è il primo modo di comunicazione tra i popoli e il primo mezzo usato per la conservazione e la trasmissione di dati.

Quando nasce la grafologia?
La data di nascita della grafologia è legata all’opera del primo grafologo della storia – sempre che altri popoli antichi ma non conosciuti l’abbiamo studiata – Camillo Baldi, letterato, medico, filosofo e docente presso l’Università di Bologna, che scrisse nel 1622 “Trattato come da una lettera missiva si conoscano la natura, e qualità dello scrittore”, in cui Baldi fa osservazioni sul carattere delle persone sottolineando una correlazione tra i caratteri della scrittura e quelli della personalità.

Quali sono gli ambiti di applicazione della grafologia?
Gli ambiti appartengono all’intera vita quotidiana dell’essere umano, da quando il bimbo inizia a puntare la matita sul foglio, fino al testamento olografo. La grafologia è uno strumento utile nell’analisi della personalità, consentendo di giungere a una dettagliata descrizione degli aspetti temperamentali, intellettivi, emotivi delle dinamiche affettive-relazionali, degli interessi e attitudini di base, del potenziale e del suo utilizzo. Può essere d’aiuto nella consulenza di coppia e familiare, nell’orientamento di studi e professionale, mettendo, ad esempio, in evidenza le attitudini e le potenzialità della persona anche nella consulenza criminologica. La grafologia aziendale, invece, permette di collaborare con l’ufficio risorse umane per la selezione del personale, così come nell’ambito sportivo, sulla bese della personalità, è possibile capire per quali sport sia predisposta una persona e quali sarebbe preferibile evitare, nel pieno rispetto delle sue potenzialità e risorse. Nelle scienze pedagogiche e neuropsicologiche, di grande supporto, è la grafologia dell’età evolutiva, ambito delicato, che contempla l’attività grafica nelle fasi evolutive: dallo scarabocchio dei primi anni di vita, attraverso il disegno, alla grafia come strumenti d’indagine delle motivazioni che spingono, bambini e adolescenti, a comportamenti particolari, cogliendo campanelli d’allarme e intervenendo in via precauzionale e preventiva, su eventuali difficoltà nello sviluppo della persona. I grafologi, poi, possono essere anche educatori, si tratta di specialisti nell’educazione e rieducazione del gesto grafico. Anche in campo medico è utile perché rende possibile  valutare il processo di guarigione o l’andamento di una determinata terapia, o ancora, di valutare la presenza di alcolismo, utilizzo di droghe, malattie psicosomatiche, nevrosi, psicosi, disturbi psichiatrici. Ricordiamo che il grafologo non si sostituisce al medico in alcun modo, che non esegue diagnosi mediche.

Esiste anche la grafologia pastorale. Perché è importante?
La grafologia pastorale costituisce una specializzazione della grafologia nel campo della pastorale della Chiesa, dalla educazione alla fede al tribunale ecclesiastico, alla formazione dei seminaristi. L’utilità dell’indagine grafologica, in quest’ambito, per indagare le disposizioni della persona anche sul piano spirituale e, quindi, per un accompagnamento e una direzione pastorale più efficaci. I sacerdoti, gli animatori pastorali, i volontari e chi lavora con le famiglie hanno occasione di acquisire una competenza pratica per conoscere le dinamiche all’interno delle famiglie e nelle relazioni umane, e per conoscere meglio se stessi e il proprio rapporto con Dio.

La grafologia ha valore scientifico?
Possiamo parlare di scienza in quanto si basa su un metodo razionale e su un iter logico ben definito per l’analisi della grafia.

L’uso del corsivo può essere considerato oggi anacronistico?
Il corsivo è più che mai attuale e funzionale alla crescita armonica della persona, il corsivo (dal latino “currere”, ossia “che corre o scorre”) è fatto per valorizzare la mano, perché implica gesti vigili ai movimenti spontanei del bambino e dell’adulto e asseconda la velocità del pensiero.

Carmensita

Scienza & Fede

Padre Moretti fondatore della scienza grafologica italiana

È considerato il fondatore della grafologia italiana e anche l’astro della grafologia in generale, perché per primo ha elaborato il suo metodo scientifico di studio. Nel 1914 pubblicò il primo “Trattato di Grafologia” e prima della sua morte  “Il corpo umano dalla scrittura, I Santi dalla scrittura, La Passione predominante, Grafologia sui vizi, Scompensi e Anomalie della psiche, Grafologia e pedagogia nella scuola dell’obbligo”, e altre. La grafologia morettiana pone le basi scientifiche sull’obiettivabile, sul visibile, sul misurabile, egli individua un certo numero di segni che possono essere trovawti in quasi tutte le scritture e ne propone una valutazione quantitativa e qualitativa.
Quantitativa: ogni segno può essere misurabile secondo una scala decimale dove lo 0 è assenza di segno, il 5 alla media, il 10 alla massima presenza.
Qualitativa: dove i segni sono divisi in sostanziali, modificanti e accidentali a secondo che diano al coscienza dell’essere, la coscienza di dover essere o Il come essere. I segni Sostanziali: manifestano il complesso delle qualità innate che condizionano tutta l’esistenza; i Modificanti: interagiscono con i sostanziali e ne modificano la struttura in virtù delle esperienze; gli Accidentali: sono quelli che maggiormente sfuggono alla volontà e danno colore alla personalità.

Le personalità dei grandi della storia

Quella di Alessandro Manzoni fu la a scrittura dell’inquietudine, caratterizzata da angoli acuti ai vertici inferiore e superiore delle lettere, e poco estesa orizzontalmente. L’intelligenza acuta arguisce sempre e con l’arguire apprende la verità e, a volte, anche più raffinatamente dell’intelligenza profonda. Leonardo Da Vinci, invece, ebbe un tipo di scrittura che più si addiceva alla sua mano sinistra, cioè la scrittura speculare, mostra senso estetico ed esprime conoscenza e rispetto della natura e della fisiologia della scrittura. Egli trovò compensazioni nel suo pensiero vulcanico e creativo, ad una natura affettiva relazionale non facile. Di papa Giovanni Paolo I  abbiamo tre firme. La prima a quando Albino Luciani aveva 14 anni e denota una cura particolare dell’aspetto esteriore legata all’introiezione del modello scolastico, che lo rende rigoroso osservante delle norme impartite. La firma a 25 anni, con una differenza enorme tra iniziale del nome e seguenti lettere minori, mette in evidenza il bisogno di uscire dall’anonimato, sospinto dal desiderio di offrire se stesso al mondo. La firma a 64 anni, presente un netto ridimensionamento delle maiuscole, espressiome della raggiunta pacificazione tra desiderio e volontà. La firma di Barack Obama mostra alla spinta volitiva e all’ideale paterno (lettere grandi iniziali), che lo portano ad uscire da una certa ritrosia per camminare, se pur con oculatezza, verso il raggiungimento dello scopo prefissato.  Lo stiracchiamento delle lettere nella firma indica una tendenza a momenti di ansia anticipatoria, ossia pur non dandolo a vedere, fino a quando non è arrivato al risultato, vive una specie di tensione interiore che lo attanaglia e che forse gli provoca anche qualche somatizzazione all’apparato digerente. La sensibilità, la premura e nel contempo l’intelligenza di tipo speculativo possono creare in lui dei conflitti: precipitazione e immediatezza. Eleonora Dusefu una donna di grande temperamento e di volontà ferrea. La sottolineatura, ben più marcata della firma, indica la volontà di affrontare la realtà con una forza quasi “virile”, facendo prevalere la parte che la cultura e la psicologia indicano come appartenente al genere maschile e che da una marcia in più nel non assoggettarsi a dipendenze affettive. Don Giussani ebbe una personalità ponderata ed espansiva, con grandi capacità di azione e ottima dialettica che gli hanno conferito abilità nel coinvolgimento. Dall’angolosità presente alla base degli occhielli si evince la capacità di portare avanti le proprie idee a muso duro. Difficilmente, infatti egli viene meno al proprio credo sociale, politico, religioso, anche andando controcorrente. Padre Girolamo Moretti scriveva le iniziali delle lettere, né piccole né grandi, rendondo evidente una logica duttile a servizio della conseguenzialità e della linearità priva, tuttavia, di rigidità o di sentimenti di superiorità. La firma simile al testo, con le lettere tutte attaccate, che si solleva regolarmente dal rigo di base e che non presenta ricci, arzigogoli o abbellimenti, esprime tutta la sua essenzialità, fatta di modi anche aspri, ma sempre alla ricerca della chiarezza e della verità scientifica, in quella che egli orgogliosamente definiva “ scienza grafologica”.

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La grafologia per leggere "oltre le righe"
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