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I giovani in parrocchia nel dopo pandemia

Pubblicato dalla LEV “Lo Spirito rinnova ogni cosa”  a firma della religiosa francese Becquart. Si tratta di un “vademecum” per una Chiesa “giovane con i giovani”

I giovani in parrocchia nel dopo pandemia

Un vero e proprio Gps per ispirare una pastorale che si adatti alle generazioni attuali. È “Lo Spirito rinnova ogni cosa. Una pastorale giovane per i giovani”, il nuovo volume edito dalla Libreria Editrice Vaticana a firma di Nathalie Becquart, la cui prefazione è a firma di frère Alois, priore di Taizé.
Sulla base della sua lunga esperienza pastorale con i giovani, l’autrice, religiosa francese particolarmente coinvolta nella preparazione e nell’evento del Sinodo dei giovani dell’ottobre 2018, presenta una sorta di “vademecum” sulla pastorale giovanile chiamata a diventare “giovane con i giovani”.
Attraverso cinque capitoli che delineano gli atteggiamenti fondamentali per vivere la missione con i giovani nell’attuale contesto della nostra società secolarizzata, suor Becquart fornisce esempi concreti e tracce pratiche radicati nella visione disegnata dal Sinodo dei giovani e dagli orientamenti della Christus vivit di Papa Francesco. Tra le indicazioni pastorali dell’autrice per favorire la crescita interiore dei giovani nella fede: “L’importanza dell’ascolto; una Chiesa relazionale e non solo istituzionale; l’attuazione di una pastorale audace e creativa adeguata alle situazioni di vita dei giovani; il bisogno di riferimenti e di guide per apprendere a discernere e a maturare delle decisioni positive; l’importanza di trattare temi a loro cari”.

libro lev

Sulla scia di questo volume della LEV dedicato alla pastorale dei giovani, il cardinale segretario generale del Sinodo dei Vescovi guarda al dopo pandemia, sottolineando l’importanza di coinvolgere i ragazzi in sintonia con la Christus vivit di Papa Francesco. Coinvolgere i giovani nelle istituzioni ecclesiali, rinnovando la pastorale per le nuove generazioni. È su questo tema che si concentra l’attenzione del cardinale Baldisseri, a partire dall’attualità segnata dalla convivenza con il coronavirus che ha reso difficoltosa la ripresa delle consuete attività parrocchiali, come i campi estivi e gli oratori.
“Prima di tutto – afferma il porporato – vorrei ringraziare tutti quei i giovani che si sono dati da fare come operatori concreti e volontari durante la pandemia”. È bastato davvero poco perché si attivassero in un momento drammatico per la storia di tutto il mondo. “I giovani – prosegue il cardinale Baldisseri – hanno dimostrato che non rappresentano il futuro, bensì il presente”. Una verità evidenziata in lungo e in largo sia durante i lavori del Sinodo sia nell’Esortazione post-sinodale di Papa Francesco. E anche il volume di Becquart lo ribadisce ancora una volta, aggiungendo esempi concreti derivanti dal proprio cammino al fianco dei ragazzi.
Il contesto inedito di oggi spinge a considerare diversamente le iniziative pastorali. Eppure questi insegnamenti sono sempre validi. “Vediamo che il ritmo sta lentamente riprendendo – osserva il segretario genrale del Sinodo – e la proiezione futura ci dice che occorre l’apporto dei giovani se vogliamo rinnovare le cose”. In primis è necessario capire dove sono i giovani. “In passato la parrocchia aveva il campetto, il cinema, il calcio balilla. Ma adesso questo non è più sufficiente. I giovani – afferma – sono per strada. Ed è lì che bisogna andare a trovarli”. L’idea di fondo è semplice a dirsi. “Come Chiesa – spiega il cardinale Baldisseri – dobbiamo avere il coraggio di fidarci dei giovani, senza pensare che siano immaturi. Possono cadere, certo. Tutti siamo fragili. Ma l’idea madre di tutto è l’accompagnatore. Compagno vuol dire cum pane, quello cioè che spartisce il pane e che quindi diventa familiare. Allora il compagno non sta dietro o davanti, sta al fianco perché ci si deve parlare”.
Il cardinale consiglia a educatori e sacerdoti alle prese con i giovani di “ascoltarli e parlare con loro, seguendo il suggerimento di questo libro. Ecco perché dobbiamo andare per strada, nei templi del gioco come lo stadio oppure la palestra. Però – avverte – in questi luoghi non ci deve andare il sacerdote. Devono andarci i ragazzi formati, anche se ‘formato’ è una parola un po’ vecchia. Deve andarci il ragazzo che si è preso su se stesso tutto, che ha sentito che è diventato diverso, che vuole esprimersi e che vuole dare”. Il cardinale Baldisseri invita ad allargare gli orizzonti e individua un’altra funzione strategica della parrocchia che potrebbe intercettare l’interesse dei ragazzi. “Intorno ai 15 anni – spiega – si comincia a pensare per bene alle scelte per il futuro. E non sempre trovano sufficiente il sostegno offerto dalla famiglia”.
Ecco allora che non solo il parroco, ma anche i giovani laici possono dare una mano. “Sono loro che devono essere missionari. Questo – conclude – è il discorso: tutti i battezzati sono missionari e discepoli di Cristo, sebbene secondo ruoli, carismi e ministeri differenti”.

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