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Morto un senza tetto per le strade della nostra Città

Non ci sono responsabilità dirette, ma le povertà e le solitudini aumentano a Cosenza

Morto un senza tetto per le strade della nostra Città

Al netto di alcune scelte, anche difficili da intercettare, un senza tetto è morto la scorsa notte davanti al Cinema Teatro Italia-Tieri. da quello che le cronache hanno riferito si tratta di un uomo di nazionalità rumena. Ma la vicenda si ripropone in tutta la sua drammaticità. Anche a Cosenza ci sono tanti che vivono per strada, che vivono sotto ponti, in baracche di fortuna e in rifugi improvvisati tra la stazione delle ferrovie e i sottoscala.

Anche noi abbiamo i nostri clochard, finiti in povertà economica o per rigetto della vita sociale. Tante le motivazioni, a volte difficili anche da avvicinare e trattare, che portano uomini a donne su una strada che diventa casa. I servizi sociali, le caritas, provano ad intercettarne alcuni, le iniziative si moltiplicano a favore dei bisogni crescenti: mense, unità di strada, gestite e composte da associazioni e volontari laici e credenti.

Ma c'è tanta indifferenza. Molti guardando non vedono, e se vedono girano poi il volto dall'altra parte. La struttura sociale fatica, ma la zavorra più grande resta il crescente egoismo che misto alle tante povertà diventa bomba sociale. Non ci sono soluzioni preconfezionate, ma non possiamo stare con le mani in mano. Tragica fatalità, vicenda senza colpa, pronunciamenti istituzionali, a volte d'occasione, poi ciascuno ritorna alla propria vita e alle proprie occupazioni. 

Fra qualche settimana ci saranno le elezioni. Ci chiediamo quale posto occupa la piena volontà, il reale impegno, a favore degli ultimi e delle crescenti povertà? Quale spazio è riservato all'emergenza sociale nei bilanci dei comuni e nella grande programmazione del Paese? Sentiremo parlare di nuovi modelli Isee, redditi di sostegno e di cittadinanza, di progetti di riscatto e di possibili apertura di progetti per sconfiggere le povertà. Ma per tanti non si riesce a trovare nemmeno una stanza dove accoglierli, hanno bisogno solo di una coperta o di un piatto caldo e ad agosto forse siamo troppo presi dalla voglia di relax e di mare che queste cose infastidiscono pure. Prima si chiude il capitolo e meglio è per metti. Ne parleremo a settembre, magari con un tavolo progettuale sui fenomeni dei senza tetto.

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