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"L'azienda gode di buona salute"

Mastrobuono è la neo commissario dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza

"L'azienda gode di buona salute"

Lo stato di salute dell’Azienda ospedaliera di Cosenza è quello di tante altre aziende nel nostro Paese, e cioè un’Azienda che, purtroppo, durante la pandemia ha visto ridursi sia le prestazioni che sono erogate ai cittadini, sia le visite ambulatoriali, sia i ricoveri, in patrticolare quelli chirurgici. Ci siamo ovviamente dati, insieme al collegio di direzione, tempi rapidissimi per recuperare il maggior numero possibile di prestazioni, quindi, da un punto di vista sanitario, l’Azienda, con tutte le eccellenze che ha, è in buona salute, deve soltanto recuperare il tempo perso a causa del virus. Da un punto di vista amministrativo gode ancora di salute discreta: abbiamo problemi di personale, c’è un concorso per assumere del personale funzionario-amministrativo che ci permetta di velocizzare soprattutto quelle che sono le pratiche per dei concorsi per assumere personale.
A dirlo è Isabella Mastrobuono, che da qualche settimana ha assunto il timone dell’Azienda ospedaliera di Cosenza. La abbiamo intervistata.
Tra le esigenze anche gli screening delle altre patologie. Dai dati Istat è emerso che nel 2020 ci sono stati 30mila decessi in più per altre patologie.
Questa cosa la avevamo riscontrata nella provincia autonoma di Bolzano ben prima dell’ISTAT. C’eravamo accorti
che la mortalità per altre patologie era aumentata, per esempio nell’ambito delle malattie psichiatriche e delle demenze, così come per le patologie cardiovascolari, mentre è più difficile da dimostrare nell’ambito dell’oncologia, perchè finchè la malattia si manifesti nella sua totalità ci vuole del tempo. Sono convinta, ed è per questo motivo che ci stiamo organizzando già adesso, che quando la pandemia sarà sotto controllo, il vero grande tsunami saranno tutte le diagnosi e le cure che non siamo riusciti a fare nel periodo del Covid-19.
Come procede la campagna di vaccinazione?
Per quanto riguarda l’ospedale, benissimo, nel senso che abbiamo raggiunto, con il dottor Pellegrini, obiettivi straordinari. Quasi tutti i lavoratori, a eccezione di alcuni che non potevano per motivi medici, si sono vaccinati. Di fatto non ci sono stati rifiuti.
Stiamo proseguendo con la somministrazione della seconda dose per completare tutto. Inoltre siamo a disposizione dell’Azienda Sanitaria Provinciale Territoriale per vaccinare alcune categorie di persone e si sta facendo la lista di coloro i quali vaccineremo con l’aiuto di sette infermieri che ci sono stati mandati dal commissario Arcuri a livello nazionale.
Oltre all’Annunziata, l’Azienda ospedaliera ha altri due presidi: l’ospedale di Rogliano, che è stato convertito per il trattamento dei pazienti Covid, e il Mariano Santo. Due presidi che necessitano di attenzione...
L’attenzione, su Rogliano in particolare, è già focalizzata. Ho visitato la struttura e ho parlato anche con il dottor La Regina, che è il commissario sul territorio. Lì potrebbe essere la sede per un Hospice e per la dialisi, mentre la restante parte è a cura dell’azienda. Vedo Rogliano molto proiettata verso il futuro nel diventare uno di quei presidi a cavallo tra l’ospedale e il territorio. Si tratterebbe di una di quelle cerniere che tutto il mondo, quando parliamo di potenziamento del territorio, sostanzialmente vuole, ossia una struttura forte che rappresenti per una parte alcune attività ospedaliere, per altre attività territoriali.
L’ospedale di Cosenza è stato il primo ad avere aderito al protocollo ‘Tsunami’ per il trattamento dei pazienti Covid con plasma iperimmune...
Ho trovato un clima di partecipazione straordinario. La voglia di emergere e far sapere quello che si fa è fondamentale. Non c'è solo il protocollo ‘Tsunami’, c’è anche il protocollo che abbiamo firmato come un atto di generosità tra Cosenza e Catanzaro, per far sì che i cittadini affetti da ictus trovino a Catanzaro lo Stroke di secondo livello. Dall'uno marzo il personale di Cosenza insegnerà ai colleghi di Catanzaro come trattare i pazienti, questo è un atto straordinario; non solo, la Breast Unit ha ottenuto in queste due settimane il valore più alto di casi trattati l'anno- normalmente dovrebbero essere 150 i tumori della mammella trattati, abbiamo superato i 160 e presto illustreremo come ci siamo organizzati per intervenire sulle donne affette da questa patologia.
Che futuro immagina per l’Azienda ospedaliera?
Un'Azienda ospedaliera che sia in grado di camminare con le sue gambe, a prescindere dai commissari.

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