I Messaggi ufficiali per l'VIII Centenario della Cattedrale (2/3)
Il messaggio dell'Arcivescovo di Cosenza-Bisignano
Ai presbiteri, diaconi, seminaristi, consacrati e fedeli laici
dell’Arcidiocesi di Cosenza – Bisignano
Carissimi fratelli e sorelle,
il Signore vi dia pace!
Vi scrivo con grande gioia, alle porte di un anno giubilare di grazia e di consolazione che il Signore ha voluto donarci, proprio in un periodo difficile ed oltremodo complesso per la nostra storia sociale ed ecclesiale.
Vi scrivo come vostro Pastore, con il cuore colmo di gratitudine al Signore che mi ha dato la grazia di vivere con voi un momento storico irripetibile: l’ottocentesimo anniversario della consacrazione della nostra Chiesa Cattedrale, avvenuta il 30 gennaio 1222 alla presenza dell’imperatore Federico II di Svevia e del Legato Pontificio, Card. Niccolò Chiaromonte. La consacrazione di una Chiesa è un evento ecclesiale ed antropologico che accompagna da sempre la storia dei credenti. Esso nasce dal desiderio dell’uomo di “costruire una dimora a Dio” (1Cr 17, 1), ma soprattutto è un evento che manifesta l’azione di Dio che, in risposta al desiderio umano, stabilisce la sua dimora in mezzo ad essi. Che significato può avere dunque oggi per noi la celebrazione anniversaria di questo evento? Anzitutto ricordarci che non siamo soli e risvegliare la consapevolezza della nostra vera identità: popolo di Dio in cammino, corpo mistico di Gesù, dimora dello Spirito Santo. Vi scrivo perciò con la speranza che questo momento giubilare, che coinvolge in maniera diretta la nostra Chiesa particolare, possa diventare lievito di letizia per tutta la realtà calabrese ed in particolar modo cosentina, afflitta, come il resto del mondo, non solo dalla pandemia ma anche dalle sue terribili conseguenze, che si scatenano sulla nostra società come un fiume in piena, lasciando povertà a più livelli: affettivo, relazionale, psicologico, familiare, religioso, politico, sanitario, economico, culturale. Voglio pensare con voi che le parole con cui Gesù ha inaugurato il suo ministero nella sinagoga di Natareth siano rivolte proprio a noi in questo tempo: «Lo Spirito mi ha mandato a portare ai poveri un lieto annuncio, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4, 18 - 19 ). Lo Spirito di Dio, che da ottocento anni ed oltre guida la nostra Chiesa cosentina, continua a prendersi cura delle nostre povertà, annunciando la grazia e la salvezza di Cristo, Sommo ed Eterno Pastore, che si manifesta a noi attraverso un altro fiume, non più di paura e di angoscia, ma di grazia e di consolazione: «Un fiume ed i suoi canali rallegrano la città di Dio» (Sal 45).
Quali sono questi canali che irrigano spiritualmente questo nostro tempo?
Il primo è l’Anno Giubilare concesso da Papa Francesco alla nostra Diocesi, con la possibilità di lucrare l’Indulgenza plenaria, a iniziare dal 30 gennaio 2022, fino al 12 febbraio 2023, festa della Madonna del Pilerio. Speriamo che sia per tutti noi un anno di grazia e di misericordia per la conversione del cuore. Il secondo è la parola diretta di Papa Francesco, che ha voluto indirizzarmi, attraverso un messaggio rivolto a tutti voi e firmato di suo pugno, di cui vorrei ricordare alcuni contenuti. Egli ci ha esortati a vivere questo tempo con gratitudine a Dio per la sua presenza tra noi, che si rende visibile attraverso l’immagine fisica del Tempio, custode della memoria del cammino passato e fulcro della comunione degli uomini nel loro presente. Papa Francesco ha auspicato che quella straordinaria sintesi di fede e vita che traspare dalla bellezza della nostra Cattedrale possa riflettersi nelle tessere splendenti dell’edificio spirituale che insieme costituiamo, lasciando trasparire in noi la bellezza stessa di Dio. Mitezza e audacia sono gli atteggiamenti che il Pontefice ci ha raccomandato per incrementare in quest’anno il fermento dell’annuncio evangelico. Un terzo canale si rende visibile nell’entusiasmo che la celebrazione di questo evento ha suscitato, coinvolgendo il nostro territorio in un brillante e rinnovato interesse per il vasto patrimonio artistico, culturale, storico e sociale della nostra cattedrale. In questi mesi si è realizzata una preziosa e appassionata sinergia tra sacerdoti, docenti, professionisti e artisti vari, istituzioni, associazioni e movimenti che rendono la nostra Chiesa viva, giovane e feconda. Non posso non ringraziarli uno ad uno, esortando a mantenere alto e difendere l’obiettivo della comunione con tutti e della valorizzazione di tutte le nostre ricchezze.Un ultimo canale vorrei scorgerlo nel servizio di tanti uomini e donne, credenti e non, che in questo periodo di pandemia affrontano sacrifici e rischi non indifferenti per prendersi cura di tutte le forme di povertà, quelle tradizionali e quelle nuove. Medici e operatori sanitari, militari e agenti di pubblica sicurezza, sacerdoti, consacrati, docenti, commercianti, volontari e membri di associazioni che raggiungono gli ammalati, gli anziani e i tanti poveri nelle loro case e per le strade, prendendosi cura di loro. Grazie, perché li fate sentire visitati da Dio; grazie perché manifestate a tutti noi la sua continua presenza, rendendo visibile e concreto quel “tempio di Dio che siamo noi” (1 Cor 3, 17). Carissimi fratelli e sorelle, ci aspetta un anno intenso di celebrazioni, incontri sinodali, convegni, percorsi e progetti in cui comunicheremo attraverso il linguaggio della liturgia, della preghiera, della ricerca, dell’arte, della creatività e dell’informazione mediatica, la bellezza del nostro essere corpo ecclesiale e corpo sociale. Saremo perciò chiamati a sentirci in comunione con Dio e tra di noi, nella diversità dei doni e dei carismi di ciascuno e nella ricerca di tutto ciò che unisce piuttosto che di quello che divide. Vi invito dunque ad accogliere con gioia e speranza questo tempo, prendendo parte alle varie proposte che saranno offerte alle parrocchie, alle realtà ecclesiali, alle istituzioni scolastiche, accademiche e sociali, alle associazioni e ai movimenti coinvolti nella programmazione degli eventi giubilari. Ciascuno di voi potrà sentirsi un nuovo canale di grazia, emissario del grande fiume dell’amore di Dio che allieta l’umana famiglia con la sua presenza continua ed operante. Turisti e fedeli entreranno ogni giorno nella nostra Cattedrale. I turisti per vedere, i fedeli per pregare. Il turista non ha un punto preciso da cercare; curioso, guarda ovunque per cercare ciò che gli interessa. Il credente, quando entra, sa dove orientarsi: verso l’Altare, il Crocifisso, la Cappella del Santissimo Sacramento, l’Ambone, da cui si proclama la Parola, la Cappella che custodisce l’icona della Vergine del Pilerio; questi sono i luoghi in cui la comunità cristiana vive l’incontro misterioso con Colui che si è fatto simile a noi per renderci come Lui. La Chiesa Cattedrale, infatti, è stata costruita per accogliere i credenti, dove essi imparano ad sentirsi Chiesa e a manifestare il loro legame comunionale con il Vescovo e con la Comunità sparsa sul territorio diocesano. Entrando in Cattedrale e varcando la Porta Santa che il Signore ha spalancato, ascolteremo la Parola, parteciperemo all’Eucaristia e manifesteremo la profonda comunione che lega ogni Battezzato alla Chiesa, per costituire l’Assemblea santa che loda e canta il suo Signore. Ci siamo preparati a vivere il giubileo diocesano attraverso la peregrinatio della Madonna del Pilerio, nostra Patrona, per tre anni nelle parrocchie della Diocesi.Ci aiuti lei a riconoscere nella sua vicinanza ed intercessione la visita stessa di Dio, facendoci esclamare, come Sant’Elisabetta quando l’accolse nella sua casa: “beata colei che ha creduto nell’adempimento della Parola del Signore!” (Lc 1, 45). O Maria, donaci la beatitudine dell’ascolto di Gesù, tuo Figlio, di sentire la sua presenza, di permettere a Dio di compiere anche in noi il suo progetto d’amore, «per proclamare le opere meravigliose di Lui che ci ha chiamati dalle tenebre alla sua ammirabile luce» (1 Pt 2, 9).
Vi saluto e vi benedico tutti di cuore.
Cosenza, 30 gennaio 2022
+ Francesco Nolè
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