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Si allarga la famiglia dell’Unità di Strada

Domenica in Cattedrale venticinque nuovi volontari hanno ricevuto il mandato

Si allarga la famiglia dell’Unità di Strada

“Bello iniziare davanti a Dio questo percorso che ora ci vede qui, pronti a partire come protagonisti nell’Unità di Strada”. Inizia così padre Alessandro Scaglia OMI l’omelia di domenica scorsa nella Cattedrale di Cosenza che ha formalmente investito 25 nuovi volontari dell’Unità di Strada (nata nel 2016) coordinata dall’associazione di volontariato Casa Nostra espressione della Caritas diocesana.

unità di strada casa nostra caritas (3)

“Chiediamo a Lui di accompagnarci - ha continuato don Alessandro, che nei mesi scorsi ha curato alcuni momenti di preparazione dei neo volontari - per un percorso che non sarà facile; che non ha la pretesa di cambiare la società, ma vuole essere un modo per porci vicino al prossimo, ai nostri fratelli più poveri; e per questo chiediamo aiuto a Lui che deve darci la forza e il coraggio. Il nostro servizio va oltre la coperta e il cibo: la strada è per noi quel luogo di missione dove ‘semplicemente’ ci facciamo prossimi”.
A consegnare la casacca e l’ultima enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti” ai nuovi volontari, il presidente di Casa Nostra Pino Salerno che si è detto “felice di poter iniziare questo nuovo pezzo di strada che arriva dopo il lungo percorso di formazione e la ‘prova su strada’ fatta dai volontari nelle scorse settimane per sperimentare il servizio”. Un servizio che ha bisogno sempre di linfa nuova perché “più siamo e più riusciamo ad aiutare” - tiene a ribadire il presidente Salerno. “Questi volontari si vanno a unire al gruppo già consolidato di Casa Nostra dandoci la possibilità di implementare le uscite settimanali che potranno continuare ad essere in maniera stabile il mercoledì e il venerdì sera raggiungendo circa trenta persone tra Cosenza e Rende”. A sostenere questo particolare servizio il prezioso apporto dei Missionari Oblati che – sottolinea Pino Salerno – “ci aiutano e incoraggiano dal punto di vista spirituale, perché la motivazione non nasce solo dall’entusiasmo di voler dare il proprio contributo, ma deve avere radici più profonde, proprio perchè lo scopo è quello di provare a dare una parola di speranza alle persone che, per tanti motivi, vivono in strada”. Insieme a questo i volontari provano anche a soddisfare alcuni dei bisogni primari con la distribuzione di cibo, coperte, una bevanda calda che diventano “il gancio per instaurare una relazione di fiducia e per intraprendere un percorso di speranza per persone che lo hanno perso o non lo hanno mai avuto”.

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