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Don Franco Cozza, un cuore accogliente

Parroco di San Pietro in Guarano, compie 50 anni di sacerdozio.
Il grazie al Signore per una vita ricca di doni e di servizio

Don Franco Cozza, un cuore accogliente

Il prossimo 29 giugno don Franco Cozza, parroco della comunità di Santa Maria in Gerusalemme a San Pietro in Guarano e della comunità dello Spirito Santo a Redipiano, compie 50 anni di sacerdozio. Per lo speciale giubileo sacerdotale, lo abbiamo incontrato.
Sono passati 50 anni da quel sì al Signore. Quali ricordi riaffiorano ritornando con la mente a quei giorni?
Ho avuto la possibilità di essere ordinato in parrocchia, a San Pietro in Guarano, nel pomeriggio del giorno di San Pietro del 1969. Era domenica. Fu una giornata di grande emozioni. Nei giorni scorsi ho rivisto le fotografie dell’epoca. Subito dopo due mesi ho iniziato a fare il parroco, e da allora questa è stata la mia vita.

don franco cozza (1)

Quali sono le parole chiave che hanno contrassegnato questo mezzo secolo di sacerdozio?
Nell’immaginetta dell’ordinazione ho messo la frase: “non sono venuto per essere servito ma per servire”. Credo che in questi 50 anni ho servito il Signore e, anche se non in modo lodevole, con i miei limiti, le diverse comunità che mi sono state affidate, a partire da quella di Castiglione paese, a San Benedetto in Guarano e ad Altavilla, nonché a San Pietro in Guarano e Redipiano. Ho cercato di stare sempre in mezzo alla gente, con tutti, ed è un dono del Signore quello di essere riuscito a stare bene con tutti, dai bambini agli anziani.
Come sono cambiati i fedeli e la pastorale nelle parrocchie in questi anni?
Ho dovuto mettere in pratica tutti i cambiamenti del Concilio a iniziare da Castiglione, portando tutti i rinnovamenti dal punto di vista pastorale - religioso. La stessa cosa ho dovuto fare a San Pietro. Non è stato facile, ma il rapporto con i fedeli è sempre stato buono. Non mi sono messo su un piedistallo, ma come stile di vita ho scelto di stare in mezzo alla gente, senza chiudermi in sacrestia. Quello che oggi ci invita a fare papa Francesco è quello che io ho sposato da sempre. Sono certo che è lo stile più bello. Certo, negli anni la gente è cambiata, c’é anche una sensibilità diversa, e forse prima c’era una religione un po’ bigotta, oggi invece è più matura e consapevole. Io stesso posso contare oggi su un laicato davvero maturo.
Quali le gioie e le sofferenze di questi anni?
La sofferenza, sia durante il periodo della formazione che dopo, è sempre feconda. Ho avuto difficoltà negli studi perché avevo problemi economici, essendo figlio di contadini; ma il Vescovo di allora e altri amici mi aiutarono. Questo mi ha portato ad avere un atteggiamento di non attaccamento al denaro, e ancora oggi tutti i miei risparmi sono a disposizione delle chiese.
Quale consiglio darebbe ad un giovane sacerdote oggi?
Cercare di non mettersi su un piedistallo, ma di stare in un atteggiamento di servizio, senza avere un contegno di professore e di saccente; soprattutto, di avere uno stile di accoglienza.
Pensa che oggi sia più facile o più difficile dire di sì al Signore?
Mentre ieri era una scelta che si maturava da bambini, un po’ alla volta, oggi le scelte si realizzano dopo aver completato gli studi superiori, per cui è una scelta diversa. Allora c’era una maturazione pian piano che si andava avanti, ora è una scelta più consapevole. Oggi chi sceglie il sacerdozio oltre i 20 anni evidentemente deve sentire qualcosa di diverso. In un certo senso adesso è anche più difficile scegliere, anche perchè la società è cambiata. Se prima le famiglie accompagnavano di più, oggi c’é il rischio che possano diventare un ostacolo sulla strada della vocazione dei figli. Ieri erano tutti praticanti, e io stesso facevo il chierichetto, e il Signore mi ha voluto sulla strada del Seminario, anche grazie a una borsa di studio lasciata dal mio parroco. Fu una vera benedizione.

Studi, parrocchie e incarichi

Nato a San Benedetto in Guarano nel 1945, in seconda media è entrato in Seminario a Cosenza. Sono stati quattro gli anni nel Seminario bruzio, mentre altri otto quelli frequentati a Catanzaro. Ordinato sacerdote da monsignor Domenico Picchinenna il 29 giugno 1969, dopo due mesi, ha ricevuto la nomina a Castiglione, dove è stato parroco dal 1970 al 1977. Dal primo dicembre 1976 fino al giugno 1977 don Cozza è stato amministratore a San Pietro in Guarano e parroco a Castiglione Cosentino. Dal 2 luglio, giorno della Madonna delle Grazie, è parroco a San Pietro in Guarano.
Membro del Consiglio presbiterale, è stato per oltre vent’anni membro dell’Istituto per il sostentamento del clero; è stato anche vicario di settore sotto l’episcopato di mons. Dino Trabalzini, e vicario foraneo durante il periodo di episcopato di monsignor Giuseppe Agostino.

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