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Dialogo è l’altro nome della pace

Ventunesima edizione diocesana della Veglia per la Pace

Dialogo è l’altro nome della pace

“La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”. Questo il titolo del messaggio di papa Francesco per la 53esima Giornata Mondiale della Pace che la Chiesa celebra ogni anno il primo gennaio. Slogan ripreso dalla Pastorale sociale della nostra diocesi che per 21 “edizioni” si è fatta promotrice, in diverse modalità, di momenti di preghiera e riflessione sulla e per la pace “che - come ricorda monsignor Nolè nella sua riflessione durante la Veglia di preghiera - va sempre custodita come il bene più prezioso”. Veglia svoltasi nella Chiesa Cattedrale sabato scorso, che si è aperta con la consegna da parte del gruppo scout Cosenza 1 della “Luce della Pace da Betlemme”, quale segno di luce brillante ma sempre bisognosa di cura, attenzione, preghiera.

veglia pace 2020 (5)

“Preghiera - così come ha sottolineato monsignor Francesco Nolè durante la sua riflessione - che deve accompagnare il nostro agire e rivolgersi al Signore perché non faccia mancare a nessuno la pace, affinché ci siano sempre cuori capaci di accoglierla”. Riflessione che è poi continuata sulla scorta di quanto indicato dal Papa che ha “indicato un cammino preciso - ha sottolineato Nolè. Pace che è anzitutto dialogo, perché se non siamo in pace tra di noi non possiamo dialogare. E il dialogo permette di trovare insieme le suzione della pace”. Dialogo che, come tiene a precisare l’arcivescovo, deve essere sincero e rispettoso, “soprattutto in questo momento storico minacciato da venti di guerra provenienti dal Medio Oriente e dalla Libia” . Altro passo importante sottolineato dal vescovo, riprendendo quanto scritto dal Papa, è legato alla “riconciliazione che deve partire prima da noi stessi, per poi rivolgersi verso gli altri così come fa il Signore che non smette mai di perdonaci; perché l’importante è chiedere perdono. Dobbiamo riconoscere che, come diceva San Francesco d’Assisi, Lui è tutto il bene, il sommo bene”. A chiudere il momento di riflessione uno spunto legato alla conversione ecologica. “La natura ci è stata data come guardino in cui essere felici. Nel quale sperimentare il ciclo della vita. Noi invece facciamo di tutto per guastare la fonte da cui prendiamo l’acqua. Così facendo facciamo del male a noi stessi. Allora è necessaria una conversione a livello mondiale ma che deve però partire da noi stessi e dalle nostre case, dalle nostre famiglie”. Un percorso difficile ma possibile. Un percorso verso per la pace.

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