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Chiamati alla vita, la veglia di preghiera per i missionari martiri

Il Santuario paolano teatro dell'incontro diocesano promosso dall'Ufficio Missionario. Le testimonianze. 

Parole chiave: veglia missionaria (2), paola (15)
Chiamati alla vita, la veglia di preghiera per i missionari martiri

Lo scenario della basilica vecchia del Santuario di San Francesco di Paola, ha ospitato la sera di sabato 24 marzo la veglia di preghiera, dal titolo “Chiamati alla vita”, in occasione della giornata mondiale in memoria dei missionari martiri. Ogni anno la Chiesa celebra, in questa data, l’anniversario del martirio di monsignor Romero, Arcivescovo di San Salvador, con una giornata mondiale di digiuno e preghiera  in memoria dei missionari martiri: un’occasione  per pregare per gli operatori pastorali uccisi nel corso del loro servizio. Durante la serata, guidata da padre Domenico Crupi e animata dai giovani vicini alle parrocchie paolane, è stato riconsegnato il racconto di alcune testimonianze di operatori pastorali riconosciuti come martiri nel 2017 e dei quali è stata celebrata la beatificazione, alla presenza di un congruo numero di parroci del territorio, tra i quali il vicario foraneo don Francesco Nucci. Le testimonianze raccontate sono state quelle di: padre Stanley Rother, beatificato il 23 settembre il quale ha operato in Oklahoma, riconosciuto come il primo martire degli Stati Uniti; suor Rani Maria Vattalil, beatificata il 9 novembre, francescana uccisa con cinquantaquattro pugnalate da un sicario, la quale si spense pronunciando il nome di Gesù; Fra Tullio e il catechista Luis, entrambi vittime della guerra civile del Guatemala riconosciuti come martiri e beati il 9 ottobre; infine Suor Leonella Sgorbati, uccisa a Mogadiscio, prodigatasi nella sua opera pastorale vicina ai poveri, si spense riconoscendo il perdono ai suoi aguzzini e riconosciuta martire e beata l’8 novembre. A sostegno di queste testimonianze è stato poi compiuto il rituale simbolico di una processione silenziosa verso l’altare presso il quale i presenti hanno depositato un seme di grano nella terra a ricordare il sacrificio compiuto dai martiri per portare frutto nella sequela di Gesù. E’ stato inoltre letto il martirologio dell’anno, ovvero un elenco degli operatori pastorali uccisi nel 2017 durante le missioni, durante la lettura è stato chiesto al Signore di illuminare ciascuno su come diventare costruttori di pace in un  mondo violento e per sottolineare ciò sono stati portati all’altare dei lumini accesi. L’incontro è culminato nell’intervento di mons. Emilio Aspromonte, il quale ha trattato il tema della vita: “Quello che è stato letto non è un elenco di morti, ma un inno alla vita: la vita, essendo chiamati ad essa, è un dono che ci troviamo tra le mani e il modo di viverla appieno è quello di farci noi stessi dono. Se la vita è dono di Dio, allora è vissuta bene. La vocazione alla vita si sviluppa giorno per giorno!”.

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