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Rilanciare l’editoria al Sud

Intervista al giovane editore Giuseppe Santelli presidente dell’omonima casa editrice, nata nel 1987 e tra le prime cento in Italia

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Rilanciare l’editoria al Sud

Editoria e imprenditoria: due settori che non sembrano avere molto in comune, se non un certo “pregiudizio” nei confronti dei giovani. La crisi della carta stampata e la mancanza di intraprendenza penalizzano coloro che hanno idee, ma non hanno capitale e coraggio per portarli avanti. Non è questo il caso di Giuseppe Santelli. Il venticinquenne calabrese è già presidente dell’omonima casa editrice, nata nel 1987 e tra le prime cento in Italia. Lo abbiamo incontrato per conoscere meglio le attività in programma.

Santelli 1

Quando nasce la tua passione per l’editoria?

Per me, è una passione innata che si tramanda da generazioni. Fin da quando ero piccolo, amavo bazzicare nella sede della casa editrice. Ho cominciato a conoscere meglio l’ambiente a dieci anni, scaricando i pacchi degli ultimi libri arrivati.

Cosa vuol dire essere un giovane editore in un momento di crisi della carta stampata?

In realtà, credo che l’editoria come settore abbia saputo reinventarsi grazie alla diffusione degli E-books. Oggi, la crisi della carta stampata colpisce più i giornali e i CD che i libri.

A che prototipo di scrittore ti rivolgi per una collaborazione?

Non mi precludo collaborazioni con nessuno. La casa editrice di cui sono presidente non è settorializzata, ma ambisce a presentare lavori di qualità.

Che consigli vuoi dare a un aspirante scrittore?

In realtà, lo stile è soggetto al messaggio che si vuole comunicare. A un aspirante saggista consiglierei di essere innovativo nella sua tesi, perché ci sono già molte pubblicazioni di settore. Per un poeta o per un narratore, invece, le diverse linee guida seguono nicchie specifiche.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Nel breve periodo, voglio ampliare la struttura della casa editrice impiegando cinquanta giovani under 30 entro il prossimo triennio. Ci sono tanti ragazzi ambiziosi che preferiscono fuggire al Nord per realizzarsi professionalmente. Invece, bisogna dargli la possibilità di diventare linfa vitale di un Sud ricco di potenzialità.

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