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L'Italia di Santoro è uguale a quella vera?

Il conduttore torna in prima serata su Rai2 con una nuova proposta che ricorda i vecchi format.

Aveva promesso che avrebbe proposto “un’altra grammatica e un’altra sintassi televisiva” per il suo ritorno in Rai, ma ai più il nuovo programma di Michele Santoro è parso molto simile ai precedenti. Il battage pubblicitario dei giorni precedenti aveva lanciato “Italia” (Rai2, mercoledì ore 21) con immagini dell’omonimo dirigibile progettato e comandato nel 1928 da Umberto Nobile, ufficiale della Regia Aeronautica, per raggiungere il Polo Nord. Dopo aver raggiunto la meta in una spedizione scientifica tramutatasi in tragedia, l’Italia precipitò sui ghiacci polari perdendo la navicella di comando con 10 uomini dell’equipaggio a bordo, mentre di altri 6 non si seppe più niente.
La scelta dell’icona del dirigibile per questa nuova proposta non è casuale, non tanto per il mezzo in sé quanto per il nome, pretesto per parlare dell’attualità (politica) del nostro Paese. Al debutto, il conduttore ha voluto chiarire: “Torno a casa, alla Rai, che non ho esitato ad abbandonare quando mi ha chiesto di rinunciare alla mia passione per le idee, per il volo. Verso il Polo Nord”. Lo fa con un format che, dentro una cornice scenografica tipicamente “santoriana”, propone una struttura un po’ diversa da quella dei suoi programmi precedenti, con un reportage che apre la puntata, diviso in tre parti, a costituire l’ossatura di tutto il programma intorno a cui imbastire il dibattito con gli ospiti in studio e la messa in onda dei contributi di altri personaggi intervistati sul tema. Senza far mancare monologhi teatrali e satirici (Mimmo Borrelli e Geppi Cucciari) e gli interventi dei colleghi in studio (Giulia Innocenzi e Saverio Costanzo) a far da tramite fra la televisione e il web.
Il lungo filmato di sottofondo utilizza la tecnica della telecamera nascosta, lanciata da “Le Iene” e “Striscia la notizia” poi ampiamente ripresa da (quasi) tutte le trasmissioni di approfondimento informativo che mostrano servizi realizzati ad hoc su qualche argomento più spinoso degli altri.
Lo share della puntata d’esordio ha raggiunto l’8,1%, con una media di 1 milione e 771mila spettatori, con un piccodel 10,17% (2.452.364 spettatori). Un risultato accettabile per l’esordio di un programma nuovo, ma senz’altro sotto le attese dei vertici Rai e di Santoro stesso, che probabilmente confidavano in un risultato più rotondo. Meglio hanno fatto la serie televisiva “Rimbocchiamoci le maniche” con Sabrina Ferilli su Canale 5, con oltre 3 milioni gli spettatori e uno share del 14,21%, e l’intramontabile “Chi l’ha visto?” di Federica Sciarelli, su Rai 3, con 2 milioni e 526mila spettatori.
È pur vero che la crescente concorrenza da parte di altri talk show di attualità ha ormai cominciato a stancare il pubblico, ma da un giornalista di lungo corso televisivo come Santoro ci si aspetta sempre, in qualche modo, il botto. La direttrice di Rai2, Ilaria Dallatana, ha comunque espresso soddisfazione per il risultato: “L’approfondimento di temi di attualità per fornire nuovi strumenti di lettura della realtà nella quale viviamo credo sia una missione fondamentale del Servizio pubblico e da questo punto di vista il primo passo compiuto da Santoro è andato esattamente nella direzione che insieme ci eravamo prefissi”.
Apprezzabile il tentativo di raccontare la realtà con quel “realismo integrale, crudo e senza mediazioni” dichiarato dal conduttore in contrapposizione con i larghi spazi di fiction e di mistificazione in cui spesso anche l’informazione televisiva cade, meno chiara la “leggibilità” della struttura narrativa della trasmissione.

Fonte: Sir
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