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Dieci volte Incontriamoci

Ad Acri la decima edizione della kermesse. 

Dieci volte Incontriamoci

CineIncontriamoci raggiunge la sua decima edizione. Il festival che da tre anni si occupa di divulgare la cultura cinematografica e dei media audiovisivi nella città di Acri e non solo ha, in una calda notte di mezza estate, ospitato personalità veterane del mondo dello show business; precisamente, nel caso di questa edizione, del mondo della televisione. Nel particolare, quest’anno la kermesse ha affrontato, attraverso un dibattito con i relativi ospiti, le dinamiche che hanno caratterizzato il mondo dei palinsesti e la loro trasformazione, negli ultimi trent’anni. Dopo una vita passata su palcoscenici, studi televisivi, immersi nella cultura dello spettacolo, gli ospiti Enzo Paolo Turchi e Carmen Russo si sono confrontati con il pubblico; assieme a loro lo showman Valerio Merola, ora opinionista di Mattino 5. Come nelle precedenti occasioni, anche stavolta CinIncontriamoci ha posto l’accento sui suoi propositi: incentivare l’intreccio tra la settima arte con la legalità e la responsabilità sociale, rendendo l’iniziativa un’agorà in cui discutere di attualità, assieme a chi quotidianamente vive lo spettacolo. Ancora, uno spazio è stato ritagliato per il premio “Calabria d’Autore” alle eccellenze regionali: hanno vinto e ritirato il premio l’orafo Gerardo Sacco; lo stilista Anton Giulio Grande; il direttore artistico del Magna Grecia Film Festival e Taormina Film Fest; la giornalista Rai Giancarla Rondinelli; il comico Gigi Misferi; il geologo Carlo Tansi; il chirurgo Umberto Fama; e l’ex calciatore di serie A Nicola Fusaro. Dieci edizioni, un bilancio che si prospetta di buon auspicio: “E’ un bilancio più che positivo perché ogni singolo appuntamento che, sommato gli anni di attività ci ha portato alla decima edizione.” – commenta il project manager Mattia Scaramuzzo – “Questo format è cresciuto tanto a livello di numero come pubblico, e a livello di numero come ospiti. Abbiamo istituito il premio ‘Calabria d’Autore’, che all’inizio non c’era, stiamo facendo delle operazioni di marketing territoriale che inizialmente non avevamo calcolato; stiamo cercando di creare proprio una struttura da festival cinematografico. Insieme a CineIncontriamoci ci sono stati degli eventi collaterali come il film con Cucchi, il ‘Cine Book Food’, e questo inverno faremo il ‘Cine Movie Food’, quindi i cortometraggi dei prodotti di Callipo, e in più i workshop; CineIncontriamoci può quindi davvero diventare un laboratorio di formazione per tutti i giovani di Acri e non solo, che possano passare una giornata all’insegna dell’insegnamento, con i più grandi nomi del cinema italiano. Da Pupi Avati a Carlo Verdone, a Neri Parenti, ma anche a tante persone che lavorano in produzione, per una formazione a trecentosessanta gradi.” Un progetto dalle ambizioni sempre più in aumento, incentivato dalla voglia di far diventare Acri un punto di riferimento per il cinema italiano; se si considerano soprattutto gli spazi scenici che la cittadina offre. “Sono sempre stato del parere che il cinema, almeno nel mio progetto, deve essere strumento di sensibilizzazione,” – continua Scaramuzzo – “infatti per questo nasce CineIncontriamoci, come collante non solo per legare altre forme d’arte; ma serve soprattutto per affrontare tematiche che in qualche modo ci riguardano da vicino, per ogni anno infatti scelgo un tema. Sono cresciuto negli anni Novanta, in cui la televisione era totalmente diversa al mondo d’oggi; dunque mi andava di affrontare questo discorso, di come è cambiato il linguaggio televisivo. Credo che l’arte cinematografica, ma l’arte in generale, ha tante responsabilità sociali, poiché anche attraverso un film, un programma, una mostra; si possa avere un ottimo indicatore per arrivare alla società attuale. Ora per esempio è un momento drammatico, già il fatto stesso che non si vada più al cinema o al teatro, ovviamente è un fatto allarmante. Noi dobbiamo essere quindi divulgatori d’arte ma anche di valori, e far capire quanto sia importante la cultura al giorno d’oggi. La cultura ha un grande senso di responsabilità verso la società, ovviamente sta anche a noi saper pilotare questa macchina; non è facile, però bisogna provarci.”

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