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"Ad alta voce", l'opera musicale ispirata dalla storia di Peppino Impastato

Pensata per gli studenti, l'opera musicale vede la collaborazione di Casa memoria Felicia e Peppino Impastato

"Ad alta voce", l'opera musicale ispirata dalla storia di Peppino Impastato

Ci sono storie che ti si cuciono addosso. Quando le ascolti rimangono lì. Ad un passo dal cuore e conficcate nello stomaco. Così è per quella di Peppino Impastato. Tra rabbia e dolore, tra riflessione e cambiamenti. Di quelli importanti, che si pagano con la vita. Ad alta voce, dalle frequenze di Radio Aut le storie di mafie che si consumavano tra i vicoli di Cinisi raccontate da quel Peppino Impastato che viveva a 100 passi dalla casa del boss Gaetano Badalamenti. Ma non è questo che si racconta in ‘Ad alta voce’ #abbiilcoraggiodidiredino, l’opera musicale ispirata dalla storia di Peppino Impastato pensata per gli studenti che andrà prossimamente in scena. “L'idea di scrivere questo spettacolo è nata pochi mesi fa. Poco prima del blocco causato dal lockdown, che ci ha impedito di portare in scena ‘Elena’, la prima opera musicale dedicata alla Beata Elena Aiello, abbiamo iniziato a lavorare allo spettacolo. Il tema della legalità ci è sempre stato caro, qualche anno fa, quando lavoravo a Fiumicino, ho collaborato insieme al capitano Ultimo al progetto ‘Legalità organizzata’”, racconta l'autrice Maria Dora Palermo. “Il Peppino che porteremo in scena è adolescente e non ha a che fare con le dinamiche politiche degli anni ’70. È un personaggio unico perché all'età di 15 anni, dopo l'uccisione dello zio, Cesare Manzella, uno dei capomafia di Cinisi, fece una promessa a se stesso e al fratello Giovanni: giurò di combattere la mafia per il resto della sua vita”. Un esempio di coraggio, forza e determinazione, di lotta ai soprusi. Un adolescente “che viaggia in direzione ostinata e contraria", come cantava Fabrizio De Andrè in ‘Smisurata preghiera’, perché i ragazzi possano comprendere che se Peppino, avendo la mafia in casa, ha fatto quella scelta, allora possiamo e dobbiamo farlo tutti. “Raccontiamo la storia di un ragazzo in mezzo a tanti che si scontra con la consapevolezza di quello che è il sistema mafioso e da lì decide di cambiare strada ed urlare ad alta voce quello che non va". Un lavoro di ricerca per raccontare un pezzo di vita di Peppino forse poco conosciuti: gli anni dell'adolescenza. “Il progetto ha colpito positivamente i familiari di Peppino e il professor Umberto Santino, che insieme ad Anna Puglisi a Palermo ha fondato il Centro Siciliano di Documentazione ‘Giuseppe Impastato’, il primo Centro Studi sulla mafia sorto in Italia nel 1977”, prosegue. Rivolto agli studenti di scuole primarie e secondarie per sensibilizzarli sui temi della legalità e della conoscenza, strumenti contro la dispersione scolastica e la microdelinquenza, perché la mafia si annida nel quotidiano, non è solo uccisione: sono gli atti di bullismo, il prendersi colpe di azioni non commesse. Raccontare la mafia con parole che non turbano la sensibilità dei giovani è stata l'altra grande sfida combattuta: “Non è stato semplice, ma allo stesso tempo il nostro è un linguaggio di cose che appartengono al quotidiano, come gli atti volti ad offendere la dignità delle persone”.

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Vera, emozionante e choccante è la trama di relazioni e visite tessuta nei giorni trascorsi dal cast a Cinisi: “la visita al casolare dove Peppino ha trovato la morte, Casa memoria, dove siamo stati accolti da Giovanni Impastato, un uomo che testimonia le esperienze vissute sulla propria pelle senza mai dimenticare l'emozione, il motore che lo muove verso i giovani durante i tanti incontri che sanno di legalità e giustizia, e da sua figlia Luisa, presidente di Casa memoria, che con dolcezza ha mostrato gratitudine per l'iniziativa e ci ha consentito di toccare con mano e di lasciarci guidare da chi quell'esperienza l'ha vissuta giorno dopo giorno ; abbiamo inoltre avuto la fortuna di conoscere Pino Manzella, uno dei fondatori del Circolo Musica e Cultura a Cinisi che è stato amico e compagno di lotta di Peppino Impastato, ”. A distanza di 42 anni da quel maggio del 1978 resta attuale più che mai il messaggio di Peppino. Tante sono state le conquiste, prima su tutte la pretesa di giustizia da parte di una madre fiera uscita intonsa da mille tempeste, che non ha mai creduto all'idea di un attentato terroristico e si è battuta in nome di quella verità arrivata 24 anni dopo grazie al cuore giusto di un giudice di nome Rocco Chinnici, assassinato prima che la verità venisse alla luce, e dal sostituto procuratore Franca Imbergamo; “occorre però fare ancora tanto perché i tg non diano notizie di violenza e crudeltà. È importante dire tutti insieme ad alta voce quello che non va, è necessario educare i giovani a farlo”, prosegue. Teatro e musica “per arricchire la crescita culturale attraverso il ruolo formativo di queste due arti”.

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L'opera musicale, che vede la collaborazione di Casa memoria Felicia e Peppino Impastato, nasce da una collaudata empatia artistica tra Francesco Antonio Conti, Barbara Bruni, Maria Dora Palermo e Mario De Lio; Antonio autore, attore e regista, Barbara e Maria Dora autrici e attrici, Mario compositore e musicista. Sul palco saliranno Barbara Bruni veste i panni di Felicia Impastato, Francesco Antonio sarà Luigi Impastato, Maria Dora Palermo interpreterà il ruolo di una giornalista; Giuseppe Conti interpreterà Peppino Impastato; musiche originali e arrangiamenti sono eseguiti dal vivo dal Maestro Mario De Lio. Nei prossimi giorni verranno inviate agli Istituti scolastici di tutta Italia “del materiale informativo e ‘Ad alta voce', un brano su Peppino Impastato scritto nel 2017 e vincitore del concorso della Regione Lazio ‘Un brano contro le mafie'. I ragazzi, specifica l'autrice, con l'aiuto dei loro docenti impareranno alcune parti corali del brano e parteciperanno attivamente allo spettacolo cantando insieme a Giuseppe; inoltre, alla fine dello spettacolo si terrà un incontro dibattito con il cast e con personaggi del mondo culturale ed istituzionale. Gli studenti, in virtù di una neofita collaborazione con lo scrittore e giornalista Salvatore Lanno, organizzatore e presidente del Concorso Nazionale Letterario ‘Artisti’ per Peppino Impastato, potranno concorrere allo stesso al fine di incoraggiare e valorizzare l'attività letteraria e musicale”.

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